La Basilica di San Clemente


Luogo di culto della venerata memoria di S. Clemente, terzo pontefice dopo S. Pietro, martire sotto Domiziano, si sviluppa su tre livelli che si sono sovrapposti attraverso i secoli. Al livello superiore vi è la basilica medievale vera e propria, completata nel 1123. L'ingresso principale su Piazza San Clemente è inquadrato in uno splendido protiro del XII secolo. Si accede così ad un cortile interno, quadriportico con colonne ioniche e architravi, che precede la facciata settecentesca con un piccolo campanile. 
L'interno preserva ancora l'aspetto medievale, nonostante diversi rimaneggiamenti nei secoli successivi. È suddiviso in tre navate, ciascuna terminante con un abside.

Le colonne antiche, di varia provenienza, hanno capitelli ionici (alcuni rifatti in stucco), il pavimento cosmatesco del XII secolo è uno dei meglio conservati a Roma; nel mezzo della navata è la schola cantorum del VI secolo voluta da papa Giovanni II, la schola venne trasportata nella chiesa superiore insieme alla cattedra episcopale databile anch'essa al VI secolo. 
Nell'abside centrale è conservato il meraviglioso mosaico, raffigurante l'albero della vita che prende il suo avvio dalla passione del Cristo, crocifisso tra la vergine e S. Giovanni Evangelista. Meravigliosi i vari particolari.
Dalla sagrestia si accede alla basilica paleocristiana inferiore, costruita alla fine del IV secolo; essa presenta tre navate, divisa da colonne, ed è preceduta da un nartece; per tutto l'alto medioevo fu una delle più importanti di Roma, arricchita da affreschi e arredi vari.
Questa basilica venne gravemente danneggiata durante il sacco dei Normanni di Roberto il Guiscardo nel 1084, venne abbandonata e interrata per costruirvi sopra la nuova basilica. 

Al terzo livello, infine, si conservano resti di edifici pubblici e privati, separati da un vicolo, ora coperto, databili al I e II secolo d.C.; nell'edificio privato nel III secolo fu realizzato un mitreo.
Il mitreo è costituito da tre ambienti, il triclinio, il vestibolo e la schola mitraica, con resti di stucchi ed affreschi. Il triclinio costituisce l'ambiente centrale del mitreo, e presenta una volta ribassata a simulare una caverna. Sulle pareti laterali vi sono dei banconi, sui quali prendevano posto gli adepti durante le celebrazioni. Sulla volta vi sono delle aperture in relazione agli aspetti astrologici della dottrina, al centro un'area marmorea con Mitra che immola il toro
Attraversando quello che una volta era un vicolo all'aperto si giunge ad altri ambienti romani, identificati con la Zecca voluta da Domizian. Qui scorrono le acque del torrente Labicano, utilizzato per raffreddare le monete appena coniate. Lo stesso torrente alimentava il laghetto della Domus Aurea di Nerone, poi trasformato nel Colosseo. Il torrente è uno dei numerosissimi corsi d'acqua sotterranei della città, poi canalizzato nella Cloaca Massima.
Sedia stercoraria
Sedia stercoraria del papa S Giovanni in Laterano
Utilizzo della sedia Stercoraria
I 3 livelli della chiesa

navata sinistra con la fonte battesimale


Teodora (VIsec ?) trasformata in una Madonna (IX sec ?)

Mosaici a  S Vitale - Ravenna VI secolo


discesa al Limbo IX sec

 






MITREO


Altare mitraico
Mitra uccide il Toro aiutato dai Dadofori, il cane, il serpente e lo scorpione


La zecca


MOSAICI DEL CATINO ABSIDALE​












Masolino a Roma con il Cardinale Branda Castiglioni


Prima di dipingere gli affreschi di Castiglione Olona (Varese)Masolino da Panicale realizzo’ a Roma alcune delle sue opere più importanti, tra le quali gli affreschi della Cappella di Santa Caterina d’Alessandria (1427-30), nella basilica di San Clemente.In entrambi i casi le opere gli furono affidate dal Cardinale Branda Castiglioni (Milano 1350 – Castiglione Olona 1443), che conobbe nel 1425 quando stava ancora lavorando insieme a Masaccio ai celeberrimi dipinti della Cappella Brancacci in San Frediano a Firenze.


