Ogni 29 Giugno Roma tradizionalmente si anima per festeggiare i santi patroni della città!
Articolo pubblicato da Estate Romana
Piazza San Pietro si riempie per la messa solenne del Papa, mentre PARCHI e ristoranti si affollano di romani e turisti giunti per l’occasione della grande giornata di festa cittadina.
Pietro e Paolo sono sicuramente i santi più sentiti nella tradizione cristiana, i due principi degli apostoli raffigurati insieme sin dall’inizio del cristianesimo.
Piazza San Pietro si riempie per la messa solenne del Papa, mentre PARCHI e ristoranti si affollano di romani e turisti giunti per l’occasione della grande giornata di festa cittadina.
Pietro e Paolo sono sicuramente i santi più sentiti nella tradizione cristiana, i due principi degli apostoli raffigurati insieme sin dall’inizio del cristianesimo.
“Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo!”
(Papa Francesco)
San Pietro (Simone), un pescatore di Galilea che attendeva la venuta del Messia predicata dai profeti e dichiarata imminente da Giovanni Battista, fu il primo apostolo di Gesù.
A lui Gesù chiese di poter salire sulla sua barca per predicare, e, benedetto da una pesca miracolosa, Simone decise di lasciare tutto, perfino il proprio nome, e di seguire Gesù autoproclamandosi pescatore di uomini.
Verso l’anno 50, venne a Roma a predicare il messaggio di Cristo finché venne arrestato durante le persecuzioni dell’imperatore Nerone.
Secondo la leggenda Pietro riuscì in un primo momento a sfuggire all’arresto, ma sulla Via Appia gli apparse davanti Gesù Cristo convincendolo a pentirsi e tornare sui suoi passi per accettare il martirio in segno di fede: fu così crocifisso nel circo di Nerone nell’anno 67 d.C., crocifisso a testa in giù per sua scelta, in quanto non si riteneva degno di ricevere la stessa esecuzione di Cristo.
Pietro, che per tre volte aveva rinnegato il suo Maestro dopo l’arresto, divenne il punto di riferimento per gli altri apostoli e per tutti i discepoli. Sarà lui a dare l’avvio alla predicazione della Buona Novella, dopo la discesa dello Spirito Santo su tutti loro a Pentecoste. Sarà lui ad assumere nelle proprie mani tutti i doveri del Vicario di Cristo in Terra.
Sulla sua tomba fu costruita una cappella, poi la Basilica di Costantino che fu poi sostituita dalla BASILICA DI SAN PIETRO solo nel XVI secolo.29 giugno Festa di San Pietro e Paolo: i patroni di Roma
San Paolo (Saulo) nacque a Tarso (attuale Turchia) da una famiglia ebraica, fiero legionario e persecutore di cristiani si convertì al cristianesimo in seguito ad un’apparizione sulla strada di Damasco; da lì divenne un instancabile messaggero delle parole di Gesù, finché venne arrestato a Gerusalemme.
Venne trasferito a Roma nel 61 d.C. per un “giusto processo” – in quanto cittadino romano – e sconto diversi anni di carcere per poi uscirne ed essere nuovamente arrestato nelle persecuzioni cristiane volute sempre da Nerone.
Leggenda vuole che venne incarcerato nella stessa cella di Pietro e fu decapitato (perchè da romano meritava una morte meno dolorosa) nell’anno 67 d.C. sulla via Laurentina in una zona conosciuta col nome di Aquas Salvias.
La leggenda vuole che la sua testa, cadendo in terra, rimbalzo tre volte e da li zampillarono altrettante fonti di acqua intorno alle quali furono costruite tre chiese che oggi fanno parte del complesso dell’Abbazia Cistercense delle tre fontane (gestita dai monaci TRAPPISTI).
Il corpo di Paolo fu sepolto fuori dalle MURA AURELIANE – sulla Via Ostiense – oggi custodito sotto l’altare dell’attuale Basilica di SAN PAOLO FUORI LE MURA, mentre il suo capo è venerato nella BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO.
Secondo la leggenda, Pietro e Paolo sarebbero stati giustiziati lo stesso giorno.
Poiché la Chiesa festeggia la solennità dei principi degli apostoli Pietro e Paolo il 29 giugno, questo giorno è festa a Roma.
