ITINERARIO
Durante questo itinerario visiteremo le costruzioni che affacciano sul Decumano Massimo che dal Bivio del Castrum si dirige verso Porta Marina, lasciandoci alle spalle il Macellum. Superata Porta Marina vireremo in direzione sud-ovest fino a raggiungere la Sinagoga. Tornando indietro sui nostri passi torneremo verso il Decumano Massimo dove visiteremo la domus dell'Opus Sectile che affacciava direttamente sulla spiaggia, per poi entrare nel quartiere di epoca adrianea delle cosiddette Case Giardino, quartiere edificato seguendo un ordinatissimo piano regolatore.
scala esterna (al Bivio di Castrum) accanto al negozio d'angolo del caseggiato |
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Sul lato opposto del Decumano accanto alle Tabernae dei Pescivendoli si trova un'insula di epoca adrianea, con botteghe che affacciano sul Decumano Massimo e sul Vicolo del Dioniso, un vicolo lastricato chiuso che l'attraversa centralmente da nord verso sud.
resti dell'insula adrianea |
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Tornati sul Decumano sul lato destro segue la
Basilica Cristiana
La cosiddetta Basilica Cristiana fu scoperta e scavata nel 1939 da Guido Calza, il quale trovò una struttura tardoantica databile al IV secolo (opus vittatum, opus latericium, muratura in macerie), costruita sopra strutture di età traianea: una fila di botteghe, una strada che collegava Via della Foce con il Decumano Massimo, alcuni ambienti delle adiacenti Terme della Basilica Cristiana, un piccolo caseggiato con cortile.
Anche se in passato venne identificata come una basilica cristiana, in seguito a nuove iscrizioni ritrovate, oggi si pensa possa trattarsi di un ninfeo trasformato in una scuola per catecumeni, o forse la sede di una setta cristiana (come ad esempio gli Ariani) che oggi consideriamo come eretica.
Recenti indagini archeologiche avrebbero identificato un edificio che potrebbe essere una chiesa di epoca Costantiniana, questo edificio non è ancora stato scavato e si troverebbe a circa metà strada fra porta Romana e Porta Laurentina. Per leggere del ritrovamento CLICCA QUI.
L'edificio lungo e stretto di pianta irregolare, è composto da due navate absidate separate da 4 colonne e una porta.
La zona absidata della navata principale è ad un livello più basso ed ha due nicchie semicircolari per statue.
Sul lato nord-est dell'abside vi è una piccola stanza anch'essa absidata, preceduta da gradini, fiancheggiata da altre due stanze.
Anche la seconda navata è raggiungibile dal Decumano Massimo.
La navata minore termina anch'essa con una sala absidata, con cinque nicchie nel muro, provvista ognuna di una bacinella e di un foro nella parete dal quale usciva acqua (probabilmente un ninfeo). Lungo la parete absidata era una lunga vasca per la raccolta dell'acqua.
A sud-ovest della navata minore si può accedere ad un ambiente appartenuto all'adiacente caseggiato.
Nella navata di sinistra, su di un'architrave è possibile vedere un'iscrizione dei nomi dei quattro fiumi del paradiso terrestre. Due colonne, che sorreggono un'architrave con iscrizione, precedono la zona absidata della navata minore. L'iscrizione riporta i nomi dei quattro fiumi paradisiaci (Geon, Fison, Tigri ed Eufrate).
È composto da due blocchi di marmo e ha una lunghezza totale di 3,85. Uno dei blocchi era stato utilizzato come soglia.
Basilica Cristiana, colonne che dividono le due navate della Basilica Cristiana |
colonne che separano le due zone absidate delle due navate della Basilica Cristiana |
le tre cappelle della Basilica Cristiana |
colonna con la scritta VOLVSIANI V C |
zona absidata con nicchie della navata principale |
nicchie dell'abside della navata minore della Basilica Cristiana (ninfeo) |
colonne con architrave iscritta che separano la navata minore dalla sua zona absidata |
iscrizione (poco leggibile!) sull'architrave della Basilica Cristiana |
mensa ponderaria ritrovata nella Basilica Cristiana |
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La basilica riutilizza in parte spazi riadattati di un adiacente impiamto termale di epoca traianea:
Le Terme della Basilica Cristiana
ambienti e negozio della Terme della Basilica Cristiana |
Affacciano sul Decumano Massimo sono quattro negozi che fanno parte del lato meridionale dell'edificio.
corridoio d'ingresso alle Terme della Basilica |
L'ingresso era posto su Via della Foce, seguito da un lungo corridoio che permetteva di accedere ad una palestra, dietro la quale vi era un ambiente con panchine.
Gli ambienti della parte ovest dell'edificio, divenuti poi parte della Basilica Cristiana, circondavano una sala con bacino con nicchie semicircolari esterne in marmo.
bacino con nicchie in un'ambiente della zona ovest delle Terme della Basilica |
Oggi in questa sala (che si può vedere dalla Basilica Cristiana), è stata posta la statua della Fortuna, ritrovata negli scavi della basilica.
statua della Fortuna ritrovata nella Basilica Cristiana (oggi in una sala delle Terme della Basilica Cristiana) - a destra della statua il frigidarium delle Terme della Basilica |
Nella zona est vi era il frigidarium con grande vasca e pavimento a mosaico con Nereidi ed un amorino.
