Ostia Antica Itinerario II "dal Museo a via del Serapide" Articolo tratto dai Viaggi di Raffella


ARTICOLO E FOTO tratti dal SITO I VIAGGI DI RAFFAELLA


Il 2° itinerario
dal Museo al Decumano Massimo passeggiando  a zig zag tra il Cardine massimo, via della Fortuna, via dei Misuratori di Grano, Via della Foce, Via del Tempio di Ercole, via del Serapide, ed altre.
L'edificio di fronte alle botteghe della Casa dei Balconi con Mensole, tra Via della Fortuna e Via dei Misuratori del Grano, è chiamato Caseggiato dei Misuratori del Grano.

CURIOSITA': Via della Fortuna è chiamata così dal rilievo in terracotta rappresentante la "Fortuna", con cornucopia e timone, posto su un pilastro d'angolo del portico davanti alle botteghe di questo caseggiato.

pilastro con rilievo della "Fortuna"
portico davanti alle botteghe del Caseggiato dei Misuratori del Grano
rilievo raffigurante la "Fortuna"
L'ingresso sulla facciata meridionale era affiancato da lesene in mattoni che sorreggevano un timpano, nel quale vi è un rilievo in mattoni raffigurante un misuratore di grano.
Sopra la porta invece un rilievo rappresenta un bastone.

ingresso del Caseggiato dei Misuratori del Grano
Da questi elementi decorativi si è dedotto che questo fosse un edificio dove il grano veniva venduto.

facciata meridionale del Caseggiato dei Misuratori del Grano
Attraversava la facciata meridionale del caseggiato un balcone sorretto da mensole di travertino.
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Adiacente e parallelo alla Via Tecta, davanti alla Casa del Misuratore di Grano, si trova il cosiddetto Piccolo Mercato.

facciata settentrionale e ingresso principale del Piccolo Mercato
Il magazzino, che si apre intorno a due cortili porticati separati da un passaggio coperto, è stato costruito nel 120 d.C.
L'ingresso principale era posto sul lato settentrionale, dietro ad un porticato in mattoni.

cortile porticato e ingressi alle celle del Piccolo Mercato
 Distribuite sugli altri tre lati vi erano 28 camere alte 7m e coperte con volte a botte.
Alcune celle del lato meridionale accolgono reperti archeologici al coperto, come anche alcune celle del lato orientale invece all'aperto.

celle orientali  del Piccolo Mercato
In angoli opposti dell'edificio vi erano due scale: la prima parte fatta di gradini, la seconda costituita da un piano inclinato a mo di rampa x carrelli).
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Ad ovest del Piccolo Mercato vi sono altri Horrea, separati da questi tramite uno stretto passsaggio che sfrutta il muro in opera quadrata di un precedente edificio.

ingresso agli Horrea limitrofi al Piccolo Mercato
passaggio tra gli Horrea e il Piccolo Mercato
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A sud di questi magazzini vi sono gli Horrea Epagathiana e Epaphroditiana, come è scritto in una lastra di marmo posta sull'ingresso.

facciata ovest degli Horrea Epagathiana ed Epafroditiana
Questi magazzini, costruiti nel 145-150 d.C., appartenevano infatti a due liberti: Epagato e Epafrodito.

targa in marmo con il nome dei proprietari degli Horrea Epagathiana ed Epafroditiana
Dopo gli scavi effettuati nello scorso secolo, l'edificio, come ben si può vedere, è stato ampiamente restaurato.
L'ingresso principale, posto sul lato occidentale, è affiancato da botteghe.
Il protiro è decorato con semicolonne in laterizio con capitelli, con un'architrave con la scritta citata, e un frontone.
Sul muro del secondo vestibolo dietro l'ingresso vi sono due nicchie che avranno contenuto statue di divinità.
Al centro dei magazzini vi è un cortile quadrato circondato da un portico con pilastri di mattoni.
Le stanze che si affacciano sul cortile hanno coperture con volta a crociera
Anche sul muro del lato est del cortile ci sono due nicchie uguali a quelle del vestibolo, che incorniciano l'ingresso di una lunga stanza, forse un ufficio.

muro del cortile con edicole che incorniciano l'ingresso di una stanza
L'edificio aveva anche un piano superiore raggiungibile con due scale. 
Dai dispositivi di bloccaggio delle porte, sia internamente che esternamente, si pensa che il magazzini potesse contenere beni di certo valore

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Direttamente adiacente all'Area Sacra Repubblicana, ma con ingresso dai portici di Via degli Horrea Epagathiana, si trovano le Terme del Bagnino Buticosus, costruite in epoca traianea.

vestibolo delle Terme del Bagnino Buticosus
Tramite un vestibolo si giunge nella sala d'attesa con panchine e nicchie in una parete.
Qui si trovavano resti di affreschi di giardini con vasi. 