Ogni anno a Roma – il 29 Giugno – il centro di celebrazioni della Festa di San Pietro e Paolo sono tutte le chiese cattoliche, soprattutto la BASILICA DI SAN PIETRO in VATICANO e la basilica dei SANTI PIETRO E PAOLO all’Eur.
In Italia, il 29 giugno, giorno dei SANTI PIETRO E PAOLO, era giorno festivo concordatario fino al 1976, ma la festività è stata abrogata nel marzo 1977, rimanendo solo come festa patronale per la città di Roma.Già la sera del 28 giugno si ha la benedizione dei palli da parte del pontefice; il mattino seguente, al cancello centrale della basilica Vaticana viene appesa la “nassa del pescatore“, a ricordare l’umile mestiere di Pietro mentre contemporaneamente nella basilica Lateranense si assiste all’ostensione dei reliquiari contenenti le teste di san Pietro e di san Paolo.
L’area davanti a Piazza San Pietro è tradizionalmente decorata con immagini fatti di petali, la cosiddetta “Infiorata“, organizzata dal Pro Loco di Roma Capitale.
Alle 10:00 nella basilica solo pochi fedeli possono assistere dal vivo ogni anno alla messa papale, comunque trasmessa in diretta anche sui maxi schermi allestiti per l’occasione in Piazza San Pietro.
Per l’occasione i MUSEI VATICANI sono chiusi ogni 29 Giugno (mentre gli altri musei statali sono generalmente aperti).
Nella chiesa di SAN PIETRO IN CARCERE, dopo una celebrazione sacra, si può compiere la visita alla prigione dove l’apostolo venne rinchiuso dopo l’arresto.
Nelle preghiere dei Vespri viene recitato o cantato l’inno Decora lux aeternitatis auream.
Oltre alle celebrazioni nella BASILICA DI SAN PIETRO, negli ultimi anni a Roma si susseguono altri eventi:
ore 16 la regata di canoa sul fiume Tevere nei pressi del ponte Ponte Margherita del Popolo collega la via Cola di Rienzo con Piazza.
ore 20 a PIAZZA DEL POPOLO: Banda dell’Arma dei CARABINIERI e Sbandieratori delle 7 contrade di ORTE (VT)
ore 21 il recente spettacolo pirotecnico sul PINCIO che riprende il nome dell’antica “Girandola”. I fuochi d’artificio possono essere osservati molto bene da PIAZZA DEL POPOLO.Perché San Pietro e Paolo si festeggia proprio il 29 Giugno?
No, il 29 Giugno del 67 d.C. effettivamente non è la data esatta del martirio di San Pietro e San Paolo.
Non si è assolutamente certi che i due martiri siano stati uccisi lo stesso giorno, piuttosto esistono vari testi che parlano di diverse date che vanno tra il 18 e il 27 luglio del 64 d.C., dopo il grande incendio di Roma, al giugno e al luglio del 67.
Perché allora si è deciso per il 29 Giugno per questa commemorazione?
Come per altre feste cristiane si è decisa quella particolare data per offuscare altre feste pagane tradizionali, in questo caso i Quirinalia in onore di Romolo e Remo (spostati al 29 Giugno da Augusto).
Sin dai tempi antichi infatti, e fino al 258 d.C., sul Quirinale si onorava la sentitissima divinità sabina di Quirino, associata a Romolo e quindi all’origine della città.
Fu così che la chiesa cattolica, durante la cristianizzazione dell’Impero Romano, decise di sostituire la celebre festività pagana con un’altra che poteva diventare ancora più sentita.
Come abbiamo detto Pietro e Paolo sono sicuramente i santi più sentiti nella tradizione cristiana, i due principi degli apostoli raffigurati insieme sin dall’inizio del cristianesimo.
Il Dio Quirino, dal suo canto, era per i poeti augustei lo stesso Romolo, divinizzato dopo la sua morte.
Venne da se sostituire il giorno della celebrazione del Dio e del fondatore di Roma, con quello del fondatore della Chiesa romana, Pietro, e per mantenere l’immaginario di dualità associato a Romolo e Remo, si scelse di affiancare Paolo a Pietro, in una sorta di gemellarità del loro martirio, per convenzione avvenuto nel giorno simbolicamente più importante per la città di Roma e per i cittadini romani.
Pietro e Paolo sarebbero quindi festeggiati insieme per sostituire Romolo e Remo con una coppia di santi forti di una forza evocativa ugualmente possente.
