Afrodite Urania = protettrice dell’amore spirituale, puro ed ideale.Afrodite Pandemia = protettrice dell’amore carnale, passionale e sensuale.Afrodite Anzeia (fiorita) = protettrice della fecondità della terra, della fioritura e germogliare delle piante e della riproduzione degli animali, compreso il genere umano.Afrodite Marina = protettrice delle creature marine e dei naviganti. Marinai che lei aveva scortato e protetto, insieme a suo figlio Enea nel difficile viaggio da Troia a Roma. Venere era la madre di tutti i romani, discendenti di Enea che aveva partorito dopo essersi accoppiata con l'umano Anchise.
*L'interpretazione spiritualizzata di Venere piacque ai neoplatonici rinascimentali come Marsilio Ficino (filosofo), Sandro Botticelli (pittore) e Angelo Poliziano (poeta), tre personaggi centrali dell'arte e della cultura dell'ambiente della Firenze medicea ai tempi di Lorenzo il Magnifico.
Ninfeo dei Quattro Tempietti Repubblicani |
A destra del ninfeo si trova il Sacello di Giove. |
Cella del tempio più orientale dei Quattro Tempietti Repubblicani con dedica a Venere |
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Del tempio costruito nel II secolo d.C. e rimaneggiato nei secoli successivi, rimangono la gradinata e l'alto podio, un tempo ricoperti in marmo.
Il collegio degli Augustali, era inizialmente composto di 21 membri, estratti a sorte tra i maggiori esponenti della nobiltà, ma nelle province, dove i nobili non erano numerosi o addirittura assenti, fu possibile per i cittadini che occupavano ruoli di rango elevato nella gerarchia sociali, benché plebei o addirittura liberti come ad Ostia ed Ercolano, di creare una nuova casta di Augustali.
Degli Augustali ben poco si sa dalle fonti letterarie, ma soccorrono le numerosissime iscrizioni che li menzionano, ad esempio nella celebre iscrizione del 2 d. C., ritrovata nella colonia di Narbo Martius (Narbonne), capoluogo della Gallia, era prescritto che ogni anno sei cavalieri romani di rango plebeo, facessero a loro spese un sacrificio in onore dell'imperatore, con distribuzione d'incenso e di vino a tutti gli abitanti.
Un atrio conduceva ad un vestibolo affiancato da quattro botteghe.
Un cortile porticato con pilastri in mattoni (oggi un po' nascosto dalla vegetazione lussureggiante), adornato da una fontana con le estremità concave.
colonne di granito che introducono nella sala absidata |
sala absidata |
resti dei marmi policromi che decoravano la sala absidata della Sede degli Augustali |
calco in gesso di statua funeraria (epoca antonina) |
calco in gesso di statua funeraria (epoca traianea) |
Artemide (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica) |
Massenzio (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica) |
Sabina (dal Collegio degli Augustali - Museo di Ostia Antica) |
mosaico di una camera del lato sud della Sede degli Augustali Gli Augustali erano membri dell'alta gerarchia sacerdotale. Per maggiori info sugli Augustali CLICCA QUI |
fullonica - vasche per l'acqua nella fullonica |
In una di queste vaschette fu trovata una buona quantità di sostanza bianca simile a sapone, la cosiddetta creta fullonica.
vasche in terracotta per il lavaggio e la colorazione delle stoffe |
Il color rosso purpureo era ricavato dal corpo del murice, un piccolo mollusco. Per saperne di più sui colori utilizzati dagli antichi romani CLICCA QUI e anche CLICCA QUI |
Sempre sulla Via degli Augustali, ma sull'altro lato della strada, si trova una Domus dal pavimento in opus sectile di marmi colorati (forse la casa del proprietario della fullonica).
Domus di Via degli Augustali |
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strutture del Tempio della Bona Dea C'è un altro tempio dedicato a questa divinità presso Porta Marina meglio conservato. Per maggiori info sulla Bona Dea CLICCA QUI |
Mitreo di Felicissimo |
Il mosaico in bianco e nero del pavimento tra i due podia è diviso in sette rettangoli, con raffigurati i pianeti, che corrispondono ai sette gradi d'iniziazione dei fedeli.
pannello di fronte ad una nicchia, con raffigurato un altare su cui arde un fuoco |
Un altro pannello del pavimento riporta il nome di chi fece costruire il luogo di culto: "FELICISSIMUS EX VOTO F(ecit)".
