Roma: il Foro Romano (sezione occidentale)
Continua la mia passeggiata nel Foro Romano, più precisamente nella parte occidentale del sito.
Nell'altro post ero arrivata a descrivere il Tempio di Antonino e Faustina, e procedendo dall'ingresso posto su Via dei Fori Imperiali, continuerò la mia narrazione dai resti della Basilica Fulvia-Emilia.
Basilica Fulvio-Emilia (sulla sinistra un arco d'ingreso) |
Basilica Fulvia-Emilia |
Sotto una tettoia si trovano i resti del primo impianto della basilica. un muro di fondazione e dei basamenti delle colonne in blocchi di tufo (una basilica a tre navate).
resti in tufo della primitiva Basilica Flavia-Emilia |
Aveva una facciata con un portico a due piani con 16 arcate su pilastri con semicolonne, sostituito da un portico a colonne di granito (solo tre sono rimaste), costruito dopo l'incendio del 410 durante il sacco di Roma di Alarico.
le tre colonne che rimangono del porticato della Basilica Flavia-Emilia del V secolo d.C. |
colonne del portico davanti alla Basilica Flavia-Emilia |
Tabernae novae |
Nell'angolo nord-est della basilica sono stati posizionati i calchi di frammenti del fregio con soggetti inerenti l'origine di Roma, che era collocato all'interno dell'edificio (I secolo d.C.).
calco di un frammento del fregio della Basilica Flavia-Emilia |
calco di un frammento del fregio della Basilica Flavia-Emilia |
Ne rimane un'iscrizione.
iscrzione dedicatoria al Divino Lucio |
Accanto alla gradinata della Basilica Flavia-Emilia si trova ancora il basamento circolare in marmo delSacello di Venere Cloacina.
Un recinto circolare conteneva due simulacri che rappresentavano due aspetti della stessa divinità:Cloacina e Venere.
Sacello di Venere Cloacina |
Questo era il luogo dove si svolsero le purificazioni col mirto (pianta sacra a Venere) degli eserciti dei Romani e dei Sabini dopo la guerra successiva al "Ratto delle Sabine".
Avvenne qui anche la leggendaria uccisione di Virginia da parte del padre perché non cadesse nelle mani del decemviro Appio Claudio.
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Questo spazio consacrato dagli auguri, prima quadrangolare e poi circolare, era posizionato secondo i quattro punti cardinali e veniva per questo usato come orologio solare.
Sulle gradinate che lo circondavano i cittadini potevano assistere alle assemblee popolari.
Alla fine del secolo scorso venne alla luce una pavimentazione in marmo nero, separato dalla pavimentazione in travertino di epoca augustea da una transenna in marmo bianco: il Lapis Niger(sito attualmente coperto perché in restauro).
Questo luogo poteva essere collegato con la morte di Romolo per mano dei Senatori, o essere la tomba del pastore Faustolo che trovò Romolo e Remo e li allevò insieme alla moglie Acca Laurentia, o quella di Osto Ostilio, nonno di Tullo Ostilio terzo re di Roma.
Sotto alla pavimentazione si trovò un complesso monumentale arcaico databile VI secolo a.C.: un altare a tre ante, un tronco di colonna (che sosteneva forse una statua) e un cippo iscritto.
Solo una frase di questo è comprensibile:
"Chiunque violerà questo luogo sia consacrato agli dei infernali".
calco del cippo del santuario sotto il Lapis Niger (Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano) |
ricostruzione del santuario sotto il Lapis Niger (Museo Nazionale Romano- Terme di Diocleziano) |
Fu succesivamente restaurata da Domiziano e da Diocleziano
Curia Iulia (a destra) |
Curia, Chiesa dei Ss Luca e Martina e Foro di Cesare |
Oggi questo sito è occupato dalla chiesa dei Ss Luca e Martina costruita nel VII secolo da Papa Onorio I.
chiesa dei Ss Luca e Martina |
Nel XX secolo la chiesa fu sconsacrata e riportata alle sembianze del restauro dioclezianeo.
Curia vista lateralmente dalla Basilica Flavia-Emilia |
La facciata principale era adornata nella metà inferiore da lastre marmoree, e nella parte superiore da un bugnato di stucco che imitava il marmo.
In questa facciata si aprono una porta e tre finestre.
Curia |
porta in bronzo della Curia |
All'interno il pavimento marmoreo ad intarsio è in parte originale e in parte ricostruito con marmi antichi policromi.
Il soffitto ligneo è stato ricostruito.
Le pareti, ricoperte di marmi, hanno nicchie inquadrate da colonnine che contenevano statue.
Rimangono alcuni lacerti delle pitture bizantine che furono fatte quando la Curia fu trasformata in chiesa.
I tre bassi e larghi gradini dei lati lunghi della sala erano destinati a sostenere i seggi dei senatori (300).
Sul fondo della sala tra due porte si trova il basamento che accoglieva la presidenza e forse l'altare e la statua della Vittoria proveniente da Taranto, postavi da Ottaviano, e fatta distruggere come simbolo pagano da Costanzo II nel 357 d.C. per insistenza di S.Ambrogio.
Sono esposti nella Curia i plutei, rilievi che rappresentano scene relative al principato di Traiano (il condono dei debiti fiscali ai cittadini e l'istituzione degli alimenta, i prestiti agricoli a basso interesse per il sostentamento dei fanciulli poveri), raffigurate nel Foro.
La Curia non è attualmente visitabile.
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Alla destra della Curia fu eretto nel 203 d.C. l'Arco di Settimio Severo.
Arco di Settimio Severo (oggi con i lavori di restauro) |
Arco di Settimio Severo (ad agosto prima dei lavori di restauro) |
Arco di Settimio Severo |
iscrizione dedicatoria sull'attico dell'Arco di Settimio Severo |
Nel fornice centrale passava la Via Sacra.
uno dei fornici minori |
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Tra la Curia, l'Arco di Settimio Severo e la Piazza del Foro vi sono alcuni basamenti di monumenti onorari:
- una base con dedica di Massenzio a Marte scalpellata dopo la battaglia di
Ponte Milvio (vicina al Lapis Niger)
- una base per la statua equestre di Costanzo II (accanto all'Arco di Settimio
Severo)
- una base con iscrizione dedicatoria ad Arcadio, Onorio e Teodosio, per la
vittoria contro i Goti di Alarico (vicina al Lapis Niger)
- una base marmorea di colonna onoraria scolpita sulle quattro facce con
iscrizione che ricorda il decimo anniversario dei Cesari della Tetrarchia (verso
l'Arco di Settimio Severo).
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Vicino al pilone meridionale dell'Arco di Settimio Severo si trova un monumento tradizionalmente chiamato Volcanal, il luogo sacro contenente l'ara dedicata da Tito Tazio, re dei Sabini, al dio Vulcano.
Volcanal/Ara di Saturno |
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Accanto al cosiddetto Volcanal (più probabile quindi Ara di Saturno), tra l'Arco di Settimio Severo e ilTempio della Concordia, sorge un nucleo circolare di mattoni: l'Umbilicus Urbis (o Mundus luogo sacro dedicato a Proserpina e Dite), il centro ideale della città (omphalos).
Umbilicus Urbis |
ingresso all'Umbilicus Urbis |
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Tra il Tempio di Saturno e l'Ara di Saturno, simmetricamente all'Umbilicus Urbis, si trovano i resti delMiliarum Aureum, il "miliario d'oro".
base del Miliarum Aureum |
Erano qui scritte le distanze tra Roma (a partire dalle porte delle Mura Serviane) e le principali città romane, calcolate in miglia.