Tempio dei Fabbri Navali
L'edificio del tempio si raggiungeva tramite un corridoio tra due negozi. Costituito da un cortile rettangolare, circondato da un portico pilastrato, alla fine del quale c'è il tempio.
ingresso al Tempio dei Fabri Navales |
Tempio dei Fabri Navales |
iscrizione dedicata a P.Martius Philippus |
cortile del Tempio dei Fabri Navales (visto dal podio del tempio) |
scala d'accesso al Tempio dei Fabri Navales |
camera sotto il podio del tempio |
colonne depositate nel cortile del Tempio dei Fabri Navales |
basi e colonne depositate nel cortile del Tempio dei Fabri Navales |
Schola del Traiano
Nata nel II sec. d.C., sopra precedenti domus, era la sede del collegio dei fabri navales,una importante corporazione di Ostia, che comprendeva costruttori di navi, armatori e carpentieri e deteneva il controllo della flotta mercantile.
1. Sala della statua di Traiano
2. Resti della Domus del I sec. a.C.
esedra d'ingresso della Schola del Traiano |
L'edificio, costruito durante il regno di Antonino Pio (II secolo d.C.), fu costruito nello spazio precedentemente occupato da due domus: la Domus dei Bucrani (I secolo a.C.) e la Domus del Peristilio (I/II secolo d.C.).
Tramite l'esedra d'ingresso, affiancata da botteghe e da una scala, si accedeva ad un vestibolo che presentava sul lato sud due colonne di marmo, il passaggio verso un grande peristilio.
Il vestibolo era fiancheggiato da camere simmetriche sui due lati, di cui 2 presentano pavimenti riscaldati. Erano qui presenti anche scale che conducevano al primo piano o alle cantine.
Nell'ambiente sotto ad una camera orientale di questa zona è stata trovata la statua di Traiano che ha dato il nome all'edificio.
Traiano loricato (dalla Schola del Traiano - Museo Ostiense) |
Il peristilio (19,50X36m) era circondato in origine da un portico con colonne in mattoni intonacati e basi e capitelli in marmo.
Le stanze della zona sud furono aggiunte nel III secolo d.C. facendo sparire parte del peristilio.
peristilio della Schola del Traiano visto dall'angolo sud-ovest |
zona centrale del peristilio con vasca della Schola del Traiano |
particolare di una colonna intonacata del peristilio |
ambienti della zona meridionale della Schola del Traiano |
la sala da pranzo della Schola del Traiano |
lato sud-occidentale della Schola del Traiano con latrina |
latrina a quattro posti della Schola del Traiano |
Nel lato orientale del cortile è stato ricostruito un tratto del peristilio pavimentato con mosaico geometrico a piccole tessere della domus del I secolo a.C.
peristilio della domus del I secolo a.C. |
pavimento a mosaico del portico della domus del I secolo a.C. |
Nella parete di fondo venne creata una nicchia quadrata arcuata. Nell'edificio vi erano, divise da un corridoio centrale, sei camere.
arco a sud dell'insula |
Nella sala sud-orientale dell'insula venne istallato nel I secolo d.C. il Mitreo delle Sette Porte. (aprono solo in alcune occasioni speciali).
Davanti vi è un altare in muratura intonacato di bianco.
I podia vennero ricoperti da mosaico.
Nella parte verticale di questi, a metà del mitreo, vi erano due nicchie con piccolo altare di marmo.
In una di queste nicchie è stato trovato un vaso in terracotta contenente ossa di coniglio e di pollo.
Sopra i podia le pareti sono affrescate con un giardino, mentre la parete dietro l'altare è dipinta in blu con macchie rosse.
Sul mosaico in bianco e nero del pavimento tra i podia è rappresentato un cancello centrale con colonne che sostengono un arco con merli e pinnacoli, e dl quale pende un oscillum. Su ogni lato del cancello vi sono tre porte.
Sempre sul pavimento a mosaico sono stati raffigurati i pianeti Giove e Saturno, un cratere, un serpente che esce da una roccia, e un uccello con un fulmine.
Nella nicchia sarà stato rappresentato il Sole.
Lungo i podia sono invece raffigurati quattro pianeti: Mercurio, Marte, Venere Anadiomene e la Luna.
Sui pilastrini di testa dei podia, erano rappresentati (oggi quasi scomparsi), Cautes e Cautopates.
Portico e Caseggiato della Fontana a Lucerna |
fontana a lucerna |
La fontana aveva un tetto sostenuto da quattro colonnine scanalate, e una decorazione ad archetti dal lato della strada.
particolari della fontana a lucerna |
Al termine del Portico della Fontana a Lucerna si è giunti a Porta Marina, la porta della città che dava sul litorale marino.
