Adriano conobbe il giovane Antinoo durante un suo viaggio a Claudiopoli in Oriente intorno al 123 d.C. e da quel momento i due non si separarono più. Antinoo entrò a far parte del seguito personale dell'imperatore accompagnandolo ovunque. Tra loro vi era un rapporto profondo, di puro affetto e stima, di reciproco rispetto e forte complicità. Una vicinanza che fece subito pensare ad un amore non certo platonico, malgrado la grande differenza di età fra i due uomini, ben 35 anni. Ad unirli erano i loro interessi per l'arte, la poesia, la filosofia ma anche la caccia, come testimoniato in dei tondi marmorei dove i due amici sono ritratti mentre vanno a caccia di animali feroci, ed utilizzati due secoli più tardi per decorare l'arco di Costantino.
Una storia romantica, la loro, che si concluse in maniera drammatica. Antinoo morì in circostanze misteriose il 30 ottobre del 130 d. C , mentre accompagnava l’imperatore in una gita sul Nilo. Una morte che ancora oggi fa discutere gli storici che si interrogano se fu un incidente, un omicidio, un suicidio oppure un sacrificio rituale compiuto dal giovane per salvare la vita del suo amato imperatore. Ciò che è certo è l’immenso dolore che Adriano provò per la prematura scomparsa del suo amato compagno, tanto da fondare nel luogo dove il suo amato era venuto a mancare una nuova città che chiamò Antinopoli, e divinizzando il giovane assimilandolo ad Osiride.
“Adriano gli decretò ogni sorta di onori fino alla sua ammissione fra gli dèi, spiegando della sua metamorfosi in una stella.” (Elio Sparziano, Historia Augusta).
La stella, fu raffigurata in una varietà di monete emesse nell'impero che rappresentano il giovane Antinoo in groppa a un grifo volante, oppure a cavalcioni del cavallo alato Pegaso. La costellazione dedicata ad Antinoo è rimasta ben visibile in cielo per quasi due millenni, per scomparire solo quando le costellazioni sono state formalizzate dall'International Astronomical Union nel 1930.
L’immagine del giovane fu resa eterna anche grazie alla produzione di un gran numero di statue, busti e rilievi posizionati in tutte le città dell’impero ad incarnare l’ideale assoluto di eterna bellezza.
Ma dove fu sepolto Antinoo?
Antinoo annegò nel Nilo, e poichè il fiume era ritenuto una divinità, si credeva che tutte le persone morte nelle sue acque divenissero a loro volta delle divinità e avessero diritto ad essere sepolte in un’area apposita su un fianco di una montagna nella Valle dei Re, ma Adriano era molto legato al giovane bitinio, è quindi probabile che Adriano non abbia voluto separarsi dal corpo dell’amante e che lo abbia portato dove poteva tenerlo sempre vicino, cioè nella sua villa Tiburtina, questa ipotesi è rafforzata da un'iscrizione incisa su di un obelisco in granito egizio, alto più di 9 m, oggi posizionato nei giardini del Pincio.
L'obelisco è ornato con delle iscrizioni in geroglifico che narrano la vita e la tragica vicenda del giovane Antinoo fino alla sua deificazione. I geroglifici sono molto rovinati, e di difficile interpretazione, ma su uno di essi si è potuto leggere questa frase: “Antinoo, il dio che riposa all’interno della tenuta agreste del Signore di Roma”
Nel 2005, gli archeologi rinvennero in maniera del tutto fortuita i resti di un tempio, l'"Antinoeion", presso l'ingresso di Villa Adriana, forse un mausoleo, presunto luogo di inumazione di Antinoo, o almeno un cenotafio progettato per onorare la memoria del ragazzo.