A contendere la palma di mitreo più interessante a quello delle sette sfere c'è il mitreo di Felicissimo, che prende il nome della persona, nota attraverso iscrizione nei mosaici, che ne ha finanziato la costruzione. Anche in questo caso lungo il corridoio si succedono simboli legati ai vari gradi di iniziazione e al dio/pianeta ad essi dedicato:
I) Corvo, coppa e caduceo, riferimenti al grado di corvo e a Mercurio
II) Diadema, luna e lampada, riferimenti al grado di ninfo e a Venere
III) Borsa, elmo e lancia, riferimenti al grado di soldato e a Marte
IV) Saetta, sistro e pala da fuoco, riferimenti al grado di leone e a Giove
V) Spada, falce e luna, riferimenti al grado di persiano e alla Luna
VI) Corona solare, torcia e frusta, riferimenti al grado di corriere del sole e al Sole
VII) Patera, asta, berretto frigio, falcetto, riferimenti al grado di padre e a Saturno.
Il corridoio del mitreo di Felicissimo |
Planimetria del mitreo di Felicissimo |
Il nome del fedele che ha finanziato la costruzione del mitreo |
Per saperne di più sui Mitrei di Ostia CLICCA QUI
Questa domus è un adattamento del III/IV secolo d.C. di una dimora del II secolo d.C.
Varcato un ingresso che un tempo era costituito da due colonne in granito rosso che sorreggevano un timpano (protiro), si entra in un cortile colonnato su tre lati con colonne di travertino (un tempo intonacate).
Il portico, il cui centro era occupato probabilmente da un giardino con una vasca e un pozzo, era decorato con la statua di Giunone e Cerere (oggi vi si trova il calco di una statua di Diana ritrovata in pezzi nella sala estiva).
Sullo stesso lato del portico è stata messa su una base di colonna di travertino, una statua di donna seduta su un trono, con testa turrita e reggente una cornucopia e un remo: la Fortuna Annonaria (o forse la personificazione della città di Ostia).
Fortuna Annonaria (o personificazione di Ostia) |
sala estiva della Domus della Fortuna Annonaria con pilastrini sormontati da pulvini |
rivestimenti a opus sectile del pavimento e delle pareti della sala estiva |
ninfeo della sala estiva |
Accanto alla sala estiva si trova infatti una latrina singola, ricavata da un sottoscala.
sedile della latrina |
pavimento della cosiddetta sala invernale |
pavimento a mosaico del cubiculum |
Il complesso attuale risale al IV secolo d.C. ed era probabilmente la sede di una scuola neoplatonica. Sorge su una struttura severiana.
In facciata vi era un piccolo portico con retrostanti camere, forse botteghe e ambienti domestici di servizio, e forse al centro un passaggio carrabile.
corridoio d'ingresso con scala delle Terme del Filosofo |
Dal corridoio si poteva accedere anche ad alcuni ambienti posti sulla sua sinistra (di cui uno con vasca), e ad una grande latrina, forse anche aperta al pubblico.
In epoca traianea l'edificio era forse una stazione per "taxi".
In origine la parte posteriore dell'edificio era dedicata al culto.Il tempio (circa 200 d.C.), preceduto da una scalinata, era posto sul fondo di un cortile.
Fu poi demolito nel III secolo per far spazio ad un portico con una stanza voltata, forse una scuola neoplatonica.
ingresso alla stanza adibita forse a scuola neoplatonica |
cortile porticato con nicchia per busto di filosofo - sulle panche si riunivano i membri del gruppo filosofico. |
L'apodyderium (spogliatoio) aveva i rivestimenti in marmo e un bancone.
Con una scala si raggiungeva il frigidarium con due vasche, e decorato con marmi e mosaico.
l'altra vasca del frigidarium |
Il calidarium aveva due vasche ricoperte di marmo.
forno e prefurnio per il riscaldamento delle terme con prefurnio e sopra il calidarium |
prefurnio |
forno |
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Dall'altro lato della strada si trovano degli Horrea di età tardo traianea o adrianea: un corridoio sul quale si affacciano botteghe.