E fu appunto il Cardinale Branda Castiglioni (divenuto il suo grande mecenate), che affido’ i più importanti incarichi decorativi proprio a Masolino da Panicale quando fece ricostruire Castglione Olona come una “città ideale”, con tutti i canoni urbanistici e sociali dettati dalla cultura umanistica.
Masolino da Panicale realizzo’ dunque le sue ultime opere, “indipendenti “dalla poderosa collaborazione professionale di Masaccio, propriamente a Roma e poi a Varese.
Agli inizi del 1400 Roma era una città desolata e il ritorno definitivo dei papi, dopo il lungo esilio avignonese (1309-77) riaccesero l’interesse per la produzione artistica, e per questo vennero chiamati artisti di altre città, come il Pisanello, Gentile da FabrianoMasaccio e, appunto, Masolino da Panicale.
Si considerano, tradizionalmente, tutti gli affreschi Cappella di Santa Caterina d’Alessandria nella basilica di San Clemente di mano di Masolino da Panicale, anche se in tempi recenti si è avanzata la ipotesi di alcuni interventi di Masaccio nella sinopia della Crocifissione e nelle due figure di cavalieri sulla sinistra dello stesso affresco. La cosa certa e tragica è che nel 1428, durante la realizzazione di questi affreschi Masaccio morì a Roma quando aveva solamente 26 anni……(pensate, solamente 26 anni!….è incredibile come questo poco più che “ragazzo”, Masaccio, in così poco tempo avesse realizzato praticamente le opere più importante del Rinascimento italiano, che influenzarono tutte le epoche successive fino ai nostri giorni).
Masolino da Panicale aveva circa 18 anni più di Masaccio ed aveva vissuto questo sodalizio creativo in modo evidentemente conflittuale, qualcosa che ricorda il vecchio adagio dell’allievo che supera il maestro.


In realtà le cose dell’Arte, a questi altissimi livelli, è difficile poterle comparare, perchè si tratta di personalità ed espressività molto diverse l’una dall’altra, e questi affreschi di Roma e di Varese di Masolino da Panicale, ormai senza avere al suo fianco Masaccio, dimostrano il suo poderoso senso dello spazio compositivo e della integrazione plastica con l’architettura esistente, il suo disinvolto uso di nuovi schemi prospettici , il senso “naturalista” del colore e della luce, che aprono il cammino espressivo al pieno Rinascimento…. soprattutto in zone saldamente legate alla cultura gotica, come l’Italia settentrionale dove Masolino porto’ questa ventata di rinnovamento pittorico.
Gli affreschi di Masolino da Panicale nella basilica di San Clemente a Roma rappresentano una Annunciazione sul frontone di ingresso, la Crocifissione sulla parete di fondo, alcune storie di sant’Ambrogio sulla parete di destra , sulla sinistra varie storie di santa Caterina d’Alessandria e sulla volta i quattro evangelisti e quattro dottori della Chiesa.
Da notare le storie di santa Caterina di Alessandria, a cui è dedicata la Cappella, che vuole evidenziare il rapporto tra il sapere umanistico e la teologia, tema caro al Cardinale Branda Castiglioni.
E’ necessario ricordare, a questo proposito, che Alessandria d’Egitto a partire dal III secolo a.C. fu sede della più grande e ricca biblioteca del mondo antico ed uno dei principali poli culturali ellenistici….distrutta nel 391 d.C da fanatici cristiani, guidati dal vescovo Teofilo (il piromane), con la connivenza dell’Imperatore Teodosio I……e proprio in questa città nel 305 venne martirizzata dai “pagani” Caterina d’Alessandria , vergine e martire, venerata come santa dalla Chiesa Cattolica, da quella Ortodossa e, in generale, da tutte le Chiese Cristiane che accettano la venerazione dei Santi…..soltanto un secolo dopo, nel marzo 415 venne martirizzata, da una folla di cristiani in tumulto Ipazia d’Alessandria che era una matematica, astronoma e filosofa greca antica, rappresentante della filosofia neo-platonica… ma il suo martirio venne occultato per secoli.











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Per approfondimenti 

Video
Passaggio a Nord Ovest – La Basilica di San Clemente con Alberto Angela