Della costruzione, costituita da una grande colonna (con un diametro di 1,30m) rivestita di bronzo dorato e da una base in marmo bianco decorata con palmette, non rimane poi molto.
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Costeggiando la salita che dal Foro porta al Campidoglio, eccoci al Tempio di Saturno.
Tempio di Saturno |
Dopo quello dedicato a Giove Capitolino è il più antico tempio costruito in epoca repubblicana.
podio del Tempio di Saturno |
Del tempio rimangono otto colonne di granito grigio con capitelli in marmo bianchi e il frontone principale sul quale un'iscrizione ricorda il restauro compiuto dopo un incendio (IV secolo d.C.).
Tempio di Saturno |
Tempio di Saturno |
base del podio del Tempio di Saturno |
Originariamente nel tempio infatti venivano conservati il tesoro e gli archivi di Stato (spostati poi in un edificio a ridosso del Tabularium) e la bilancia che serviva a pesare il metallo da trasformare in moneta.
Al tempio erano dedicati i Saturnali, la festa di fine anno celebrata il 17 dicembre.
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Tra il Tabularium e il Tempio di Saturno si trova un portico che forma un angolo ottuso, con dodici colonne in marmo cipollino (cinque rifatte in epoca moderna), con capitelli in stile corinzio con rappresentati dei trofei: il Portico dei Consenti.
Portico dei Consenti |
Sotto il porticato si trovano sette tabernae.
Portico dei Consenti |
Il portico costruito nel III/II secolo a.C., restaurato dai flavi e poi dal prefetto della città Vettio Agorio Protestato nel 367 d.C., è stato ricostruito nel XIX secolo con i materiali ritrovati in sito.
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Alla destra del Portico dei Consenti, apoggiato ai muri di sostruzione del Tabularium, si trova ilTempio di Vespasiano e Tito.
Tempio di Vespasiano e Tito (in primo piano) |
Tempio di Vespasiano e Tito |
Lo si è potuto dedurre dalla trascrizione da parte di un pellegrino in epoca medievale (VIII secolo d.C.) della dedica dell'architrave, che a quei tempi era ancora integra come il tempio.
Il tempio era costituito da una cella, contenente le statue dei due imperatori, preceduta da sei colonne, più due su ogni lato lungo.
Di queste colonne corinzie ne restano in loco solo tre.
Rimane anche un frammento di architrave con fregio con strumenti sacrificali.
Alcuni frammenti dela decorazione del tempio sono esposti nella Galleria del Tabularium dei Musei Capitolini.
trabeazione del Tempio di Vespasiano e Tito (Musei Capitolini) |
A nord del Tempio di Vespasiano e Tito si trova il Tempio della Concordia.
resti del Tempio della Concordia (angolo sinistro in basso della foto) |
Fu poi restaurato da Opinio nel 121 a.C. e da Tiberio tra il 7 e il 10 d.C.
podio del Tempio della Concordia |
La cella era preceduta da un colonnato esastilo.
Il tempio era riccamente adornato di pitture e sculture greche, frutto di donazioni, soprattutto dovute a Livia, moglie di Augusto.
Parte della trabeazione si trova nel Tabularium dei Musei Capitolini.
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Chiudeva il fondo del Foro la facciata del Tabularium, l'edificio costruito a ridosso del Campidoglio che ha fatto poi da sostruttura al Palazzo Senatorio.
Tabularium |
galleria del Tabularium |
Esso custodiva gli archivi di Stato e fu costruito per ordine del Senato dall'architetto Lucio Cornelio nel 79 a.C.
La sua facciata sul Foro era costituita da un basamento di tufo e peperino, con ambienti illuminati da piccole fnestrelle, sul quale poggiavano dieci arcate, di cui oggi se ne possono ancora vedere tre.
Semicolonne doriche di peperino con capitelli, fregio, e architrave, inquadravano ogni arcata.
Dietro le arcate correva una galleria: fu usata come magazzino del sale durante il medioevo.
Al piano superiore (quasi totalmente perduto), vi era un portico con colonne corinzie in travertino.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
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Al limitare del Foro (infatti si trova al di fuori del sito archeologico del Foro/Palatino), alle spalle dell'Arco di Settimio Severo, sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, si trovano i resti della parte più antica del Carcer Tullianum, anche detto in epoca medievale Carcere Mamertino, da un piccolo tempio che si trovava nelle vicinanze dedicato al dio sabino Mamers (Marte).
Il Carcer Tullianum prende invece il nome da Servio Tullio, ma senbra sia stato costruito da Anco Marzio.
Chiesa di S.Giuseppe dei falegnami e ingresso al Carcere Mamertino |
Si poteva accedere ad esso solo attraverso una botola nel soffitto.
botola d'accesso al Carcere Mamertino |
Fu la prima prigione di Stato di Roma: il carcere era il luogo di detenzione dei rivoltosi e dei nemici di Roma, condannati a morte per strangolamento, decapitazione o per fame, dopo aver seguito in catene il trionfo del vincitore romano (Vercingetorige, Giugurta, Ponzio, i partecipanti delle rivolte di Caio Gracco e di Catilina).
disegno delle costruzioni sovrapposte del carcere e della chiesa |
Tullianum |
Inizialmente per questa sorgente che sgorgava dal pavimento, era un luogo di culto (V secolo a.C.), e poi in età repubblicana venne ridimensionato e inglobato nel Carcer che venne costruito sopra.
sorgente nel Tullianum |
lapide in ricordo della prigionia di S.Pietro e S.Paolo |
altare nel Carcere Mamertino dedicato ai due Apostoli |
impronta sul muro della testa di S.Pietro spintonato dai carcerieri |
La visita multimediale con audioguida del sito non è molto interessante dal punto di vista archeologico, ma piuttosto indirizzata alla fede.
Orario: inverno 9.00/17.00
estate 9.00/19.00
partenza della visita ogni 20'
Costo: 3€ solo ingresso
5€ con audioguida
Durata: 30' circa
CONCLUSIONI
Questa è la descrizione degli antichi monumenti presenti nel Foro occidentale.
Come nel resto del Foro è difficile cogliere la cronologia dei siti che sono stati oggetto di restauri nelle varie epoche.
Sarebbe interessante, visitando il sito acheologico, avere una piantina con percorsi diversi secondo le epoche che hanno segnato la storia di Roma, per poter apprezzare meglio lo sviluppo della città antica.
Roma: il Foro Romano (sezione centrale)
La nostra passeggiata continua nella zona centrale del Foro, il cuore del sito archeologico.
La Piazza del Foro è una zona lastricata al centro del Foro, originariamente destinata alle assemblee popolari pubbliche.
Piazza del Foro |
Quello che oggi si può vedere risale al periodo posteriore agli incendi del 14 e del 9 a.C. che distrussero gran parte del Foro.
pavimentazione del Foro Romano |
In età imperiale invece perse d'importanza essendo stati costruiti i Fori Imperiali, e quindi vennero eretti monumenti di vario tipo.
Piazza del Foro |
Piazza del Foro |
basi delle colonne onorarie |
Nell'angolo occidentale della Piazza la struttura in calcestruzzo rivestita di marmo potrebbe essere il basamento della statua equestre dell'imperatore Costantino, la Equus Costantini.