Porta Marina vista da fuori delle mura sillane |
La Porta Marina, facente parte della cinta muraria di epoca sillana, era stata costruita in opera quadra e aveva torri sporgenti.
conci in tufo e basoli di Porta Marina |
E' questo il caso della Caupona di Alexander e Helix.
interno della Caupona di Alexander e Helix |
scritta "ALEXANDER HELIX" sul pavimento della caupona e vasca-fontana |
Venere e amorino |
danzatori grotteschi con bastoni e fallo |
bancone con doppio lavabo, stufa e scaffale della caupona |
scaffale a tre gradini |
stufa |
doppio lavabo con foro di scolo |
vasca-fontana |
possibile santuario della caupona |
accesso alla caupona dal Decumano Massimo |
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Grazie al diretto interesse dell’imperatore, che forse aveva delle proprietà in zona, fu realizzata una vasta lottizzazione, centrata sulle terme della Marciana, che prendono nome dalla sorella di Traiano, di cui fu ritrovata una statua, nella cui decorazione spicca un mosaico con atleti e su quelle del Sileno, che traggono il nome da un frammento di rilievo con maschere dionisiache rinvenuto nel corso degli scavi.
La zecca fu fondata da Massenzio nel 308/309 o nel 311, con personale proveniente dalla zecca di Carthago/Cartagine (chiusa a seguito della soppressione della ribellione di Lucio Domizio Alessandro), e funzionò fino al 313, quando, a seguito della vittoria riportata sullo stesso Massenzio, l'imperatore Costantino I, trasferì il personale alla nuova zecca di Arelate (moderna Arles).
La zecca di Ostia era molto vicina alla zecca di Roma, ma le due zecche romane servivano province differenti. La zecca di Roma riforniva la penisola, sotto la giurisdizione del rationalis summarum urbis Romae, mentre la zecca di Ostia dovrebbe aver rifornito le Tres Provinciae (Sicilia, Sardegna e Corsica) sotto la giurisdizione del rationalis trium provinciarum, e forse anche l'Africa.
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Anche sui due lati ortogonali vi è al centro una stanza.
Nella piazza vi è anche una struttura in muratura, forse un altare.
ingresso tramite colonne al Foro di Porta Marina (a sinistra) e al Santuario della Bona Dea (a destra) |
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A fianco del Foro di Porta Marina sorgeva il
Santuario della Bona Dea |
“Publio Clodio, figlio di Appio, è stato colto in casa di Gaio Cesare mentre si compiva il sacrificio rituale per il popolo, in abito da donna, ed è riuscito a fuggire via solo per l’aiuto di una servetta; grave scandalo; sono sicuro che anche tu ne sarai indignato”.
Per quanto riguarda le ragioni che lo spinsero a tale gesto alcuni non ritengono sufficiente l’espediente amoroso per stare con l’amante, ma pensano che potesse essere un atto di sfida nei confronti dello stesso Cicerone, console, che l’anno precedente aveva avuto un auspicio favorevole proprio dalla Bona Dea.
Il giovane fu accusato di incestus ma si riuscì ad evitare che venisse processato fino alla metà di aprile. Le prove contro di lui erano comunque schiaccianti e a queste si univa la condotta sempre scellerata di Clodio. Egli si vide costretto a mandare via dall’Italia parte dei suoi servi per evitare che potessero essere interrogati, ma questo non bastò in quanto la sua colpevolezza fu confermata dalle testimonianze della madre e della sorella di Cesare, il quale però decise di non testimoniare. Cesare ripudiò Pompea che non venne ritenuta una teste attendibile e quindi non venne neanche chiamata. La difesa di Clodio provò a sostenere che durante le festività in oggetto il giovane fosse altrove, ma lo stesso Cicerone, che pure aveva con Clodio buoni rapporti, testimoniò di averlo incontrato a Roma poco prima che entrasse in casa di Cesare. La sua testimonianza fu inaspettata, ma la spiegazione del suo gesto si trova in un altro passaggio della lettera ad Attico (I, 16, 5):
“Constatato quanti pezzenti erano tra i giudici, ammainai le vele e nella mia testimonianza mi limitai a deporre quello che, essendo di dominio pubblico, non si poteva passare sotto silenzio”.
ingresso al santuario |
basi delle colonne del pronao del tempio e frammenti della lastra marmorea con iscrizione dedicatoria |
Lungo il Decumano Massimo, accanto all'ingresso del Santuario della Bona Dea, vi era un ninfeo curvo del III secolo d.C., rivestito di travertino.
ninfeo |
Sul lato opposto della strada è un
Il monumento fu costruito proabilmente nel 30/20 a.C. e ciò spiega il livello più basso rispetto al Decumano Massimo.
Una base rettangolare in tufo e travertino avrà sorretto una costruzione cilindrica rivestita in marmo.
La base presenta sul fronte un'esendra rettangolare centrale affiancata da due esedre semicircolari più piccole con panche.
esedre della base del Monumento Funerario -Le panche dell'esedra centrale sono sorrette da delfini. |
decorazione con tre spade e testa di leone del Monumento Funerario |
ingresso alla Casa Fulminata |
In facciata vi sono sei botteghe, due delle quali sono "bar".
uno dei due "bar" lungo la facciata della Casa Fulminata |
cortile porticato della Casa Fulminata |
La zona meridionale del cortile era composta da ambienti con decorazioni di mosaici e pitture alludenti all'amore e alla seduzione.
Il cortile porticato presenta colonne in mattoni, singole, binate, o triple (adattamenti strutturali), sulle quali poggiava il tetto del portico.
Nella parte centrale del cortile vi era ad est una vasca d'acqua rettagolare con il bordo in mosaico formato da tessere blu, verdi, gialle rosse.