Horrea |
ingresso della Domus del Protiro |
Ai lati dell'ingresso e dell'atrio vi erano due botteghe e retrobotteghe che affacciavano sulla strada.
Il centro della domus è occupato da un cortile con vasca ed entrate su tre lati, mentre il lato ovest (il quarto lato), è occupato da un doppio ninfeo decorato con marmi.
La parte occidentale del ninfeo è formata da un'abside con finestra al centro e affiancato da nicchie semicircolari, mentre davanti si trova un bacino.
Il lato est del ninfeo è costituito da nicchie rettangolari decorate in marmo, poste ai lati della finestra.
Due colonne sostengono un'architrave e un timpano, e avanti vi è un bacino rettangolare.
Una scala conduce al di sotto del cortile e del portico, dove sembra ci fosse una camera di culto e un pozzo circondato da tre nicchie.
scala per scendere nei sotterranei del cortile |
corridoio sotterraneo nel cortile |
una nicchia del sotterraneo del cortile |
cortile e sala principale della domus |
cubicula della Domus del Protiro |
Le camere della servitù erano collocate sul piano superiore.
I Greci consideravano il viandante come un messaggero degli dei.
Le principali strutture furono:
Il Leonidaion: edificio costruito ad Olimpia dall’architetto greco Leonide.
Esso aveva molti posti letto e alcune sale comuni per la ristorazione e lo svago degli ospiti. Ospitava pellegrini d’alto rango.
I Panadokia: ospizi, i cui gestori, pero, erano poco onesti.
Nell’età di Pericle si ebbe un forte movimento di giovani che si recano in Grecia per motivi di studio, oggi questo movimento è paragonabile al turismo studentesco.
L'OSPITALITA' NELL'ANTICA ROMA
I Romani consideravano il viaggiatore come portatore di interessi e culture diversi. Fu istituito il diritto di ospitalità che era regolamentato per regolare con norme i rapporti fra ospitante e ospitato.
L’hospitium publicum: era un’intesa per regolamentare l’ospitalità da parte delle famiglie ospitanti ad ambasciatori, senatori, magistrati o consoli che viaggiassero per motivi politici o di affari. Queste persone, però, dovevano sempre avere un sigillo imperiale o dei documenti per farsi riconoscere.
LE GRANDI VIE DI COMUNICAZIONE DELL’IMPERO ROMANO
Nell’antica Roma i viaggi erano facilitati dalla rete viaria, formata in gran parte da strade lastricate che erano, quindi, percorribili anche dai carri. Quasi tutto il territorio dell’Impero era infatti collegato alla città di Roma, dalla quale partivano tutte le strade quali l’Appia, l’Aurelia, la Cassia, la Salaria e la Flaminia; queste strade ci sono ancora oggi, anche se i loro tracciati sono stati in parte modificati.
Lungo i percorsi stradali più estesi i Romani costruirono le prime strutture ricettive per la sosta, chiamate stationes, che erano generalmente gestite dallo Stato. Esse, a seconda della funzione, si possono distinguere in mansiones e mutationes.
Le prime erano strutture distanti 30 km l’una dall’altra. Garantivano ai viaggiatori il pasto serale ed il riposo notturno. Inoltre fornivano officine per eventuali riparazioni del mezzo di trasporto (carri, cavalli ecc.) e stalle per accudire o cambiare i cavalli. Vicino all’edificio per i viaggiatori c’erano anche il palazzo per gli ospiti imperiali, le caserme per le truppe dello Stato e, a volte, alcuni edifici privati, oggi paragonabili ai motels.
Le seconde erano luoghi distanti 5 km l’uno dall’altro, dove i viaggiatori potevano sostare e ristorarsi. Vicino a questi luoghi c’erano un edificio per la posta, uno stabile come punto di ristoro ed una scuderia per il cambio dei cavalli, oggi paragonabili agli autogrill.
Varie vicende politiche causarono il crollo dell’Impero Romano d’occidente e più tardi l’instabilità politica e il totale abbandono delle grandi vie di comunicazione, resero pericoloso ogni tipo di viaggio.