Nell'aiuola, dove vi era la perduta statua del sileno Marsia, sono stati ripiantati i tre alberi sacri ai Romani: un ulivo, una vite e un fico (sotto il quale la lupa avrebbe allattato Romolo e Remo).
Aiuola di Marsia |
Sul lato corto nord-occidentale della Piazza del Foro furono posizionati i nuovi Rostra riedificati da Cesare e ampliati da Augusto.
L'imperatore li aveva dovuti spostare per far spazio al nuovo Foro Imperiale che prese il suo nome.
Rostra |
Rostra |
Il nome deriva dalle prue metalliche, i rostri di bronzo, delle navi latine che i Romani nel 338 a.C. presero nella battaglia di Antium e che decoravano il monumento (si vedono ancora i fori ai quali erano sostenuti).
Il basamento, sormontato da una piattaforma, da un lato aveva una forma curvilinea in blocchi di tufo, rivestita di marmo.
Su di esso vi erano alcune colonne sormontate da statue.
Erano decorati con statue di magistrati e di personaggi che si erano distinti o sacrificati in onore della Repubblica.
Rostra |
raffigurazione dei Rostra sull'Arco di Costantino |
L'ultimo monumento ad essere stato costruito nel Foro è la Colonna di Foca.
Colonna di Foca (sull'estrema sinistra) |
Colonna di Foca |
La colonna sormontata da una statua in oro, fu eretta dalla Chiesa in onore dell'imperatore per ringraziarlo di aver riportato la pace in Italia, per aver conservato la libertà e soprattutto per aver fatto dono alla Chiesa delPantheon, che venne trasformato nella chiesa di Santa Maria ad Martyres.
Presso la Colonna di Foca sul pavimento vi è l'iscrizione in lettere capitali di bronzo che attesta il rifacimento del lastricato a cura di Lucius Naevius Surdinus, pretore urbano nel 12 a.C., dopo l'incendio del 9 a.C..
Poco più a est di quest'iscrizione in un'area ad un livello più basso del pavimento di epoca augustea, vi è un basamento di forma circolare aperto nel centro, forse un pozzo, e due incassi rettangolari , forse basamenti di altari: è questo il leggendario Lacus Curtis.
Lacus Curtius e calco del rilievo della leggenda |
Si raccontava che in questo luogo paludoso fosse caduto a cavallo il capo sabino Mettius Curtius nella battaglia tra Romani e Sabini.Un calco (l'originale si trova nei Musei Capitolini) di un rilievo in marmo greco che rappresenta la leggenda.
Un'altra leggenda invece vede protagonista il nobile romano Marco Curzio che qui si gettò in una voragine sacrificandosi per rispettare le volontà di un oracolo.
rilievo originale del Lacus Curtis (Musei Capitolini) |
Qui vicino vi è una cavità rettangolare, detta dei Doliola, il luogo dove sarebbero stati seppelliti dei vasi sacri a Vesta all'epoca dell'incendio appiccato dai Galli (390 a.C.).
I vasi ritrovati erano del VII secolo a.C.
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La Basilica Giulia è l'edificio rettangolare (101 m X 49 m), parallelo alla Piazza del Foro, che sorse nell'area compresa tra il Tempio di Saturno e il Tempio dei Castori.
Basilica Giulia (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
Basilica Giulia |
E' costeggiato dal vicus Iugarius e dal vicus Tuscus, due strade che provengono dal Tevere.
La Basilica Giulia, fatta costruire da Cesare dal 54 a.C., prese il posto delle Tabernae Veteres e dellaBasilica Sempronia, fatta costruire dal censore Tiberio Sempronio Gracco (padre di Tiberio e Gaio), nel 169 a.C., dove un tempo sorgeva la casa di Scipione l'Africano.
Basiica Giulia |
Nuovamente danneggiata da un incendio fu ricostruita da Diocleziano.
Basilica Giulia |
Un unico pilastro in marmo con semicolonna è stato rialzato sul lato verso il Foro, sul lato dove vi era l'entrata all'edificio.
pavimento della Basilica Giulia |
Il pavimento della grande sala centrale a tre livelli era in marmi policromi.
pilastro con semicolonna dorica della Basilica Giulia |
Basilica Giulia |
Nella basilica venivano svolte anche attività finanziarie.
La piazza era frequentata abitualmente da oziosi che passavano il tempo giocando: ciò e testimoniato dai tavolae lusoriae, giochi incisi sul pavimenti e sui gradini della basilica.
scalini davanti alla Basilica Giulia |
gioco delle "fossette"sui gradini della Basilica Giulia |
Basilica Giulia |
Avevano piani superiori e pavimenti in marmo.
Erano uffici o sedi di corporazioni.
tabernae della Basilica Giulia |
tabernae della Basilica Giulia |
Lungo il vicus Iugarius vi sono i resti in tufo giallo di un edificio altomedievale, di forma quadrangolare, costruito nel X secolo, appoggiato alla navata della basilica.
edificio altomedievale e vicus Iugarius |
Il livello stradale medievale della strada si era notevolmente alzato.
edificio altomedievale (ingresso) |
Sul lato sud-orientale della Piazza del Foro si trova il Tempio dei Dioscuri, o come erano più soliti chiamarlo i Romani, il Tempio dei Castori, privilegiando il nome di uno dei due gemelli divini, Castore e Polluce.
colonne del Tempio dei Dioscuri |
Un'antica leggenda narrava che durante la battaglia presso il lago Regillo del 499 a.C. tra i Romani e i Latini, che volevano aiutare Tarquinio il Superbo a riconquistare Roma, i due cavalieri gemelli apparvero e guidarono i Romani verso la vittoria.
Castore e Polluce abbeverarono i loro cavalli alla Fonte di Giuturna, posta vicino a dove sorse il tempio a loro dedicato.
Come in Magna Grecia (probabilmente il loro culto proveniva da Taranto) erano i protettori dell'aristocrazia, così a Roma erano gli dei tutelari della nobiltà.
Il tempio fu voluto dal dittatore Aulo Postumo Albino perché ne aveva fatto voto e venne inaugurato dal figlio nel 484 a.C. e poi fu più volte restaurato.
Ogni anno, il 15 luglio anniversario della battaglia, gli equites (i cavalieri), facevano una parata in ricordo la vittoria.
Tempio dei Dioscuri |
Aveva 19 colonne scanalate corinzie di marmo pario sormontate da un'architrave, 8 sulla facciata e 11 sui lati lunghi (oggi ne rimangono solo tre appartenenti al restauro operato da Tiberio).
Un blocco marmoreo del suo podio venne utilizzato come base per la statua del Marco Aurelio sul Campidoglio.
Il tempio aveva originariamente decorazioni in terracotta e l'aspetto di un tempio italico.
Tempio dei Dioscuri (visto dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
Nel podio, tra i basamenti delle colonne, vi erano i negozi dei banchieri, dei cambiavalute e dei barbieri.
La parte anteriore al podio venne utilizzata come tribuna oratoria.
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Tra il Tempio di Vesta e il Tempio dei Castori, ai piedi del Palatino, si trovava la più importante fonte per l'abitato arcaico : la Fonte di Giuturna.
La fonte dalle acque salutari veniva considerata una divinità: la ninfa Giuturna, sorella del re dei Rutuli Turno.
Fonte di Giuturna |
Fonte di Giuturna |
Il tempietto dedicato a Giuturna, un po' più a sud del bacino, è sormontato da un'iscrizione dedicata alla ninfa.