Vi era anche una vera di pozzo in marmo che divenne poi solo decorativa.
cortile e pozzo (angolo a destra) |
Nella parte sud-occidentale del cortile vi è una piccola costruzione in muratura, il luogo in cui di giorno un fulmine aveva colpito la casa, e che ritualmente era stato qui sepolto insieme agli oggetti che aveva colpito e rotto.
monumento sul luogo in cui cadde il fulmine |
scritta FDC sul monumento nel luogo in cui cadde il fulmine |
vasca rettangolare, bacini, base per altare ed edicola nel cortile della Casa Fulminata |
edicola e base per altare del cortile della Casa Fulminata |
Domus dell’Opus Sectile, realizzata proprio a Porta Marina, la cui decorazione è conservata nel museo dell’Alto Medio Evo all’Eur.
Scoperta casualmente negli anni ’40 del Novecento, si impose da subito all’attenzione proprio per il rinvenimento di tante, troppe lastre sagomate in marmi policromi. Gli scavi, ripresi negli anni ’60, furono abbastanza complessi, perché consistettero nello scavare uno spesso e complicato strato di crollo relativo alle pareti di una grande aula che erano state decorate in marmi intarsiati (ciò che viene chiamato opus sectile, appunto). Nonostante le difficoltà, si capì che il crollo era avvenuto quando la decorazione dell’aula non era stata ancora completata, perché furono rinvenuti materiali da cantiere e perché parte della stanza non era ancora mai stata pavimentata; inoltre, grazie alle monete rinvenute, coniate sotto l’impero di Massimino (383-388 d.C.) e di Eugenio (392-394 d.C.) si capì che la realizzazione e immediato crollo dell’aula fossero avvenuti proprio sul finire del IV secolo d.C.
Secondo l’ipotesi ricostruttiva, la decorazione dell’aula si articolava in zone sovrapposte: a partire dal basso si succedevano una fascia a specchiature e lesene, un grande fregio floreale, un fregio minore con elementi vegetali e geometrici, una zona con gruppi di animali in lotta (leoni sulla parete destra e tigri sulla sinistra), simile alla decorazione della basilica di Giunio Basso all’Esquilino, e infine una fascia di coronamento con specchiature e dischi.
Con effetto di sorprendente contrasto, la decorazione dell’esedra di fondo era di tipo geometrico, con un motivo a scacchiera minuta di tessere di colore giallo, bianco, verde e rosso in basso e un falso prospetto architettonico nella parte alta.
Probabilmente l’esedra aveva funzione di triclinio, ossia della zona destinata al banchetto, che di solito si trovava nella parte più interna della sala di rappresentanza ed era arredata con letti per gli invitati (klinai) e tavolini per appoggiare vivande e stoviglie.
Un elemento originale dell’opus sectile è la presenza sulla parete destra di due ritratti maschili, un giovane aristocratico con la tunica bordata di porpora e un adulto con lo sguardo penetrante e un nimbo intorno alla testa. L’interpretazione tradizionale vede nell’adulto Cristo benedicente, pur in mancanza di segni di identificazione certi (croce, lettere A e Ω nel nimbo); una ipotesi più recente, basata sul ritrovamento in domus tardoantiche della Grecia e dell’Asia Minore, di cicli decorativi con filosofi e poeti classici raffigurati con i loro allievi, interpreta il personaggio ostiense come il maestro “divinamente ispirato” della pratica filosofica neoplatonica molto diffusa nel IV secolo. E’ quindi necessaria una grande prudenza nell’interpretare in senso pagano o cristiano l’ “uomo divinamente ispirato” in assenza di un contesto inequivocabile.
Sul soffitto si deve immaginare un mosaico di pasta vitrea verde-azzurra con tralci di vite ricoperti d’oro, recuperato solo in piccola parte e ora esposto accanto all’aula.Il pavimento, composto da quaranta formelle intarsiate con motivo a stelle unite per i vertici, crea l’effetto di un grande tappeto policromo (32 mq) che accresce la sontuosità della sala.
ingresso all'Edificio con Opus Sectile |
atrio e cortile a peristilio dell'Edificio con Opus Sectile |
cortile a peristilio |
ambiente con esedra del lato est dell'edificio |
resti della diga e ambienti dell'Edificio con Opus Sectile poggianti su di essa |
ambiente con esedra rettangolare decorato con opus sectile |
ricomposizione delle decorazioni dell'aula (Museo Nazionale dell'Alto Medioevo - Roma) |
Le 40 formelle del pavimento (90x90cm) dell'aula erano predisposte, ma non ancora messe in opera.
pavimento dell'aula |
Negli ottagoni poi erano inseriti cerchi con all'interno quattro pelte.
l'utilizzo di materiali preziosi (porfido rosso, pavonazzetto, porfido verde, giallo antico ed altri), denota l'alta committenza.