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caseggiati con funzione di magazzini |
cortile con vasca e pozzo del caseggiato con sala colonnata |
Si sono qui trovati tre strati di pavimento (ora in parte collassati).
pavimenti della sala colonnata |
L'ingresso a questo ultimo caseggiato si trova sulla Semita dei Cippi, la via che, congiungendosi con il Cardo Massimo, conduce verso Porta Laurentina.
Alcuni resti lo datano 80/100 d.C. mentre la maggior parte è del 100/125 d.C.
L'accesso al laboratorio avveniva tramite due corridoi tra i negozi (uno sul Cardo Massimo e uno sullaSemita dei Cippi).
un negozio del Molino |
Sul lato nord del porticato vi erano cinque macchine impastatrici in pietra vulcanica, mentre sul lato sud vi erano otto macine in pietra vulcanica.
Su di alcuni vi sono delle lettere.
in primo piano una macina e dietro una macchina impastatrice |
Nella parete sud-est della hall sono state ritrovate due cisterne sotterranee.
Porta Laurentina (vista da fuori le mura) |
Porta Laurentina (vista dall'interno delle mura) |
cella della Porta Laurentina |
Due torri quadrate in opera quadrata affiancavano la porta (se ne può vedere ancora una in parte).
mura repubblicane |
mura repubblicane |
blocchi di tufo della Porta Laurentina |
La Porta Laurentina con le mura sillane, le Terme del Faro e il Cardo Massimo, forma un triangolo, chiamato Campo della Magna Mater, nel quale trovano spazio alcuni templi e luoghi di culto del II/III secolo d.C.
Campo della Magna Mater |
Campo della Magna Mater |
Campo della Magna Mater |
La pietra arrivò prima ad Ostia, dove venne accolta da un comitato d'accoglienza aristocratico.
Ma la nave s'arenò su una sponda del fiume.
Faceva parte dei membri del comitato d'accoglienza una ragazza di nome Claudia Quinta, la cui reputazione venne messa in discussione.
La ragazza, per provare la sua innocenza, chiese aiuto alla dea, la quale l'aiutò a disincagliare la nave con le sole mani.
Jung nota che la pietra è immobile ed eterna, mentre noi piccoli e solo di passaggio.
La pietra ci permette di sederci su di lei, ma non possiamo farla veramente nostra, neanche scolpendola.
Jung nota come il Cristianesimo {delle chiese, non di Gesù) jabbia imbrigliato le nostre coscienze, omologandole ad un solo credo, ad un solo pensiero. Lui nota che gli uomini {e donne} di paesi barbari (nord Europa) siano rimasti più in contatto con la loro "bestia" che si agita nel mondo sotterraneo dell'anima, e come essa sia pronta a balzare in superficie, portando con sé anche conseguenze devastatrici (come le 2 guerre mondiali) .
Jung era contro tutte le religioni, fu accusato di essere nazista, lui si difese bene... Forse un pensierino sulla superiorità degli ariani aveva fatto, ma poi vedendo le conseguenze fece marcia indietro.
Jung scrive:
Non dobbiamo più soggiacere a nulla, nemmeno al bene.
Un cosiddetto bene, al quale si soccombe, perde il carattere etico.
Non che diventi cattivo in sé, ma è il fatto di esserne succubi che può avere cattive conseguenze.
Ogni forma di intossicazione è un male, non importa se si tratti di alcol o morfina o religione o idealismo.
Dobbiamo guardarci dal considerare il male e il bene come due opposti.
Carl Gustav Jung
Cibele (dal Campo della Magna Mater - Museo Ostiense) |
Testa di Antinoo (dal Campo della Magna Mater - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - Roma) |
Vespasiano (dal Campo della Magna Mater - Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - Roma) |
colonnato del portico del Campo della Magna Mater |
Tempio di Cibele e altare in muratura |
Tempio di Cibele (visto posteriormente) |
scalinata del Tempio di Cibele con aiuole nel pianerottolo |
Tempio di Cibele visto lateralmente |
Questo è tutto quello che rimane di questo tempio.
nicchie del podio del Tempio di Cibele |
nicchie del podio del Tempio di Cibele |
Due statue onorarie vennero qui erette dal funzionario P.Claudius Abascantianus in onore dei due suoi figli.
base per una statua eretta da P.Claudius Abascantianus davanti al Tempio di Cibele |
Il Tempio di Bellona, dedicato alla dea della guerra e associata a Cibele, si trova ad est del Campo della Magna Mater, addossato alla Porta Laurentina, e sul lato sinistro del Cardo Massimo.
