I Saturnali: opera dimenticata alla GNAM



























Nel chiostro di sinistra della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, sin dal 1910 è collocata un’opera d’arte che a partire da tale data e per molti anni a venire, fu oggettivamente e storicamente l’opera più prestigiosa presente nel Museo. Stiamo parlando di una scultura in bronzo lunga sei metri e con dieci personaggi in grandezza naturale, intitolata ‘I Saturnali’ il cui artista fu Ernesto Biondi originario di Morolo. 

Nel 1900 lo Stato Italiano, che l’aveva acquisita al patrimonio nazionale, la presentò nel proprio padiglione alla Esposizione Universale di Parigi e qui un comitato internazionale di uomini d’arte presieduto dal massimo scultore dell’epoca, Rodin, le  assegnò il Grand Prix, il riconoscimento più elevato;  inoltre il Presidente della Repubblica Francese onorò l’artista di una onorificenza ambitissima: la Legion d’Onore. Dunque, i Saturnali,  un capolavoro, ma di quelli autentici.

Ma da oltre mezzo secolo tale fondamentale opera d’arte sta vivendo una esperienza semplicemente inaudita: in effetti continua ad essere conservata (in realtà abbandonata, orfana e derelitta!!!)  nel chiostro di sinistra del museo come all’inizio ma è divenuta non solo invisibile e inaccessibile allo sguardo del visitatore -adesso spiegherò perché-  ma altresì completamente negletta e trascurata nella sua conservazione e  valorizzazione, ricoperta di ossidazione e di verderame e di sporcizia, mai ripulita e manutenuta in cento anni,  preda delle intemperie e dei bombardamenti dei volatili, in quanto detto chiostro è aperto in alto. E se si scostano le tende si assiste ad uno spettacolo difficilmente qualificabile:  la scultura è  invisibile in quanto completamente avviluppata e inghiottita  dalle immense foglie dei banani che nel chiostro, divenuto una serra, prosperano e crescono lussureggianti!! 

Tale sconcio, sappiamo bene, in una società civile non si sarebbe mai verificato e, se del caso, avrebbero messo immediatamente gli autori responsabili ad esercitare altre professioni e mestieri più consoni. Purtroppo tali emergenze non sono eccezioni  nei contesti italiani che ben conosciamo, ma quanto, al contrario, è  imperdonabile  -e dovrebbe essere  anche perseguibile- è il fatto che tale opera d’arte il Museo non solo la mantiene nel degrado e nel deterioramento ma altresì volutamente, a mio avviso, la tiene preclusa e inavvicinabile e impedita a mezzo di pesanti tendaggi, una volta quelli a stecca di plastica che qualcuno si era anche preoccupato di bloccare al muro con chiodi, ora, avendo velleità di spendere soldi pubblici, li hanno sostituiti con eleganti tendaggi di stoffa bianca ma sempre chiusi su tutte  e due le vetrate  accessibili! Da quasi settanta anni, come se  affetta da infezione  o da pandemia.

Qualcuno riderà: in effetti  sono dieci anni almeno che si cerca, nei limiti possibili ad un cittadino della strada, di denunciare pubblicamente a chi di dovere tale oscena e offensiva condizione  ma fino ad oggi senza risultato: se ne è preoccupato, a suo dire, un presidente della provincia, si è sentito coinvolto, a suo dire, un assessore provinciale alla cultura, si è sentito allettato ll’intrvento l’assessore alla cultura del Comune di  Frosinone  oltre all’amministrazione di Morolo: quale umiliazione e disonore, oggi la situazione è ancora peggiore, grazie o a dispetto dell’intervento di questi signori ai quali era stato  perfino prospettato la scultura di farsela dare in affidamento, come normalmente avviene, ed esporla qui a Frosinone o a Morolo o altrove in provincia o in Ciociaria: il loro impegno invece è stato tale che, oggi ancora, si conferma che cemento armato e asfalto, cioè la distruzione del territorio e del paesaggio, fenomeni tipici delle società sottosviluppate  e troglodite, hanno la preminenza sulle opere d’arte e la cultura.

 La sola speranza seria di una soluzione è un appello alle libere associazioni di cittadini di tutta la  Ciociaria, affinché siano loro stesse a organizzare  una democratica e ferma  azione di forza e investire direttamente e personalmente il Ministro Franceschini di tale riprovevole  immotivato malessere, nella finalità di ottenere l’affidamento della  scultura e farla assegnare a qualche città della Ciociaria attrezzata e  esperta e consapevole di cose d’arte e di cultura.
Illustriamo come appaiono i Saturnali presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma  e come invece, la scultura gemella, viene presentata al pubblico di Buenos Aires.  
                                                                      

Articolo di Michele Santulli