Sulle pareti laterali si succedevano dal basso varie fasce decorative:
la decorazione della parete destra dell'aula |
- un grande fregio floreale
- un fregio minore con elementi vegetali e geometrici
- pannelli che raffiguravano gruppi di animali in lotta (leoni e tigri)
una tigre sulla parete sinistra dell'aula |
un leone sulla parete destra dell'aula |
Vi erano raffigurati anche due ritratti virili: un busto di un giovane uomo aristocratico (forse il benefattore del collegio proprietario della domus, vestito con toga bordata di porpora simbolo del suo stato sociale) e un busto di Cristo benedicente con barba, capelli lunghi e nimbo (frutto di una interpretazione cristiana) o come interpretano altri, un filosofo con la mano destra alzata nell'atto della docenza (figura venerata dagli aristocratici seguaci delle dottrine neoplatoniche).
decorazione con due busti virili della parete destra dell'aula |
rappresentazione di uomo barbuto benedicente |
rappresetazione di giovane uomo aristocratico |
La decorazione dell'esedra rettangolare della parete di fondo era di tipo geometrico, con un motivo a scacchiera in basso, e un falso prospetto architettonico nella parte alta.
Anche il soffitto sembra essere stato decorato a mosaico: tessere di pasta vitrea di vari toni d'azzurro sul quale si snodavano tralci con foglie e grappoli ricoperti d'oro.
Nella malta di allettamento di uno dei due pannelli con leone si trovarono due monete di bronzo dell'epoca degli imperatori Massimo (383-388 d.C.) ed Eugenio (392-394) che fanno collocare il crollo dell'aula intorno al 394/400 d.C.
Non si conosce l'utilizzo al quale la stanza era stata destinata, forse era una sala da pranzo o forse un luogo religioso.
Sul pavimento dell'aula giacevano sezioni di colonne e un'architrave, forse materiali da riusare nella decorazione della sala.
colonne da riuso |
architrave di marmo da riuso |
Sono stati anche ritrovate delle raffigurazioni di polipi e testine, non riconducibili alla collocazione originaria.
raffigurazioni di polipi e testine |
raffigurazioni di testine |
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All'angolo tra queste due strade si trova la cosiddetta
Loggia di Cartilius Poblicola e Tomba di Cartilius Poblicola (sul fondo) |
Loggia di Cartilius Poblicola |
La tomba di forma quadrata, come tutti i sepolcri, affacciava su una strada poi scomparsa con la costruzione degli edifici adrianei, che hanno attorniato il monumento funebre.
Il basamento era rivestito in travertino, il corpo centrale in marmo e il dietro della tomba invece aveva un rivestimento in tufo.
fronte del Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola |
I sedici fasci di canne raffigurati sui lati della scritta simboleggiano il numero di volte che Cartilius Poblicola è stato nominato sindaco, due fasci per ogni elezione.
fregio del Monumento Sepolcrale di Cartilius Poblicola |
Il coronamento finale del monumento sul fianco sud era decorato con un rostro di nave.
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Sulla sinistra della via si costeggia un edificio con botteghe di epoca adrianea, preceduto da un portico in mattoni.
Procedendo oltre, all'angolo tra Via di Cartilius Poblicola e Via della Marciana, vi è un caseggiato con negozi che si affacciano su entrambe le strade. A questo edificio appartengono le piccole terme in fase di scavo.
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Il ritrovamento della testa di Marciana, sorella di Traiano, ha dato il secondo nome a questo impianto termale, che fu restaurato nel VI secolo d.C. ed stato usato almeno fino a quell'epoca.
testa di Marciana (dalle Terme di Marciana - Museo Ostiense) |
palestra delle Terme della Marciana |
mosaico geometrico di un ambiente delle terme |
ambiente di passaggio per l'apodytherium con mosaico bianco |
mosaico nell'apodytherium con due pugili e un giudice in primo piano |
mosaico nell'apodytherium con discobolo e trombettiere (con corona e strumento vinti in una gara musicale) |
mosaico nell'apodytherium con lottatori |
mosaico nell'apodytherium con atleta con strigile |
mosaico nell'apodytherium con atleta con pesi (usati per il salto in lungo o per allenarsi) |
mosaico nell'apodytherium con pugile, giudice ed erma |
mosaico nell'apodytherium con atleta con due strigili e un vaso per l'olio |
frigidarium visto da sud |
una vasca del frigidarium |
piscina absidata del frgidarium e pilastri che reggevano la volta |
Due ambienti del lato orientale hanno un mosaico del III secolo d.C. con scene marine e soggetti ittici.
ambiente orientale delle terme |
zona meridionale delle terme con camere riscaldate (l'abside appartiene ad un tepidarium) |
piccolo impianto termale a sud delle Terme di Porta Marina |
Percorrendo dalle Terme di Porta Marina quel che resta della Via Severiana, si giunge a visitare la Sinagoga.
I resti della sinagoga sono stati portati alla luce nel 1961 durante la costruzione della strada tra Roma e l'aeroporto di Fiumicino. Gli scavi del sito proseguirono dal 1961 al 1977 sotto la direzione di Maria Floriani Squarciapino, Soprintendente della Soprintendenza Archeologica di Ostia dal 1966 al 1974.
La sinagoga si estende su 850 metri quadri e contiene vari locali con diverse funzioni: dalla cottura del pane azzimo, al lavacro in vista del seppellimento, alla sala di riunione per le preghiere.
Orientata verso est (verso Gerusalemme), dove si trova anche l’ingresso. Da un vestibolo circondato da colonne di marmo si accede all’Aula, a destra del vestibolo c’è una stanza con un bacino che probabilmente serviva per le abluzioni, a sinistra dell’ingresso dell’aula si trova il particolare armadio in cui erano custoditi i rotoli della Torah. Davanti alla parete posteriore curvata dell’aula c’è un podio per la lettura della Torah ad alta voce.