Tempio di Bellona |
spiazzo aperto con Schola degli Hastiferi (sul fondo) e resti del portico (sulla destra della foto) |
Pochi scalini portano al pronao con tre colonne in mattoni e alla piccola cella che conteneva un basso podio.
pozzo del Tempio di Bellona |
pronao con colonne in mattoni del Tempio di Bellona |
Schola degli Hastiferi |
Dietro al pronao si trovava una sala.
Nel Campo della Magna Mater vi erano anche dei piccoli sacelli.
l'anticamera di un sacello nel Campo della Magna Mater |
Santuario di Attis |
Dal vano tentativo di Zeus di possede Cibele, nacque dallo sperma caduto sul terreno una figura ermafrodita, Agdistis, il quale venne privato dagli dei della sua parte maschile.(storia un po' complicata!)
Dai suoi genitali nacque un albero (il melograno o il mandorlo), che venne mangiato da Nana (figlia del fiume Sakarya), che per questo rimase gravida e diede alla luce Attis.
Del bellissimo Attis s'innamorarono sia Cibele che Agdistis, ma Attis sposò la figlia del re Mida.
Durante il banchetto Agdstis furente indusse i presenti ad evirarsi, e Attis lo fece sotto un pino vicino al fiume Gallos e morì.
Dal suo sangue nacquero le viole mammole.
Ma Cibele ottenne da Zeus che Attis fosse parzialmente resuscitato.
una delle vasche del Santuario di Attis |
ingresso allo spiazzo del Santuario di Attis |
telamone nelle vesti di Pan |
telamone nelle vesti di Pan |
ingresso al Santuario di Attis |
Riempe l'abside il calco in gesso della statua di Attis distesa su un fianco dopo l'evirazione.
Attis regge in una mano una melagrana e nell'altra un bastone da pastore, ha in testa un berretto frigio con raffigurazione della luna e attorniato da raggi solari.
Attis s'appoggia al busto di una divinità fluviale.
calco della statua di Attis |
copia del serpente avvolto intorno ad un pino |
serpente avvolto intorno ad un pino (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
base candelabro con Satiri (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
base candelabro con Satiri (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
base candelabro con divinità (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
base candelabro con divinità (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
Toro-Attis (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense) |
Attis-Ermafrodito (dal Santuario di Attis - Museo Ostiense |
botteghe del lato nord orientale del Campo della Magna Mater che si affacciavano sul Cardo Massimo (a sinistra della foto) |
ingresso e vestibolo del Campo della Magna Mater |
Limitrofo al muro che limita il Campo della Magna Mater, fu istallato il Mitreo degli Animali.
Mitreo degli Animali |
Occupa lo spazio tra due file di pilastri di una sala con tre file di pilastri in mattoni.
altare del Mitreo degli Animali |
uomo nudo dalla testa con criniera, con pala forata e coltello da potatura |
corvo e gallo |
scorpione |
serpente |
testa e coda di toro |
Furono costruite nel II secolo d.C. dal prefetto pretorio M.Gavio Massimo , ma subirono modifiche e ristrutturazioni in fasi successive.
capitello di una colonna del frigidarium delle Terme del Foro |
I pavimenti erano ricoperti con mosaici a tessere bianche e nere e a disegni geometrici (tranne qualche eccezione). Ma non mancano rivestimenti in marmo di fasi successive.
rivestimenti in marmo di pavimenti e pareti delle Terme del Foro |
capitello di una colonna delle Terme del Foro |
Due ingressi (su Via della Forica) immettevano in vestiboli e poi in quattro apodyteria (spogliatoi).
apodyterium |
frigidarium |
vasca meridionale del frigidarium |
Alla vasca settentrionale è stata aggiunta poi un'abside.