Intorno alla metà del V secolo d.C. in un suo sermone (il n.82) il papa Leone Magno invitò i fedeli a “riflettere sulla profonda differenza di significato che una festa celebrata nel medesimo giorno poteva assumere per un pagano e per un Cristiano.
Mentre agli occhi di un pagano si era presentata la truce visione delle mura che Romolo aveva macchiate col sangue fraterno di Remo, ai Cristiani appariva ora la confortante immagine dell’amore che univa Pietro e Paolo per il bene della comunità loro affidata, nella speranza di una vita futura felice ed eterna.”
Pietro e Paolo non cancellano la Roma classica, anzi la portano a compimento.
Il turista viene a Roma per visitare le rovine dei Fori e le grandi basiliche, il PANTHEON e PIAZZA NAVONA, il COLOSSEO insieme a Michelangelo, Raffaello, Caravaggio e il barocco.
Ma mentre Romolo uccide Remo, Paolo, pur talvolta in lite con Pietro, torna in comunione con lui.
Per entrambi il cuore dell’esistenza non è la loro stessa vita, ma la testimonianza che esiste un motivo valido per vivere e che la vita non è inganno: entrambi lo hanno compreso incontrando un uomo che pretendeva di essere lui stesso “la vita”.
La Roma dopo Cristo raccoglie l’eredità del diritto, della filosofia, della letteratura, dell’arte greca e latina, ma vi aggiunge la misericordia.
Nella croce è apparso un amore più grande dell’odio, un perdono più grande dell’inimicizia, il Dio di misericordia più forte del diavolo.
E a partire da quell’amore ha anche purificato Roma dai suoi furori demoniaci, come i giochi gladiatori, che sopravvivono oggi solo nella forma della corrida, ma non più dell’uomo che uccide il fratello.
Anche qui con errori e peccati, ma sempre alla luce di quella luce.
Il paradosso è che la Roma pagana, uccidendo ingiustamente Pietro e Paolo, realizzò con loro martirio, l’evento più significativo della propria storia: rese i due nuovi fratelli cofondatori della città insieme a Romolo e Remo, attestando il loro amore e la loro testimonianza di indicatori di una verità che non aveva più paura della morte, poiché essa era stata vinta.
Uccidendo Pietro e Paolo, la Roma classica rifondò se stessa e li pose come nuove fondamenta della propria storia.
Negli anni del Risorgimento si cercò faziosamente di opporre quelle due Rome, quella di Romolo e Remo e quella di Pietro e Paolo.
Ma il tempo è stato galantuomo è ha mostrato che la Chiesa non poteva che gioire della ristabilita autonomia della Roma civile e la Roma laica non poteva che gloriarsi di avere al suo cuore la sede di Pietro.
Fra l’altro, se si leggono i testi degli illuministi sulla tolleranza, l’uguaglianza e la libertà è evidente come essi facciano derivare tale lascito non solo dalla classicità, ma più ancora dal Vangelo stesso, a partire da Locke.
Questa è Roma.
Donata dal tempo e dalla storia e non artefatta, non costruita a tavolino.
Roma così è stata fondata due volte.
In continuità: Romolo e Remo, Pietro e Paolo.
Questa è l’identità di Roma.
Perché la festa di San Pietro e Paolo ebbe inizio proprio nel 258?
Infuriava allora la persecuzione di Valeriano e non è assurdo pensare che i Cristiani, essendo loro vietata dall’editto imperiale ogni cerimonia presso le tombe degli Apostoli, cercassero di onorarli in una sede non cimiteriale e trovassero questa sede al terzo miglio della via Appia, in un luogo dove già si erano fissati i nomi di Pietro e di Paolo, nella tradizione di una loro comune dimora.
Roma è stata così fondata due volte.
In continuità: Romolo e Remo, Pietro e Paolo.
Questa è l’identità di Roma.
Leggende e Tradizioni del 29 Giugno per San Pietro e Paolo29 Giugno – San Pietro e Paolo – La girandola di Castel Sant’Angelo
Da molti secoli San Pietro e Paolo sono considerati i santi patroni della città di Roma, e come è facile immaginare molti sono i riti tradizionali che si ripetono ogni anno il 29 Giugno per festeggiare i santi in città.