Nella cucina si trovano resti di un tavolo di marmo e il forno per la preparazione del pane azzimo. I pavimenti sono decorati con mosaici geometrici in bianco e nero.
Sinagoga |
Sinagoga (vista da est) |
La Sinagoga è orientata verso Gerusalemme (est-sud-est).
Si accedeva dalla Via Severiana tramite un portico con due gradini che scendevano nel corridoio, dove vi era un pozzo.
ingresso sulla Via Severiana e corridoio con pozzo |
ambienti che si aprivano sul corridoio |
mosaico di un ambiente della Sinagoga |
nartece e ambiente di passaggio con colonne |
grande aula della Sinagoga |
lato curvo della grande aula della Sinagoga con il podio sul fondo |
nodo di Salomone rappresentato nel pavimento della grande aula della Sinagoga |
Davanti alla parete arrotondata vi era un podio (bema o tevah), sul quale venivano letti i rotoli della Legge (la Torah, i primi cinque libri del Vecchio Testamento).
edicola per custodire la Torah |
La fronte del podio dell'edicola era ricoperta in opus sectile.
I capitelli delle colonnine sono del II secolo d.C., mentre l'edicola fu costruita tra il III e il IV secolo d.C.
In questa edicola era posto l'armadio che custodita la Torah.
Nella parte meridionale dell'edificio vi era un grande ambiente con panchine che correvano lungo due delle sue pareti, usato probabilmente per le riunioni.
Vi erano anche ambienti funzionali: una cucina con tavolo e forno, dove si preparava il pane azzimo.
Sopra e nel pavimento a mosaico bianco e nero della cucina vi erano anfore dove venivano conservati l'olio e il vino.
ambienti funzionali della Sinagoga |
cucina con il forno sulla sinistra |
Ad ovest della Sinagoga si trova un piccolo Ninfeo del II secolo d.C.
ninfeo |
vestibolo del ninfeo |
ambiente con scale del ninfeo |
ninfeo |
Tornando indietro verso il Decumano Massimo, dall'altro lato della Via Severiana rispetto alla Sinagoga, si trovano le cosiddette Terme di Musiciolus.
I suoi mosaici sono del IV secolo d.C. Dalla hall d'ingresso decorata con due colonne si passava al frigidarium con due vasche e con mosaici, uno in bianco e nero e uno policromo con pesci ed eroti a cavallo di delfini.
camere riscaldate viste dalla Via Severiana |
Case Giardino |
Si stima (dallo spessore dei muri e quindi dal peso che potevano sopportare si può dedurne il numero di piani), che potessero vivere nelle Case Giardino 1200 persone.
Le residenze erano separate dal traffico cittadino da file di negozi e spazi aperti. Nei giardini che circondavano i due blocchi di appartamenti centrali vi erano, nelle aree orientali e occidentali, sei bacini d'acqua, forse un tempo coperti e circondati da grondaie sul pavimento, con fori per posizionare i secchi.
Queste cisterne servivano a garantire l'acqua alle residenze perimetrali del complesso, mentre i blocchi centrali erano dotati di tubature idrauliche che portavano l'acqua anche ai piani superiori.
decorazioni parietali degli appartamenti delle Case Giardino |
ambienti di un appartamento medianum delle Case Giardino |
sottoscala di scala esterna di un appartamento delle Case Giardino |
letamaio |
cisterna e resti di mosaico |
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino |
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino |
botteghe lungo il perimetro del complesso delle Case Giardino |
ingresso principale delle Case Giardino |
ingresso delle Case Giardino (sul lato settentrionale) |
corridoio d'accesso al giardino delle Case Giardino (sul lato nord) |
ingresso delle Case Giardino (sul lato settentrionale visto dal giardino) |
I primi caseggiati che incontriamo sono l'Insula delle Pareti Gialle e la sua gemella insula dei Graffiti e la Domus dei Dioscuri e la Dumus del Ninfeo.
posta tra il giardino interno delle Case Giardino e la Casa del Graffito (di cui è gemella), MA è un appartamento mediano di epoca adrianea.
I resti di pittura che ornavano le sale, in cui predomina il colore giallo, sono del II secolo o di epoca severiana.
decorazione pittorica del triclinium dell'Insula delle Pareti Gialle |
L'Insula del Graffito, come ho già detto, è gemella dell'Insula delle Pareti Gialle, anche se più piccola.
sala di rappresentanza dell'Insula del Graffito |
Rimangono pochi resti della pittura decorativa e dei mosaici che l'adornavano.
Nell'angolo sud-est delle Case Giardino, si erge la
Domus dei Dioscuri.
Le sue murature sono datate dal II al V secolo d.C.
Frutto di una ristrutturazione totale effettuata su una casa del periodo adrianeo, ha un corridoio a "L", alla fine del quale ci sono le due stanze principali: una stanza da letto, con un mosaico al centro del quale ci sono i Dioscuri (particolarmente venerati ad Ostia perchè protettori dei naviganti durante le tempeste marine); un salone, con un altro mosaico di stile africano, raffigurante una Venere in una conchiglia, circondata da delfini e mostri vari. Al lato di quest'ultima stanza, ce ne sono altre due più piccoline, in una di queste un altro mosaico, a figure geometriche.