Davanti al tempietto vi è un pozzo con iscrizione e un altare.
area della Fonte di Giuturna |
Fonte di Giuturna e Oratorio dei Quaranta Martiri (visti dalla terrazza del Domus Tiberiana) |
Oratorio dei Quaranta Martiri e ingresso alla chiesa di Santa Maria Antiqua |
resti di edifici domizianei |
Forse il nome Athenaeum poteva essere legato al culto di Minerva (dea protettrice dello studio), che si praticava in questa zona del Foro, e dove erano affissi i nomi dei soldati congedati con onore.
Nel VI secolo d.C. una parte di questi ambienti furono trasformati nella chiesa di Santa Maria Antiqua (attualmente chiusa al pubblico per restauro).
La chiesa custodisce affreschi che vanno dal VII al IX secolo d.C.
ingresso alla chiesa di Santa Maria Antiqua |
chiesa di Santa Maria Antiqua (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
Sulle rovine di questi magazzini e su di un tempio pagano di forma rotonda (il cosiddetto Tempio di Romolo), sorse nel VI d.C. la chiesa di S.Teodoro in Palatino.
Si narra che qui vi fosse anche stata la caverna dove la lupa allattò Romolo e Remo e sempre qui si conservasse la Lupa capitolina, prima di essere spostata in Laterano.
Cesare fu ucciso nell'Area Sacra di Largo Argentina, nella Curia di Pompeo.
Il suo corpo fu portato nel Foro vicino alla Regia, dove venne cremato e fu alzata una colonna con la scritta "parenti patriae" ovvero "al padre della patria".
Al posto di questa colonna fu poi eretto il Tempio del Divo Giulio, Giulio Cesare divinizzato.
Del tempio che fu eretto nel 29 a.C. da Augusto, posizionato nel lato orientale del Foro, rimane solo il podio in opera cementizia.
E' qui che Marco Antonio pronunciò la sua orazione funebre in onore del dittatore assassinato.
Tempio del Divo Giulio |
In esso è posto un altare, corrispondente al luogo dove fu cremato il corpo di Cesare.
Dietro all'emiciclo fu poi eretto un muro.
emiciclo del Tempio del Divo Giulio |
La cella con la statua di Cesare era preceduta da sei colonne e altre due colonne erano poste sui lati lunghi.
Tempio del Divo Giulio |
Arco di Augusto |
resti dell'Arco di Augusto |
Simmetricalmente posto dall'altro lato del tempio vi era un altro arco: l'Arco partico.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
CONCLUSIONI
Abitando a Roma ho potuto visitare più volte il sito archeologico del Foro Romano, e ogni volta mi stupisco di come esso possa emozionarmi e offrirmi nuovi spunti di conoscenza.
Ho avuto infatti la possibilità e la fortuna negli anni di visitare (soprattuto quando l'accesso al Foro era gratis e fruibile per questo con più "leggerezza" e più volte), siti che ora sono in restauro, o che sono visitabili solo in alcuni orari o se il personale è disponibile.
Il Foro è un museo all'aperto in divenire, dove nuovi scavi portano alla luce sempre nuovi reperti, che a volte confutano e a volte confermano le conoscenze acquisite in precedenza.
Roma: il Foro Romano (sezione orientale)
La storia del Foro iniziò con la costruzione della Cloaca Maxima per il drenaggio della valle da parte del re etrusco Tarquinio Prisco, e la pavimentazione più antica in terra battuta di una grande piazza per il mercato e la costruzione del Comizio, la più antica sede della politica a Roma (circa 600 a.C.).
Nel Foro si costruirono templi, basiliche, curie per il Senato, tribunali, portici...
Descrivere i monumenti che fanno parte del Foro Romano in ordine cronologico diventerebbe troppo difficile e tortuoso da ripercorrere.
Verranno descritti quindi nel post tutti quei monumenti che s'incontrano lungo l'antica via che collegava in età regia la residenza dei Re, il Comizio e l'Arx sul Campidoglio, e il cui percorso in età imperiale fu deviato e modificato, ovvero la Via Sacra.
Via Sacra |
Lungo i suoi lati sorsero in età regia le residenze dei re, durante la repubblica le case delle famiglie importanti, e durante l'età imperiale vennero innalzati edifici commerciali e poi monumentali.
Dopo l'incendio del 64 d.C. si prolungò il suo tratto sino all'atrio della Domus Aurea.
Sulla Via Sacra avvenivano i trionfi attribuiti ai generali che avessero vinto una battaglia importante, dall'area dell'Arco di Tito sino al Tempio di Giove Ottimo Massimo, con carri carichi dei bottini preziosi e schiavi trascinati in catene.
Il primo a cui fu attribuito il trionfo e che perciò percorse la Via Sacra fu Romolo che aveva ucciso il re dei Cenicensi.
Arco di Costantino |
Via Sacra verso l'Arco di Tito |
Via Sacra verso il Colosseo |
area di scavo archeologico al lato della Via Sacra |
resti delle fondazioni del portico neroniano |
sostruzioni con ambienti voltati della terrazza della Vigna Barberini e botteghe |
sostruzioni della Vigna Barberini con ambienti voltati a tre piani |
Si conservano ancora mosaici e affreschi di epoca severiana e graffiti di epoca posteriore.
caseggiato del II secolo d.C |
Del IV secolo d.C. è una grande aula absidata.
caseggiato del II secolo d.C. |
caseggiato del II secolo d.C. |
Sulla destra della Via Sacra, andando dal Colosseo verso l'arco di Tito, si trova il Tempio di Venere e Roma.
Tempio di Venere e Roma |
Il tempio fu inaugurato il 21 aprile, giorno del natale di Roma.
Tempio di Venere e Roma |
Il tempio era dedicato alla dea Venere (progenitrice del popolo romano) e alla dea Roma.
Un colonnato di granito grigio percorreva i quattro lati del tempio con dieci colonne sui lati corti (più quattro nei pronai) e venti sui lati lunghi.
colonne del Tempio di Venere e Roma |
Quella rivolta verso il Foro (che custodiva la statua di Roma), fu inglobata nel convento di S.Francesca Romana.
punto di congiunzione tra le due celle del Tempio di Venere e Roma |
volta a botte a cassettoni delle absidi |
Le pareti erano arricchite da nicchie con statue e inquadrate da colonnine in porfido e mensole in marmo.
abside e nicchie nella cella di Venere del tempio |
pianta del Tempio di Venere e Roma |
Continuando il percorso sulla via Sacra, e superato il cancello d'ingresso al sito archeologico, ci si trova davanti l'Arco di Tito.
Il Senato fece costruire l'arco in memoria dell'imperatore Tito dopo la sua morte avvenuta nell'81 d.C.
E' subito evidente che l'arco trionfale mostra parte delle sue fondamenta poggianti sul livello di epoca augustea,dovute ad uno scavo moderno che ha eliminato il livello di calpestio coevo all'arco.
scritta dedicatoria del Senato sull'Arco di Tito: SENATUS POPULUSQUE ROMANUS DIVO TITO DIVI VESPASIANI F(ILIO) VESPASIANO AUGUSTO |
Arco di Tito |
La parte che si è meglio conservata è quella rivolta verso il Foro.
E' rivestito in marmo greco.
L'arco ha solo fornice fiancheggiato da quattro semicolonne con capitelli per lato ed è sormontato sulla trabeazione da un alto attico.
L'arco doveva celebrare le vittorie di Tito contro i Giudei (71 d.C.).