Tra tutti i riti secolari che si susseguirono in onore dei protettori di Roma il più scenografico è sicuramente la Girandola di CASTEL SANT’ANGELO, che consisteva in uno spettacolo pirotecnico indimenticabile, con una celebre fontana finale che zampillava su tutto il monumento…
Secondo la tradizione, lo spettacolo fu ideato nel XV secolo da MICHELANGELO BUONARROTI per i festeggiamenti dei SANTI PIETRO E PAOLO, fondatori della Chiesa e patroni della città di Roma.
La Girandola altro non era che un fuoco d’artificio studiato nei disegni da Michelangelo Buonarotti e perfezionato dal Cavalier Bernini (cfr. Onorato Castani, Osservazioni sulla Sicilia, pag. 23), il quale si rifece alle eruzioni del vulcano Stromboli “che vomita fiamme e foco”. Il genio fantastico del grande Architetto napoletano trasformò questo diluvio di razzi, baleni, e fulmini di fuoco in un disegno di colori ed arte insuperabili. Ben presto si sparse la voce di questo spettacolo fantasmagorico e Roma divenne meta di visitatori provenienti da ogni parte d’Europa. In una medaglia di Pio IV si vede il CASTEL SANT’ANGELO incendiato da fuochi d’artificio
(cfr. Cose meravigliose di Roma 1625, e Grandezze di Roma 1678)
La spettacolare Girandola di CASTEL SANT’ANGELO venne azionata per la prima volta il 29 Giugno del 1481 per esaltazione del Pontificato di Sisto IV.
Nel 1769 venne descritta nel libro “Voyage d’un François en Italie” dell’astronomo JÉRÔME LALANDE come una delle cose più belle che avesse mai visto in tal genere.
Così il Gioacchino Belli immortalava nella poesia la Girandola di CASTEL SANT’ANGELO:
“Spiegare cosa fosse la Girandola, e ciò che essa rappresentò per oltre trecento anni, è cosa quanto mai ardua, come sarebbe molto riduttivo definirla un semplice fuoco d’artificio”.
La Girandola di CASTEL SANT’ANGELO era un evento che richiamava spettatori da tutta Europa, un appuntamento dove confluivano forestieri d’ogni grado e ceto sociale, un momento in cui Roma tornava a splendere rimpadronendosi anche se per brevi momenti di quel fasto che nel passato accompagnò questo faro di cultura e civiltà che appunto fu Roma.
Solo dal parto dell’ingegno del divino Michelangelo, il più grande artista rinascimentale, poteva nascere una così grande, fastosa e fiammeggiante scenografia per magnificare la notte romana di San Pietro e Paolo.
Un avvenimento che ridiede orgoglio ai romani, una festa che per capricci del tempo e della memoria è andata perduta, dimenticata tra i mille segreti che ancora la nostra città cela nelle sue biblioteche e nelle vecchie storie tramandate.
La Girandola di CASTEL SANT’ANGELO si svolgeva appunto a CASTEL SANT’ANGELO (poi trasferita a PIAZZA DEL POPOLO), ma nell’ultimo secolo non sono state mai più utilizzate le antiche girandole, bensì un normale spettacolo piro-musicale con effetti aerei.
Effettivamente lo spettacolo di CASTEL SANT’ANGELO, a volte ritenuto troppo pericoloso dalle autorità italiane, venne interrotto nel 1886, probabilmente a causa della morte di chi ne doveva continuare la tradizione, che scomparve senza lasciare istruzioni specifiche in merito e perciò non la si poté più rielaborare.
Da Michelangelo in poi il segreto era riposto nei colori e non sui colpi come oggi siamo abituati a sentire, si dice che erano usati 4500 razzi sparati in una sequenza molto particolare e che i “Flumina Lucis” i fiumi di luce così chiamati dal Bernini non dovevano essere meno di 60 e non oltre gli 80 questo affinché l’iride umana sensibile non avesse a confondersi nella successione dei colori.
Certo è che lo studio delle miscele che dovevano creare determinati tipi di colore era bagaglio di pochi eletti, coloro che si cimentavano in questi studi non erano semplici artigiani né tantomeno personaggi occasionali.
Solamente dal 2020 ricompaiono vere e proprie girandole per tutta la durata dello spettacolo pirotecnico dedicato alle girandole di Michelangelo, evidenziando la sua natura particolare e sorprendente nell’evento del 29 Giugno presso la piazza centrale di CINECITTÀ World.