nicchie della vasca meridionale del frigidarium |
vasca absidata del frigidarium |
heliocaminus |
sudatorium |
sedili di marmo del sudatorium |
Nel secondo tepidarium le colonne quadrate mostrano i fori per il fissaggio della finestra.
il primo tepidarium |
colonna del primo tepidarium |
secondo tepidarium con colonne quadrate |
Alla vasca meridionale fu successivamente aggiunta un'abside con colonne.
calidarium |
calidarium |
vasca del calidarium |
vasca del calidarium |
vasca absidata del calidarium |
forno per il riscaldamento dell'aria |
corridoio di servizio ai praefurnia |
ipocausto |
tuboli per il riscaldamento delle pareti delle sale |
tuboli per il riscaldamento delle pareti delle sale |
due archi sul lato orientale delle Terme del Foro |
Una palestra trapezoidale si trovava a sud delle camere calde, con portico con pilastri in mattoni e colonne in marmo e granito aggiunte in una seconda fase.
Intorno alla palestra si aprivano delle botteghe e degli ambienti di servizio.
palestra delle Terme del Foro (vista dall'angolo sud-ovest) |
palestra delle Terme del Foro (vista da nord) |
portico della palestra delle Terme del Foro |
forica delle Terme del Foro |
sedili della forica delle Terme del Foro |
forica pubblica del Caseggiato dei Triclini |
Sulle pareti vi sono allineati venti posti a sedere in marmo.
Vi era anche una vasca e porte girevoli che garantivano un po' la privacy.
forica pubblica del Caseggiato dei Triclini (infestata dalle erbacce!) |
sedili della forica pubblica del Caseggiato dei Triclini |
LE TERME NELL'ANTICA ROMA
Già nell'antica Grecia il bagno assunse un carattere sociale. Il ginnasio greco era composto da una palestra, da un bagno e da un'esedra dove i filosofi dissertavano con i loro discepoli. Dopo intensi esercizi fisici nella palestra i giovani facevano un'abluzione di acqua calda, raggiunta una piena distensione dopo la fatica fisica, passavano nella esedra per ricevere l'educazione dello spirito.
Le terme romane trassero la loro origine dalla fusione del ginnasio greco con il bagno a vapore egizio.
L'Egitto in effetti, già dai tempi di Tolomeo, raggiunse il livello di conoscenze tecniche necessario per realizzare tali opere, come dimostrano dei reperti archeologici nel delta del Nilo formati da due locali circolari, chiaro precedente del laconium romano.
Già 200 anni prima che Agrippa creasse le prime terme pubbliche nel 25 a.C., il bagni (balneum) erano molto frequentati dai romani; in seguito gli imperatori romani fecero a gara per superare i loro predecessori con Terme sempre più grandiose: in particolare Nerone nel 65 d.C. , Tito nell'81 d.C. , Domiziano nel 95 d.C., Commodo nel 185 d.C., Caracalla nel 217 d.C., Diocleziano nel 302 d.C. e Costantino nel 315 d.C.. Per assicurare la loro popolarità, le tariffe di ingresso alle terme venivano tenute molto basse, se non gratuite. Terme sorsero ovunque nell'impero, dalle sabbie del deserto alle Alpi; alcune Terme erano tanto grandi da poter contenere 6000 persone.
I rituali potevano variare da provincia a provincia a secondo dei costumi locali, tuttavia il concetto generale era il medesimo: si trattava di un centro ricreativo polifunzionale. La maggior parte delle terme includeva centri sportivi, piscine, parchi, librerie, piccoli teatri per ascoltare poesia e musica e una grande sala per le feste, una città nella città. Si trovavano anche ristoranti e locande per dormire o …passare alcune ore in "piacevole" compagnia.
Ogni centro termale offriva attrazioni specifiche: un paesaggio particolare, una magnifica libreria, un centro sportivo di alto livello, anche se l'attrazione principale rimanevano sempre i bagni. Durante l'ultimo periodo cristiano dell'impero fu proibito recarsi alle terme la domenica o nelle feste, mentre prima raramente venivano chiuse. Talvolta uomini e donne prendevano i bagni insieme, ma tale usanza variava da periodo a periodo e da zona a zona: a Pompei ad esempio uomini e donne prendevano i bagni separatamente.