Due episodi di queste vittorie sono riportate in due pannelli a rilievo posti all'interno del fornice: uno rappresenta il corteo che reca trombe d'argento e il candelabro a sette bracci presi al Tempio di Gerusalemme, nell'atto di attraversare la Porta Trionfale (localizzata nel Foro Boario); sull'altro pannello è invece rappresentato Tito sulla quadriga preceduto dai littori, mentre la dea Roma tiene i cavalli per il morso e Vittoria incorona l'imperatore, e figure allegoriche del Popolo e del Senato romano (un giovane e un vecchio) lo seguono.
pannello del fornice con trionfo di Tito |
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Varcato l'arco sulla destra si trova la Basilica di Massenzio, costruita dall'imperatore Massenzio tra il 306 e il 312 d.C. su gran parte della Velia al posto degli Horrea Piperitaria (magazzini dove venivano lavorate e conservate le spezie) .
Dopo la morte dell'imperatore Massenzio prese il nome di Basilica di Costantino, dall'imperatoreCostantino che la terminò.
Era la sede della Prefettura Urbana.
Basilica di Massenzio (o Basilica di Costantino) |
La statua aveva le parti nude in marmo, mentre il resto forse in bronzo.
testa, mano e braccio della statua di Costantino (sulla destra della foto - Musei Capitolini) |
Successivamente l'ingresso fu spostato sul lato sud (oggi non esiste più), preceduto da scalinata.
Basilica di Massenzio (lato nord e lato est) |
Basilica di Massenzio (abside settentrionale con volta cassettonata) |
Basilica di Massenzio vista esternamente da Via dei Fori Imperiali |
La volta centrale invece era costituita probabilmente da tre grandi crociere che poggiavano su otto colonne.
Di queste colonne l'unica superstite fu collocata nel XVII secolo davanti alla Basilica di S.Maria Maggiore dal Papa Paolo V.
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Nell'area di fronte alla Basilica di Massenzio, tra la Via Sacra e la Via Nova, da considerarsi in parte facente parte del Palatino, si sono volute localizzare alcune delle domus appartenenti a personaggi famosi dell'epoca repubblicana quali Emilio Scauro, Clodio e Cicerone.
domus di Emilio Scauro |
Horrea Vespasiani |
zona alle pendici del Palatino |
portichetto medievale |
Oggi si è riconosciuto in esso il Tempio di Giove Statore, fondato da Romolo.
Tempio di Romolo |
Tempio di Romolo |
portale del Tempio di Romolo |
porta originale del Tempio di Romolo |
La facciata presenta quattro nicchie nelle quali erano poste statue.
facciata con nicchie e colonna in cipollino del Tempio di Romolo |
Nel fondo della navata della chiesa di Ss Cosma e Damiano (ingresso su Via dei Fori Imperiali), si può vedere dall'alto l'interno del Tempio di Romolo, come anche dall'antica chiesa inferiore, scendendo una scala posta nel vestibolo.
interno del Tempio di Romolo visto dalla vetrata nella chiesa dei Ss Cosma e Damiano |
interno del Tempio di Romolo (visto antica basilica di Ss Cosma e Damiano inferiore) |
cupola del Tempio di Romolo |
lanterna della cupola del Tempio di Romolo |
In un altro ambiente di questo Tempio della Pace scomparso era appesa ad un muro la Forma Urbis, la pianta di Roma fatta disegnare su lastre marmoree da Settimio Severo (ancora sul muro si vedono i buchi dove vi erano le grappe di sostegno delle lastre).
muro dove era appesa la Forma Urbis |
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Sullo stesso lato del Tempio di Romolo si trova a un livello più basso della pavimentazione attuale, un edificio repubblicano denominato Carcer: non è di un carcere che si tratta, e neanche di un lupanare, ma i piccoli ambienti dovrebbero essere il sotterraneo di una bottega o abitazioni di schiavi.
cosiddetto Carcer |
zona del Sepolcreto arcaico |
Solo i bambini al di sotto dei sei anni poterono successivamente essere sepolti nella zona del Foro, divenuta una zona abitata.
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Davanti al Tempio di Romolo si trova la Domus Publica, abitazione del rex sacrorum, e poi delPontefice Massimo (per questo fu anche l'abitazione di Cesare dal 62 a.C. al 44 a.C).
Quando Augusto trasferì la Domus Pubblica sul Palatino, gli ambienti furono dati alle Vestali.
Domus Publica |
Domus Publica |
Domus Publica |
Il Tempio di Vesta era uno dei templi più antichi e importanti di Roma.
Tempio di Vesta |
Le sacerdotesse, scelte nelle famiglie patrizie quando avevano tra i sei e i dieci anni, rimanevano in servizio per per trent'anni, e dovevano mantenere la loro verginità, pena la morte per seppellimento da vive in una stanzetta sotterranea sul Quirinale.
Le Vestali però avevano in cambio dei privilegi.
Tempio di Vesta (visto dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
Tempio di Vesta |
Il tempio posto su di un podio era rivestito in marmo e circondato da 20 colonne corinzie (ne rimangono solo tre).
Nella cella circolare, che non conteneva il simulacro di Vesta, veniva tenuto sempre acceso il fuoco sacro e per questo vi era un'apertura per il fumo nel tetto conico del tempio.
Forse nel basamento del tempio veniva conservato segretamente il Palladio, portato da Enea da Troia.
Tempio di Vesta |
edicola |
Sulla sinistra del tempio vi era un'edicola, uno dei santuari che venivano messi in corrispondenza di incroci, per proteggerli dalle divinità infernali.
Aveva due colonne ioniche (se ne è conservata solo una) ed era stata costruita con il denaro del Senato, come attesta una scritta.
pianta della Casa delle Vestali |
Casa delle Vestali (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
Casa delle Vestali |
Casa delle Vestali |
Gli ambienti e i bagni al primo piano erano riscaldati.
lato sud della Casa delle Vestali |
tablinio della Casa delle Vestali |
lato orientale della Casa delle Vestali |
Sul lato settentrionale sono state poste statue rappresentanti Vestali Massime, decane del collegio, trovate in questo sito.
statue di Vestali Massime |
statue di Vestali Massime |
statue di Vestali Massime |
Nel 394 Teodosio I. imperatore cristiano, decretò l'abbandono del sito da parte delle Vestali.
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Tra la Casa delle Vestali, il Tempio di Vesta, il Tempio del Divo Augusto e il Tempio di Antonino e Faustina, si trovava la Regia.
resti della Regia |
Probabilmente il re abitava in questi ambienti, che in età regia dovevano essere estesi anche allaDomus Pubblica e alla Casa delle Vestali.
In età repubblicana poi, le funzioni sacerdotali passarono al rex sacrorum, che non risiedeva qui, ma sul punto più alto della Via Sacra.
Regia (vista dalla terrazza della Domus Tiberiana) |
L'edificio nell'aspetto attuale venne costruito nel VI secolo a.C. (età repubblicana), dopo alcuni incendi.
Di forma irregolare, era costituito da una zona rettangolare suddivisa in tre ambienti (un ingresso, una stanza santuario di Ops Consiva dea dei raccolti e il santuario di Marte con altare circolare), e di una zona trapezoidale con doppio portico e con cisterna.
Nel 36 a.C. Domizio Calvo la rivestì di marmi, lasciando invariata nella sua forma.
resti della Regia |
resti della Regia |
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Ritorniamo sulla Via Sacra per guardare l'ultimo edificio di questa zona del Foro: il Tempio di Antonino e Faustina.
