Droghe, tabacco, antidoti e pozioni nell’antica Spezieria di Trastevere



Antica Spezieria di Trastever

Questa settimana “Semplicemente Roma” vi porterà alla scoperta di una delle più antiche farmacie della capitale, la Spezieria di Santa Maria della Scala istituita nella seconda metà del cinquecento dai Carmelitani Scalzi, grandi conoscitori di piante medicinali, filtri, infusi ed altri rimedi capaci di risolvere ogni tipo di male.

I toccasana, realizzati dai frati coltivando spezie e droghe nei giardini del convento, divennero così popolari che vi ricorsero anche nobili, prelati e perfino papi, come ad esempio Pio VIII (1761-1830) che concesse agli speziali privilegi fiscali purché dispensassero la loro arte curativa a nuovi discepoli, frati e laici, come testimoniato da un dipinto in cui è raffigurato fra Basilio della Concezione che impartisce lezioni ad un gruppo di giovani allievi.

Fra gli scaffali in legno di noce del settecento si conservano ancora oggi antidoti come l’acqua Rossa contro la peste, la lavanda Melissa contro l’isteria o l’erba di Santa Croce, tabacco masticabile utilizzato per curare le nevralgie. Quest’ultimo rimedio prende nome dal cardinale Prospero Santacroce Publicola che nel 1561 importò da Lisbona l’erba nicotina alla quale si attribuivano virtù medicinali per la cura di innumerevoli malattie, tanto da meritarsi l’appellativo di erba “santa”. Il suo uso, inizialmente raccomandato da medici e farmacisti, si rivelò ben presto un problema tanto da spingere Urbano VIII prima e Innocenzo X poi, a minacciare di scomunica chi avesse osato fumarlo in chiesa.

Ma la pozione più famosa è quella della Theriaca, riconoscibile per quel suo odore pungente di siepi, antidoto antiveleni inventato da Andromaco, medico di Nerone, fu prescritta ininterrottamente dai medici per ben diciotto secoli perché considerata panacea di tutti i mali, dotata di virtù miracolose.

Tutte queste ricette sono state custodite con cura dai Carmelitani Scalzi nel “Trattato delli Semplici”, un erbario attribuito allo stesso fra Basilio dove troviamo elencate tutte le erbe medicinali di cui si conserva un esempio essiccato.

Visitati il frantoio, il laboratorio galenico e quello liquoristico affollati di bilance, alambicchi di distillazione, mortai, ampolle e vasi di ceramica, giungeremo alle segrete dove venivano imprigionati quei frati che per errore avevano provocato la morte di un loro paziente. A tal proposito il Belli, che aveva usato l’acqua di S Maria della Scala per curare un mal di denti, scrisse che gli procurò in bocca “cento inferni sani, sani”.

Una visita imperdibile per respirare a pieni polmoni le tradizioni di una Trastevere, ancora tutta da scoprire. Per saperne di più, sulla spezieria e altri luoghi noti e meno noti di Roma, vi invitiamo ad unirvi ai nostri corsi e visite guidate consultabili sul sito di Rome4u § Roma e Lazio x te.

La visita alla Spezieria di S Maria della Scala e al convento di clausura dei Sette Dolori, capolavoro architettonico di Francesco Borromini, viene condotta dalla dottoressa Luisa delle Fratte dell'associazione culturale Rome4u § Roma e Lazio x te


Articolo curato da Valeria Scuderi dell'associazione culturale Rome4u § Roma e Lazio x te, pubblicato il 10 febbraio 2015 da RomeToday

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