L'ingresso alla domus avveniva attraverso una sala con muro e soglia curva.
Superata una camera, si entrava in un'altra dove nella parete di fondo due nicchie rettangolari affiancavano una nicchia centrale semicircolare.
L'ambiente a destra della sala d'ingresso era forse una bottega collegata alla domus attraverso la stanza alle sue spalle.
La domus era schermata in parte da un muro dietro al quale correva un corridoio di servizio, e sul quale affacciavano due stanze di stoccaggio.
muro perimetrale della Domus dei Dioscuri, corridoio e impianto termale |
ambienti della Domus dei Dioscuri |
sala con mosaico con i Dioscuri |
particolare del mosaico con raffigurazione dei Dioscuri |
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri |
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri |
particolare della sala con mosaico dei Dioscuri |
Questa domus aveva, posti sul suo lato ovest, dei piccoli bagni termali: un frigidarium con due vasche e due calidaria.
interno di una vasca del frigidarium |
un'altra vasca del frigidarium |
bacino absidato del calidarium |
vasca rettangolare del calidarium |
Alle spalle dell'impianto termale privato della Domus dei Dioscuri, in una piazzetta che confina anche con la Domus del Ninfeo, si trova un Ninfeo pubblico, costruito in laterizio in epoca adrianea.
Costituisce la facciata monumentale di una riserva d'acqua che alimentava le fontane delle Case Giardino adiacenti.
Il ninfeo ha tre nicchie: una semicircolare in mezzo a due rettangolari.
Sotto alla nicchia sinistra vi era un foro dal quale usciva l'acqua che riempiva il sottostante bacino.
Ninfeo pubblico |
Questa domus fu istallata nel IV secolo d.C. in un caseggiato con negozi del II secolo d.C., conserva un ninfeo che ospitava nelle nicchie delle statue e un gioco d'acqua, con scivoli di marmo. Interessante anche il pavimento con marmo intarsiato.
Domus del Ninfeo vista dal Decumano Massimo |
alcune botteghe sul Decumano Massimo del caseggiato in cui si è istallata la Domus del Ninfeo |
ninfeo della Domus del Ninfeo |
Le nicchie erano dipinte in rosso e blu, e ne rimane parte della vernice.
Tra le nicchie vi erano colonnine di mattoni.
L'acqua dal podio del ninfeo scorreva su piccoli gradini fino dentro al bacino. |
In fondo al cortile vi era una sala preceduta da due colonne di marmo. |
camera di passaggio per uscire sulla strada |
sala con trifora della Domus del Ninfeo |
sala con trifora della Domus del Ninfeo |
particolare dell'opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo con stella di Davide |
corridoio con ambienti della Domus del Ninfeo |
ambiente absidato con pavimento in opus sectile della Domus del Ninfeo |
La domus aveva anche un piano superiore, raggiungibile con scale ancora presenti in parte.
scale della Domus del Ninfeo |
L'Insula delle Ierodule o Insula di Lucceia Primitiva si trova sul lato ovest delle Case Giardino (apre solo in alcuni periodi dell'anno).
Insula delle Ierodule |
Il nome dell'insula deriva dalle figure femminili con mansioni di prostitute sacre rappresentate sulle sue pareti.
Le ierodule erano giovani donne addette al tempio che partecipavano con musica e danza alle cerimonie, e che esercitavano la prostituzione sacra all'interno del tempio per arricchirne i proventi.
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Di recente è stato trovato in un ambiente dell'insula un graffito di uno scioglimento di un voto da parte di Lucceia Primitiva e per questo si è voluto chiamare l'insula con il suo nome.
La pianta dell'insula costruita intorno al 130 d.C. è simile agli altri appartamenti delle Case Giardino, tranne che per due colonne in mattoni poste in entrata alla sala principale di rappresentanza.
L'edificio subì una distruzione durante il III secolo d.C. a causa di un terremoto, che causò il crollo dei piani superiori.
sala di rappresentanza con colonne dell'Insula delle Ierodule |
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule |
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule |
A pochi metri a sud dell'Insula delle Ierodule sorsero nel 130 d.C. le Terme Marittime, il cui nome venne loro dato erroneamente, creando confusione con le Terme di Porta Marina.
Terme Marittime |
Nelle loro rovine, quando caderono in disuso, furono istallate due fornaci e sepolti in anfore cinque bambini (probabilmente di religione cristiana).
angolo sud-ovest delle Terme Marittime |
ambiente delle Terme Marittime dove vi erano tre forni |
natatio delle Terme Marittime |
Paralleli alla natatio vi erano tre ambienti riscaldati, di cui uno con lato curvo. Vi erano marmi colorati alle pareti e mosaici in bianco e nero (in parte perduti) con Nereidi su mostri marini, Tritoni e Oceano.
Nell'angolo sud-ovest si vedono i resti di un corridoio di servizio.
Il frigidarium aveva vasche sui lati corti.
Altri ambienti non sono di facile lettura per il visitatore perché inacessibili o coperti da vegetazione.
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ingresso e sarcofago/fontana della Domus del Decumano |
L'ingresso della domus avviene attraverso un'apertura dell'ex portico.