Lo storico spettacolo pirotecnico è stato rievocato a CINECITTÀ World con autentici marchingegni antichi alti più di 6 metri, sui quali sono state issate le girandole, ruote di fuoco ed altri meccanismi pirotecnici che danzano a tempo di musica utilizzando effetti da lungo tempo introvabili.
Questa rievocazione si intitola: LE GIRANDOLE DI MICHELANGELO.29 Giugno – San Pietro e Paolo – La Barca di San Pietro
Una tradizione rurale molto diffusa nelle regioni del centro e del nord Italia vuole che la notte tra il 28 e il 29 Giugno si riempia a metà una bottiglia (o una caraffa, o un bicchiere) di vetro con dell’acqua fredda e poi, facendo attenzione, si versi all’interno un albume d’uovo.
Questa boccia di vetro deve poi esser lasciata tutta la notte in giardino (o sul davanzale).
La rugiada del mattino contribuirà a formare dei bianchi che sembrano le vele di una barca, e volendocelo vedere, un vero e proprio veliero all’interno della bottiglia.
Secondo la leggenda quella notte è lo stesso apostolo a creare le navicelle per tutti coloro che rispettano la tradizione, in ricordo del periodo in cui fu pescatore – prima che apostolo.
Secondo la tradizione cristiana l’effetto che si crea la notte del 29 giugno (dovuto al calore che dalla base sale verso la superficie portando con se l’albume) è un segno dell’affetto di San Pietro che in tal modo dimostra vicinanza ai suoi fedeli.
Ovviamente non finisce qui: a seconda delle caratteristiche del veliero nella bottiglia, alcuni potranno trarre informazioni su quel che succederà nell’immediato futuro.
Osservando la barca all’interno, nel caso in cui le vele della barca appaiano chiuse allora sarebbe arrivato mal tempo ( per alcuni una stagione piovosa in generale), al contrario vele spiegate starebbero a significare una giornata di sole (per alcuni l’arrivo di siccità o comunque di una stagione mediamente asciutta).
Questa tradizione poi era più o meno elaborata a seconda della famiglia interprete, del paese e della regione: per alcuni infatti l’aspetto della barca forniva indicazioni sulla salute e sulle finanze della famiglia, ma anche dei matrimoni in arrivo.
In alcune zone d’Italia se queste vele appaiono spiegate allora vuol dire che il raccolto dell’anno sarà abbondante, altrimenti sarà alquanto magro.
Nel bergamasco la forma della nave si interpreta in maniera differente, ovvero le vele gonfie indicano un marito per le ragazze single o un bimbo in arrivo per le donne maritate.
In alcuni paesi del nord Italia è diffuso un proverbio che sostiene: “Se piovesse nel giorno di San Pietro & Paolo, pioverà tutto l’anno!”
29 Giugno – San Pietro e Paolo – Le altre leggende
Il 29 Giugno in molte città si festeggiano i SANTI PIETRO E PAOLO e le tradizioni popolari, differenti tra loro, spesso oltrepassano i contenuti religiosi…
Molti credono comunque che per tradizione il 29 giugno – per intercessione di San Pietro – le piogge cadranno copiose ponendo fine alla siccità.
In alcuni paesi del sud d’Italia si dice che in questo giorno ci sarà un morto precipitato in un burrone, un altro ammazzato e uno annegato in mare.
Un detto popolare veneto riprende in parte la leggenda appena descritta: qualcuno annegherà perchè questo è l’unico giorno in cui la madre di San Pietro può vedere suo figlio.
Secondo la leggenda, essendo questa donna stata molto cattiva in vita, la sua anima è di certo all’inferno e in alcune comunità montane, come in quella di Lessinia, si dice “ven fori la vecia” portatrice di brutto tempo, e i pescatori non devon uscir in mare per non rischiare di morire annegati.
Molti marinai invocano San Pietro nelle loro preghiere, e in generale al nord molti di loro credono che la notte del 29 giugno non si debba prendere il mare, perché molto probabilmente ci saranno burrasche e tempeste causate dalla crudele madre del loro santo patrono.
A seconda della regione d’Italia questa leggenda è completamente stravolta: per altre comunità marittime – al contrario – in quella notte i mari saranno particolarmente pescosi (forse a causa dei primi che non scendono in mare?).