Tempio di Antonino e Faustina |
facciata del Tempio di Antonino e Faustina |
I resti dell'altare in laterizio sono ancora evidenti.
trabeazione e colonne del lato lungo del Tempio di Antonino e Faustina |
La cella in opera quadrata è in peperino.
Sui due lati lunghi corre un fregio in marmo con grifoni affrontati.
Nel tempio nel VII/VIII secolo d.C. si è insediata la chiesa di San Lorenzo in Miranda, di cui si vede la facciata barocca dietro le colonne.
ingresso dei Fori Imperiali della chiesa di San Lorenzo in Miranda |
La chiesa è sotto la giurisdizione dell'Università degli Speziali dall'epoca di Papa Martino V.
Tempio di Antonino e Faustina/chiesa di San Lorenzo in Miranda |
Accanto al Tempio di Antonino e Faustina si trova un altro ingresso al sito del Foro/Palatino.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
CONCLUSIONI
Questo è solo un assaggio dei monumenti che rimangono a raccontare la storia di Roma posti nelForo Romano.
Altri due post tratteranno la descrizione degli edifici posti nella zona centrale e quelli posti nella zona occidentale di uno dei siti archeologici più antichi, più visitati e più importanti al mondo.
Pubblicato dai Viaggi di Raffaella maggio 2015
Roma: le chiese del Foro Romano
Come è noto gli antichi Romani erano abili costruttori, e non a caso, gli edifici da loro edificati sono serviti nei secoli successivi al tramonto dell'Impero Romano e alla caduta del regno dei Goti, oltre che come cava di materiali da riutilizzare, anche come solide fondamenta per innalzare nuove costruzioni.
Anche il Foro Romano ha subito la stessa sorte.
Fortunatamente (così si sono potuti conservare) sotto la dominazione degli esarchi bizantini di Ravenna e del papato, alcuni edifici pubblici del cuore dell'antica Roma furono tramutati in chiese cristiane:
- la Basilica di Santa Francesca Romana sul Tempio di Venere e Roma,
- la Chiesa di Santa Maria Antiqua sui resti di edifici domizianei,
- l'Oratorio dei Quaranta Martiri Sebasteni su un edificio di epoca traianea,
- la Basilica dei Santi Cosma e Damiano nel Tempio del Divo Romolo e nel
Tempio della Pace,
- la Chiesa di San Lorenzo in Miranda nel Tempio di Antonino e Faustina,
- la Chiesa di Sant'Adriano al Foro Romano nella Curia Iulia,
- la Chiesa dei Santi Luca e Martina sulla Curia Hostilia,
- la Chiesa di Giuseppe dei Falegnami sul Carcere Mamertino.
BASILICA DEI SANTI COSMA E DAMIANO
Basilica dei santi Cosma e Damiano vista dagli Horti Farnesiani |
Sorse nel 527 nel luogo dove si trovava una delle due biblioteche del Foro di Vespasiano o Foro della Pace(perché costruito nel I secolo d.C. dopo le guerre contro gli Ebrei in Palestina) e il Tempio del Divo Romolo(tempio forse dedicato a Romolo, il figlio di Massenzio morto in tenera età).
ingresso alla basilica dei Santi Cosma e Damano e parete dove era affissa la Forma Urbis |
scavi nel Foro della Pace |
parete di una delle biblioteche del Foro di Vespasiano nell'atrio della chiesa |
La basilica è dedicata ai due Santi taumaturgici Cosma e Damiano, i due fratelli (forse gemelli) martirizzati nel 303 d.C. ad Egea.
La chiesa come appare oggi è un rifacimento del 1632.
Le acque del Tevere che inondavano il Foro creavano delle infiltrazioni d'acqua nella chiesa.
Papa Urbano VIII affidò a Luigi Arrigucci (allievo del Bernini) il compito di ristrutturare il luogo di culto: si rialzò il pavimento della chiesa di 7m creando due chiese.
Si costruì anche il chiostro dal quale si entra nella basilica superiore.
chiostro della Basilica dei Santi Cosma e Damiano |
E' decorato con affreschi di Allegrini che raffigurano le "Storie di S.Francesco".
Al suo centro si trova una fontana a tre invasi.
La basilica inferiore (a cui si accede tramite una scala posta nel chiostro), aveva l'ingresso sul Foro e come portale quello del Tempio di Romolo.
portale antico del Tempio di Romolo |
basilica inferiore |
altari delle cappelle laterali della basilica inferiore |
altare maggiore e pavimento cosmatesco della basilica inferiore |
interno del Tempio di Romolo |
cupola del Tempio di Romolo |
navata della Basilica dei Santi Cosma e Damiano |
Nel centro si trova raffigurata la "Gloria dei Santi Cosma e Damiano".
soffitto a cassettoni con stemmi di Urbano VIII Barberini e Gloria dei Santi Cosma e Damiano |
catino absidale in mosaico della basilica |
Viene chiamata la "Madonna della Salute" perché la leggenda narra che abbia chiesto a Gregorio Magno "Perché non mi saluti più come facevi sempre?".
Madonna della Salute |
Presentazione di Gesù al Tempio - G.Baglioni |
Cappella del Crocifisso |
Nella Cappella del Crocifisso si trova un affresco del XIII secolo staccato dalla chiesa inferiore e ridipinto ad olio nel XVII secolo, raffigurante un Cristo vestito con un colobio.
Dal chiostro si accede anche ad una sala che conserva un Presepe napoletano del XVIII secolo con statuette in legno o in terracotta donato alla chiesa nel 1939.
Misura 6m di lunghezza, 3,50m di profondità e 4m d'altezza.
Orario: venerdì, sabato e domenica 10.00/13.00 15.00/18.00
agosto chiuso
Presepe |
www.cosmadamiano.com
CHIESA DI SANTA MARIA ANTIQUA
Nel V secolo d.C. venne costruito un oratorio adattando un quadriportico del I secolo d.C. appartenente ad un complesso di edifici domizianei.
L'oratorio nel VI secolo divenne una chiesa, la chiesa di Santa Maria Antiqua, una delle prime chiese dedicata alla Madonna.
Tra il 649 e il 654 la chiesa venne decorata con pitture a fresco (se ne sono conservati 250m²).
Gli affreschi di stile bizantino rappresentano martiri orientali e greci.
Nella navata sinistra vi sono due cicli di affreschi divisi in tre fasce: le fasce superiori narrano scene del Vecchio Testamento, mentre in quella inferiore sopra al Velum è rappresentato il Cristo tra Santi greci e latini(VIII secolo).
Sulla parete a destra dell'abside (parete palinsesto) si possono vedere ancora sei strati di pittura della chiesa di epoche diverse (VI/VIII secolo).
La chiesa fu abbandonata nel 847 forse a causa di un terremoto.
Nel XIII secolo venne costruita una chiesa dedicata a Santa Maria Liberatrice, dove la leggendo voleva che Silvestro I avesse sconfitto un drago.
Nel XX secolo venne demolita la chiesa più recente.
La chiesa a tre navate era preceduta da un nartece.
La navata centrale era occupata dalla Schola Cantorum.
In fondo alle cappelle minori vi sono due cappelle.
Il pavimento è in mosaico con grandi tessere in marmo.
Il pavimento del presbiterio è in opus sectile.