Le strutture
Grandi acquedotti, di cui restano notevoli rovine in tutto il mondo romano, alimentavano le terme. Il calore era uniformemente distribuito attraverso muri cavi e pavimenti sovrapposti a vespaio, in cui circolava aria calda.
Abitudini
Una delle abitudini legate all'uso delle terme era quella di gettare nell'acqua profumi e vini speziati (similmente agli antichi Egizi che mescolavano nell'acqua varie sostanze).
Per lavarsi, i romani, usavano la pietra pomice e la cenere di faggio (sostanze che portavano all'inaridimento della pelle). Dopo il lavaggio, i fruitori delle terme erano soliti spostarsi nelle sale adibite ai massaggi, che effettuavano con oli profumati e unguenti speciali (importati per lo più dall'Oriente e dall'Egitto, come la mirra e l'olio di mandorle).
Patologie legate alle terme
Oltre alle controindicazioni igieniche, i continui sbalzi di temperatura cui erano sottoposti i frequentatori delle terme dall'acqua calda all'acqua fredda in rapida successione, potevano generare nei canali auricolari e nasali dei fruitori, delle neoformazioni ossee globulari (tipiche ancora oggi nei nuotatori), che potevano portare alla sordità o ad una deviazione del setto nasale (ne sono state riscontrate diverse durante lo studio di crani appartenuti ad antichi romani).
L'abbandono
In tarda epoca cristiana, forse per l'eccessivo costo di manutenzione, forse per i mutati costumi che tendevano a non accentrare nelle terme gran parte della vita sociale, le terme vennero via via abbandonate. La distruzione degli acquedotti da parte dei barbari ne interruppe poi definitivamente l'uso.
Un pomeriggio alle terme
I cittadini romani terminavano il lavoro nelle prime ore del pomeriggio e si recavano alle terme, che aprivano a mezzogiorno, prima del pasto principale.
Un tipico ciclo iniziava con ginnastica in palestra, o attività sportiva in un campo esterno, dove di svolgevano giochi anche utilizzando piccole palle in cuoio, o gare di lotta.
Successivamente ci si recava ai bagni attraverso tre stanze, partendo da quella con l'acqua più tiepida fino a quella con l'acqua più calda.
Si entrava nel tepidarium, la stanza più grande e lussuosa delle terme: qui si rimaneva un'ora e ci si ungeva con oli.
Poi si andava nel calidarium. Si trattava di stanze più piccole, generalmente costruite sui lati della sala da bagno principale.
Infine ci si recava nel laconicum , la stanza finale più calda, riscaldata con aria secca ad altissima temperatura.
Dopo la pulizia del corpo e i massaggi, si faceva una nuotata nella piscina del frigidarium.
Successivamente, ristorati e profumati, ci si recava nella altre aree delle terme dove si poteva leggere o partecipare ad altre attività o assistere ad attrazioni.
Risale al IV secolo d.C. e si trova in posizione elevata rispetto alla strada.
Foro della Statua Eroica |
colonne del portico ovest del Foro della Statua Eroica |
statua del Foro della Statua Eroica |
statua del Foro della Statua Eroica |
Atena con elmo attico (dal Foro della Statua Eroica - Museo Ostiense) |
L'Insula dell'Invidioso prende il nome dalla parola "INBIDOSOS" scritta all'interno di un mosaico che raffigura una scena marina con pesci e pescatori.
Al centro del mosaico era stata fissata una vasca.
bottega dell'Insula dell'Invidioso |
scritta "INBIDOSOS" nel mosaico della bottega dell'Insula dell'Invidioso |
scena marina nella pescheria dell'Insula dell'Invidioso |
Questi ingressi sono uno su Via dell'Invidioso e uno sulla Semita dei Cippi.
I mosaici sono del III secolo d.C.
abside del frigidarium delle Terme dell'Invidioso viste esternamente (lato orientale) |
apodyterium delle Terme dell'Invidioso con nicchie tamponate dell'apodyterium |
frigidarium delle Terme dell'Invidioso |
Tramite un corridoio, dalla palestra si poteva uscire sul Decumano Massimo.