Nel portico vi è un sarcofago con foro, usato come vasca o fontana.
Un corridoio, che passa attraverso gli ex negozi e le loro retrobotteghe, conduce ad una sala dove vi è un bacino ricoperto in marmo.
Da questa sala, tramite tre gradini, si accede ad un'altra sala rivestita in marmo e preceduta da due colonne.
sala con colonne d'ingresso della Domus del Decumano - una colonna è quasi totalmente nascosta dalla vegetazione! |
Due negozi erano in collegamento con il vestibolo della domus. Il vestibolo conduce ad un cortile sul quale s'affacciano due sale, un tempo rivestite in marmo. Nel cortile è stato ritrovato un altare dedicato a Marte Augusto, e probabilmente questo edificio è stato la sede di una gilda.
negozi e ingresso della Domus di Marte |
nicchie di un negozio della Domus di Marte affacciato su Via degli Aurighi |
cortile della Domus di Marte |
Via delle Volte Dipinte: Insula delle Muse (a sinistra) e Insula delle Volte Dipinte (a destra) |
Addentrandosi nella casa, percorrendo il corridoio, nel susseguirsi di stanze, c'è un piccolo salotto decorato con affreschi raffiguranti Apollo e le muse (un importante esempio di come, pur essendo andata distrutta Pompei già da molti anni, l'architettura scenografica che lì regnava, continuò ad esistere, seppur in misura minore).
Più avanti il grande ambiente del triclinio, abbellito da pitture murarie, raffiguranti pilastri, colonne, finestre e porte aperte, da cui sembrano entrare ed uscire piccole figure di donna. La stanza più vasta, ricorda il vano importante e solenne delle domus pompeiane, con graffiti, che tra gli altri soggetti, riproducono la colonna Traiana.
L'ambiente a nord del vestibolo era una cucina con bacino.
Gli ambienti dell'insula, con raffinate decorazioni parietali e pavimentali, gravitano intorno ad un cortile centrale porticato.
I mosaici dell'insula sono a disegni geometrici bianchi e neri.
Insulae delle Volte Dipinte
Il primo caseggiato posto sulla sinistra della strada è l' Insula delle Volte Dipinte (visitabile solo in esterno). Anche questa di epoca adrianea, fu restaurata più volte; molto singolare, per quel tempo, la planimetria, non c'è il cortile interno, ma un corridoio, che taglia in due il piano terra, su cui si affacciano le varie stanze, tutte dotate di finestra per far entrare la luce. Un'altra particolarità di questa insulae sono gli affreschi sulle volte; tutti gli affreschi qui ritrovati, possono essere suddivisi in due categorie: quelli su fondi gialli e rossi (di solito utilizzati per ambienti di rappresentanza) e quelli su fondi bianchi (utilizzati per ambienti privati). A nord troviamo una taberna con un bancone. Al secondo piano, una cucina con bancone e fornelli ben conservati e uno scarico per le acque. Sull'utilizzo di questa casa ci sono versioni contrastanti, a causa di alcuni dipinti con scene erotiche, ritrovato in una delle sale: la prima ipotesi è che si trattasse di una casa di piacere, ma la cosa strana è che sorge nella zona più signorile di Ostia antica; la seconda ipotesi è che si tratti semplicemente di una camera da letto privata.
facciata meridionale dell'Insula delle Volte Dipinte |
E' una casa su due piani che si trova isolata su una piazzetta a sud-est delle Case Giardino.
L'angolo nord dell'edificio è occupato da un "bar" con bancone ben conservato e resti di pittura alle pareti con figure umane.
"bar" dell'Insula delle Volte Dipinte |
timpano dell'ingresso sul lato ovest dell'Insula delle Volte Dipinte |
La parte ovest del primo piano, forse un unico appartamento, conserva dipinti con elementi architettonici, animali e figure umane su fondo giallo di epoca antonina. La parte inferiore è dipinta a finto marmo.
Nel triclinio, accanto al vestibolo, sono rappresentate figure danzanti femminili e un Priapo.
Nel secondo e attiguo triclinio le pareti sono decorate con un paesaggio e una testa di Zeus-Ammone.
La zona est del pian terreno era probabilmente un albergo dato che le camere sono tutte chiudibili singolarmente e indipendenti.
Dai dipinti e dai graffiti si deduce che l'insula fu trasformata in lupanare. Le decorazioni pittoriche delle volte risalgono ad età severiana.
In quest'ala dell'insula vi era anche una cucina e un bagno con bacino per l'acqua portata direttamente dalla cisterna esterna all'insula.
cisterna per l'acqua |
scala d'accesso al primo piano dell'Insula delle Volte Dipinte |
A nord dell'Insula delle Volte Dipinte sono l'Insula Trapeziodale e l'Insula delle Muse
ingresso dell'Insula Trapezoidale e letamaio |
cortile e ambienti laterali dell'Insula Trapezoidale |
Questa era una stalla con due mangiatoie, per gli ospiti che frequentavano l'albergo dell'Insula delle Volte Dipinte.
scale interne al cortile dell'Insula Trapezoidale |
Esternamente vi era anche un letamaio e una bottega.
bottega dell'Insula Trapezoidale |
letamaio |