Ho avuto la fortuna di vistare questa interessante chiesa e i suoi affreschi altomedievali, unici a Roma a causa dell'iconoclastia, qualche anno fa.
Oggi la chiesa è chiusa al pubblico.
ORATORIO DEI QUARANTA MARTIRI SEBASTENI
Accanto alla chiesa di Santa Maria Antiqua, a sud dell'antica Fonte di Giuturna, fu costruito, sui resti di un edificio di epoca traianea (I/II secolo d.C.), un oratorio dedicato ai quaranta soldati cristiani della legione romana detta "Fulminante" condannati da Agricola a d essere lasciati morire assiderati in un lago freddissimo di Sebaste (in Turchia), per essersi rifiutati di apostatare, durante le persecuzioni di Diocleziano.
L'edificio di culto è a pianta quadrata.
Il pavimento conserva ancora frammenti di marmi bianchi e colorati, porfido e serpentino.
La parete di fondo è decorata con un affresco dell'VIII secolo che raffigura i quaranta martiri immersi nello stagno.
Sulla sinistra dell'abside sono raffigurate croci gemmate.
La chiesa fu abbandonata nel IX secolo.
La chiesa non è attualmente visitabile.
CHIESA DI SANT'ADRIANO
Il Papa Onorio I fece trasformare nel 630 la Curia Iulia (inaugurata da Augusto nel 29 a.C.) nella chiesa di Sant'Adriano.
La chiesa mantenne però anche il ruolo di aula per le assemblee senatoriali.
Fu dedicata dal Papa Adriano I a Sant'Adriano, martirizzato a Nicomedia in Bitinia.
facciata della Curia Iulia/Chiesa di Sant'Adriano |
Fu restaurata nel 1228 trasformandola in una chiesa a tre navate utilizzando colonne di spoglio per suddividere lo spazio.
Fu elevato il calpestio di tre metri e anche l'abside per creare una cripta.
Fu poi restaurata nuovamente nel XVII secolo da Martino Longhi.
Sono ancora visibili, in una cappella laterale, pitture dell'VIII secolo che illustrano le Storie della vita di Sant'Adriano, e pitture bizantine del IX secolo nella controfacciata.
I buchi nella facciata sono la testimonianza dell'esistenza in passato di un portico, mentre le cavità vicino alla porta erano luoghi di sepoltura.
sepolture medievali accanto al portale |
CHIESA DEI SANTI LUCA E MARTINA
Nel VII secolo Papa Onorio I nel Foro dedicò un oratorio a Santa Martina, martire nel 228 e compatrona di Roma, sul luogo in cui sorgeva la Curia Hostilia, vicino all'Arco di Settimio Severo.
cupola della chiesa dei Santi Luca e Martina |
Sisto V infatti aveva fatto demolire la Chiesa di S.Luca dei Pittori per fare spazio alla piazza davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
La chiesa venne ricostruita ad opera di Ottaviano Mascherino e poi di Pietro da Cortona (1635).
busto di Pietro da Cortona nella chiesa dei Santi Luca e Martina |
Scavando sotto l'altare per costruire la tomba di famiglia, Pietro da Cortona portò alla luce una cassa con le reliquie di alcuni Santi, tra i quali quelle di Santa Martina.
Questo fatto portò l'aiuto finanziario della famiglia Barberini, in quanto il cardinale Francesco Barberini era il protettore della confraternita.
facciata della chiesa dei Santi Luca e Martina |
particolare della facciata della chiesa dei Santi Luca e Martina |
particolare della facciata della chiesa dei Santi Luca e Martina |
L'interno è caratterizzato da colonne, pilastri ionici binati, nicchie e paraste.
interno della chiesa dei Santi Luca e Martina |
decorazioni della chiesa dei Santi Luca e Martina |
decorazioni della chiesa dei Santi Luca e Martina |
altare maggiore della chiesa dei Santi Luca e Martina |
statua di Santa Martina - Nicola Menghini |
S.Luca Evangelista ritrae la Madonna - Antiveduto Grammatica |
Qui si trova una pala di Sebastiano Conca raffigurante l'Ascensione di Maria.
Nella cappella del braccio destro Lazzaro Baldi ha dipinto il Martirio di S.Lazzaro.
Di Ludovico Gimignani è il dipinto del Sogno di Giacobbe.
Nei pennacchi della cupola sono raffigurati i quattro simboli degli Evangelisti.
Nel pavimento della navata centrale si trova la lastra tombale di Pietro da Cortona.
Anche l'architetto Luigi Canina riposa in questa chiesa.
(al momento della nostra visita la chiesa superiore era poco visibile a causa di lavori di restauro)
Sulla sinistra dell'altare maggiore una scala conduce negli ambienti della chiesa inferiore affidata alConservatorio di Santa Eufemia.
chiesa inferiore |
vano ottagono della chiesa inferiore |
statua di Santa |
statua di Santa |
Qui si trovano anche rilievi di Alessandro Algardi: Cristo Morto con la Vergine e il Padre, Trinità con Santa Maria Maddalena ed Estasi di Santa Maria Maddalena.
Cristo morto con la Vergine e il Padre - A.Algardi |
Trinità con Santa Maria Maddalena - A.Algardi |
monumento a Pietro da Cortona |
Si trova qui anche il monumento funebre di Pietro da Cortona con busto dell'artista e lastra che riporta il suo testamento.
La cripta costruita da Pietro da Cortona per la conservazione delle reliquie di Santa Martina è un ambiente rivestito di marmi policromi.
cripta a marmi policromi dedicata a Santa Martina |
altare della cripta dedicata a Santa Martina |
volta della cripta |
altare con le reliquie di Santa Martina |
altare in bronzo della cripta di Santa Martina |
Santa Martina davanti alla Madonna - Cosimo Fancelli |
solo il sabato inverno 9.00/18.00
BASILICA DI SANTA FRANCESCA ROMANA
La chiesa originaria, eretta nel IX secolo da Papa Leone IV su un oratorio dedicato ai Ss Pietro e Paolo voluto da Papa Paolo I, fu costruita dopo l'abbandono nel Foro della chiesa di Santa Maria Antiqua, dopo un terremoto.
Per questo venne chiamata chiesa di Santa Maria Nova.
La chiesa si trova vicina all'Arco di Tito, tra il Foro e il Colosseo, ed ha inglobato una delle due celle del Tempio di Venere e Roma, il tempio costruito dall'Imperatore Adriano nel 135, nel luogo in cui si trovava l'atrio della Domus Aurea e il Colosso, l'enorme statua di Nerone.
Basilica di Santa Francesca Romana e Tempio di Venere e Roma |
Per le preghiere dei due Santi Simon Mago cadde a terra morendo e Pietro e Paolo inginocchiandosi lasciarono sulla pietra le loro impronte.
Queste impronte sono murate in una parete della chiesa dietro grate.
campanile della basilica di Santa Francesca Romana |
Nel XII secolo venne costruito ilcampanile romanico, una torre quadrata a cinque ordini con finestre a doppia bifora, ornata da dischi di maiolica e croci di porfido.
cripta |
Nel XV secolo furono traslate nella cripta in un'urna di bronzo, le reliquie di Santa Francesca Busca, una matrona romana divenuta monaca benedettina, vissuta tra il 1384 e il 1440.
Nel 1868 nella cripta venne realizzato un monumento funebre alla Santa opera di Andrea Bisuri Vici.
reliquie di Santa Francesca Romana |
medaglione berniniano di Santa Francesca con l'Angelo |
Nel 1600 la chiesa venne rinnovata in stile barocco da Carlo Lombardi.
