Le aree di clausura dell’Abbazia delle Tre Fontane a Roma diventano visitabili grazie alla realtà virtuale con un'installazione allestita nell’area museale dell’Abbazia che mostrerà per la prima volta ai visitatori il cuore del monastero Abbaziale e il Chiostro dei monaci Trappisti.
L’idea nasce dalla volontà di mostrare aree di incredibile interesse religioso e di estremo valore storico-culturale, che sono da sempre inaccessibili al pubblico in quanto riservate alla vita di clausura dei monaci Trappisti che ne sono i custodi.
"Più si vive in questo luogo, più si comprende l’importanza e la bellezza del patrimonio che abbiamo ricevuto in dono - afferma Dom Jacques Marie Brière - e che oggi, grazie a mezzi tecnologici di avanguardia, possiamo finalmente condividere: mostrando i luoghi che abitiamo nel quotidiano, riusciamo a dare alle persone almeno un’idea di quella che è la vita monastica, una vita fatta di solitudine e di ricerca costante della presenza del Signore". Quanto al binomio nuove tecnologie - monaci, per l'abate non deve affatto stupire: "I monaci non hanno mai temuto la tecnica e la tecnologia; al contrario, essi hanno sempre avuto una visione molto positiva di tutto ciò che aiuta gli uomini a lavorare e a sostenersi. "Durante il Medioevo i Cistercensi sono stati i migliori idraulici del loro periodo, si sono distinti - ricorda il superiore dell’Abbazia - nella lavorazione del ferro e i numerosi monasteri che hanno costruito nei secoli sono una testimonianza tangibile di come essi siano stati sempre all’avanguardia nelle tecniche e spesso pionieri nell’edilizia, oltre che nell’allevamento degli animali. Raggiungere i migliori risultati in tutte le attività intraprese, anche grazie all’aiuto dei mezzi e delle tecniche, è espressione della volontà di riuscire a sostenere i più poveri: la ricchezza dei monaci non è, infatti, solo una ricchezza spirituale, ma è anche una ricchezza materiale, coltivata per essere messa al servizio del benessere del prossimo nel mondo nel quale viviamo", conclude Dom Jacques Marie Brière.
Con l'entrata in funzione dell'installazione HTC Vive, permanentemente allestita all’interno dell’area museale dell’Abbazia, gli utenti potranno visitare per la prima volta l’intera Chiesa Abbaziale, uno dei monumenti più interessanti dell’architettura medievale romana di transizione, che attualmente è accessibile solo fino a una certa altezza della navata centrale, e il Chiostro, il luogo in cui i monaci Cistercensi si riuniscono nella preghiera e nella meditazione fin dal XII secolo. Tutti gli ambienti sono stati fedelmente riprodotti in computer grafica e successivamente implementati in un motore grafico per la fruizione in tempo reale. Nel primo tour, il cancello che delimita il cuore della Chiesa Abbaziale si apre come per incanto, consentendo l’accesso alla navata traversa, alle cappelle laterali, all’altare e ai seggi del coro, oltre i quali si viene sospinti e sollevati in aria fino a guadagnare una spettacolare vista panoramica dell’intero complesso. Nel secondo tour, come proiettati da un flusso di energia, si viene guidati lungo i quattro lati del Chiostro e infine nel giardino centrale, raccontato durante il periodo di fioritura della gigantesca magnolia che ne orna l’ingresso. Nel corso delle due esperienze virtuali, le voci dei monaci e i loro canti, insieme ai rintocchi delle campane e ai rumori della natura del giardino del Chiostro, concorrono a simulare una sensazione di reale (com)presenza nel luogo.
"Realizzare questo progetto è stato un grande privilegio per noi. Addentrarci nella cultura dei monaci Trappisti e vivere l’atmosfera di serenità sospesa nel tempo che caratterizza questi luoghi ci ha intimamente arricchiti. Le nostre sfide principali sono state due: da un lato, ricostruire fedelmente e con un risultato quanto più realistico possibile questi incantevoli luoghi; dall’altro, riuscire a raccontarli trasmettendo la stessa sensazione di benessere spirituale, e non solo estetico, che essi sono in grado di suscitare", spiega Paola Ruggieri, produttore creativo e co-founder di Sfera Productions. Il complesso dell’Abbazia delle Tre Fontane, situato in un’estesa area verde lungo l’antica via Laurentina, rappresenta uno dei luoghi più importanti della cristianità, quello in cui è avvenuto il 29 giugno 67 il martirio della decapitazione dell’Apostolo Paolo, dove la leggenda vuole che la sua testa, rotolando tre volte sul terreno, abbia fatto scaturire altrettante sorgenti d’acqua - da cui il nome Tre Fontane.
Anticamente la valle era chiamata Acquæ Salviæ – da cui prende il nome la via che conduce al Monastero – e sin dai primi secoli cristiani vi sorgeva un oratorio che attestava il culto del Santo nel luogo del martirio.
Tra il VI e il VII secolo, un gruppo di monaci provenienti dalla Cilicia, la stessa terra d’origine di San Paolo, nel Sud dell’odierna Turchia, vi fondarono un monastero che, nei secoli successivi, avrebbe subito numerosi e importanti rifacimenti. La costruzione della Chiesa Abbaziale e la struttura del monastero come la conosciamo oggi risalgono al XII secolo, quando papa Innocenzo II (1130-1143), dopo aver iniziato i lavori di restauro del monastero che versava in uno stato di abbandono, lo donò all’ordine cistercense. Del complesso dell’Abbazia delle Tre Fontane, oltre alla Chiesa Abbaziale dedicata ai Santi Vincenzo e Anastasio, fanno parte la Chiesa di Santa Maria alla Scala Coeli e la Chiesa di San Paolo al Martirio, che sono interamente accessibili al pubblico.