Venne costruita una facciata in travertino bianco, con timpano coronato da statue.
La facciata ha un portico e un balcone.
facciata della chiesa di Santa Francesca Romana |
balcone della facciata |
timpano della facciata coronato di statue |
portico della facciata |
navata della Basilica di Santa Francesca Romana |
soffitto della Basilica di Santa Francesca Romana |
pavimento cosmatesco |
In esso sono raffigurati la Madonna con il Bambino in mezzo agli Apostoli Giacomo, Giovanni, Pietro e Andrea.
Una mano scende dal cielo con la corona che adornerà il capo della Vergine.
abside della Basilica di Santa Francesca Romana |
mosaico dell'abside |
Madonna con Bambino sull'altare maggiore |
L'originale scultura in bronzo dorato era stata commissionata dal Papa Urbano VIII al Bernini nel 1649, ma fu portata via da Napoleone.
tempietto e gruppo scultorea di Santa Francesca e l'Angelo |
Santa Francesca e l'Angelo - Giosuè Meli |
un angelo marmoreo del XVII secolo |
tabernacolo della scuola di Mino da Fiesole |
- Miracolo di S.Benedetto di Pierre Subleyras (seconda cappella a destra),
- Maria e Sant'Anna di anonimo del XVII secolo (seconda cappella a destra)
- Dottori della Chiesa di Melozzo da Forlì (nella volta della prima cappella),
- Maria tra due Santi di Sinibaldo Ibi scolaro del Perugino (prima cappella a
sinistra)
- S.Gregorio di anonimo del XVIII secolo (seconda cappella a sinistra)
- S.Emidio di Piero Tedeschi.
Orario 10.00/12.00 15.00/17.00
CHIESA DI S.LORENZO IN MIRANDA
Nel 141 d.C. l'imperatore Antonino Pio costruì nel Foro, accanto alla Basilica Emilia, un tempio dedicato a sua moglie Faustina.
Dopo la morte di Antonino, il tempio venne dedicato anche alla sua memoria.
Tempio di Antonino e Faustina/Chiesa di S.Lorenzo in Miranda |
ingresso secondario alla chiesa |
Questo era il luogo dove si diceva che San Lorenzo fosse stato condannato al martirio.
Nel VII/VIII secolo il Tempio di Antonino e Faustina fu trasformato nella chiesa dedicata a questo Santo.
A partire dall'XI secolo la chiesa è citata come chiesa di S.Lorenzo in Miranda, in quanto era circondata dalle bellezze del Foro (miranda="bella vista").
La facciata barocca che dava sul Foro si presenta in laterizio a due ordini, con lesene con capitelli ionici accanto al portale.
E' preceduta da dieci colonne in marmo bianco appartenenti al Tempio di Antonino e Faustina.
facciata sul Foro della chiesa di S.Lorenzo in Miranda |
ritratto di Papa Martino V sull'ingresso al Foro |
iscrizione che attesta la donazione della chiesa di papa Martino V |
navata (verso l'altare maggiore) della chiesa di S.Lorenzo in Miranda |
navata (verso l'ingresso al Foro Romano) della chiesa di S.Lorenzo in Miranda |
Martirio di S.Lorenzo - Pietro da Cortona |
Madonna con Bambino e i SS.Filippo e Giacomo - Raffaello Vanni |
Nella prima cappella a sinistra è presente una Madonna con Bambino con i SS. Filippo e Giacomo del Domenichino (1625), collocata in un altare con talamoni in stucco di Andrea Sarrazin, seguace del Domenichino.
Madonna con Bambino - Domenichino |
altare con talamoni - Andrea Sarrazin |
talamone in stucco |
talamone in stucco |
Nella seconda cappella a sinistra si trova un Martirio di S.Lorenzo opera romana del Seicento con influssi fiamminghi.
Martirio di S.Lorenzo (XVII secolo) |
Assunzione della Vergine (XVI/XVII secolo) |
Presentazione al Tempio |
Nascita della Vergine |
affreschi della terza cappella a sinistra |
Crocifisso adorato da S.Francesco (XVII secolo) |
Decollazione del Battista (XVI/XVII secolo) |
La Famiglia della Vergine |
La Famiglia della Vergine |
Infine nella terza cappella a destra troviamo un'Annunciazione di Alessandro Fortuna allievo del Domenichino e una Madonna con il Bambino benedicente del XIX secolo.
Annunciazione - Alessandro Fortuna |
Madonna con Bambino benedicente (XIX secolo) |
Orario: giovedì 9.00/13.00
(suonare il campanello)
CHIESA DI S.GIUSEPPE DEI FALEGNAMI
Sul più antico carcere di Roma, il Carcer Tullianum o Carcere Mamertino, sorse in epoca paleocristiana una chiesa.
Il carcere è a due piani sovrapposti di grotte scavate nelle pendici del Campidoglio (il piano più basso d'epoca arcaica e il secondo di età repubblicana), si trovava vicino al Comitium.
Nel IV secolo, in memoria della prigionia in questo carcere degli Apostoli Pietro e Paolo il sito fu trasformato per volere del Papa Silvestro I nella chiesa di S.Pietro in Carcere.
cella della prigionia di S.Pietro e S.Paolo nel Carcer Tullianum |
altare della cappella del Carcere Mamertino |
affresco nella cappella del Carcere Mamertino |
memoria dell'impronta sul muro della testa di S.Pietro strattonato dai carcerieri |
Nel 1597 Giacomo della Porta fu incaricato di costruire una nuova chiesa.
I lavori proseguirono poi con Giovanni Battista Montano che costruì la facciata.
La facciata è a due ordini, con volute ed edicole, e provvista di un grande timpano.
facciata della chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami |
navata della chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami |
controffacciata della chiesa con grande organo |
decorazioni delle pareti laterali della chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami |
soffitto ligneo con Natività - G.B.Montani |
abside della chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami |
Bottega di S.Giuseppe - Cesare Maccari |
Viaggio a Betlemme - Cesare Maccari |
Nella chiesa si trovano una Natività di Carlo Maratta (1650) e una Santa Famiglia con Sant'Anna di Giuseppe Ghezzi.
Natività - Carlo Maratta |
Santa Famiglia con Sant'Anna - G.Ghezzi |
oratorio della chiesa di S.Giuseppe dei Falegnami |
un'affresco della Storia della Sacra Famiglia - M.T.Montagna |
Storie della Sacra Famiglia - M.T.Montagna |
Cappella del Crocifisso |
Crocifisso di Campo Vaccino |
CONCLUSIONI
Il primo tempio romano divenuto a Roma una chiesa fu il Pantheon nel 608/615, sotto Papa Bonifacio IV.
Poi anche gli edifici del Foro divennero siti da trasformare in chiese.
Alcune sono giunte più o meno trasformate sino ai giorni nostri, mentre altre sono andate perdute come l'Oratorio dei Ss Sergio e Bacco costruito sui Rostra e divenuto sotto Gregorio III una basilica, o come la chiesa di S.Maria in Cannapara costruita nel IX secolo nell'ambulacro occidentale del pianterreno della Basilica Giulia.
Recarsi a visitare il Foro Romano vuol dire anche immaginare l'evoluzione che ebbe nei secoli successivi al tramonto dell'Impero Romano, e rimanerne affascinati.
Pubblicato dai Viaggi di Raffaella