sala d'aspetto delleTerme del Bagnino Buticosus
All'estremità meridionale di questa sala si trova una piccola stanza con affreschi dello stesso tipo.

affreschi di un ambiente delle Terme del Bagnino Buticosus
Nella camera che permette di accedere al laconicum (bagno a vapore), si trova il mosaico la cui raffigurazione ha dato il nome alle terme: un uomo nudo con in mano un secchiello e uno strigile, e la scritta EPICTETVS BVTICOSVS.
Probabilmente rappresentava il bagnino, il guardiano del complesso termale.

mosaico con il bagnino Buticosus
iscrizione sul mosaico: EPICTETVS BVTICOSVS
impianto di riscaldamento nelle pareti del laconicum delle Terme del Bagnino Buticosus
Il calidarium delle terme è composto da un ambiente pavimentato a mosaico, affiancato da due bacini coperti di marmo.

ingresso al calidarium delle Terme del Bagnino Buticosus
calidarium delle Terme del Bagnino Buticosus
un bacino del calidarium delle Terme del Bagnino Buticosus
Nel mosaico sono rappresentati un Tritone, una Nereide, ippocampi e delfini.

mosaico del calidarium delle Terme del Bagnino Buticosus
particolare del mosaico del calidarium delle Terme del Bagnino Buticosus
Questa stanza era ricoperta di marmi, e rimane ancora ben conservato lo stipite della porta.

stipite in marmo del calidarium
Dietro questi ambienti caldi corre un corridoio di servizio con pavimento in opus spicatum.
opus spicatum del corridoio di servizio
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Limitrofa all'Area Sacra Repubblicana e alle terme del bagnino si trova anche la famosa Domus di Amore e Psiche, uno dei siti di Ostia Antica più visitati.

Domus di Amore e Psiche
La domus fu istallata in tarda antichità (IV secolo d.C.) in negozi del II secolo d.C.

vestibolo d'ingresso della Domus di Amore e Psiche
Da un vestibolo con panche rivestite in marmo e pavimento a mosaico,  s'accedeva ad una sala centrale con pavimento a mosaico con motivi geometrici policromi, e anch'essa dotata di panca.

sala centrale della Domus di Amore e Psiche
panca della sala centrale della Domus di Amore e Psiche
pavimento policromo della sala centrale della Domus di Amore e Psiche
Colonne in marmo e granito, sormontate da archi in mattoni e travertino, separavano questa stanza da un piccolo giardino (viridarium).

colonne della sala centrale e viridarium della Domus di Amore e Psiche
Qui vi era un ninfeo con pavimento in mosaico policromo e rivestimento in marmo. 

ninfeo della Domus di Amore e Psiche
Nella parte inferiore vi sono cinque nicchie semicircolari, separate da colonne in marmo.

Dalla sala centrale si poteva raggiungere la sala principale della domus, in posizione più alta rispetto alle altre stanze.

sala principale della Domus di Amore e Psiche
In questa sala dal bellissimo pavimento in opus sectile, vi erano una nicchia con fontana in marmo e le scale per accedere al piano superiore.

Le pareti erano intonacate nelle parte superiore e ricoperte di marmo nella parte inferiore.

rivestimento marmoreo della parte inferiore delle pareti della sala principale della Domus di Amore e Psiche
Sul lato ovest della sala centrale si aprivano tre stanzette, forse dei cubicula (camere da letto).

ingressi ai cubicula e alla sala principale della Domus di Amore e Psiche
Il pavimento delle tre stanze, era in quelle laterali in mosaico a motivi geometrici, mentre in quella centrale in marmo, come anche le sue pareti.

pavimento in mosaico di un cubiculum laterale
pavimento in marmo della camera di Amore e Psiche
In quest'ultima stanzetta, sopra ad un piedistallo, si trova la famosa statua di Amore e Psiche (qui è presente il calco in gesso, mentre l'originale si conserva nel Museo Ostiense).

cubiculum con copia della statua di Amore e Psiche
statua originale di Amore e Psiche (Museo Ostiense)
statua originale di Amore e Psiche (Museo Ostiense)

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Via delle Terme del Mitra lo divide da un altro caseggiato a negozi della stessa epoca, nel quale vi era stata istallata nell'area nord-ovest una fornace con un grande forno: forse per la produzione di piastrelle o forse per cuocere il pane confezionato nelle case private (visto che non si sono trovate macine e impastatrici).

caseggiato con fornace
fornace
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Alle spalle di questo caseggiato, si trovano le Terme del Mitra, costruite in epoca adrianea (125 d.C.) e restaurate intorno al 200 d.C. e poi nel IV secolo d.C.


L'ingresso principale delle Terme del Mitra si trovava su questa facciata, e introduceva in un vestibolo o apodyterium (spogliatoio). Sul lato esterno una nicchia-fontana

Un altro ambiente con mosaico in bianco e nero con soggetti marini e una fontana-nicchia si trovava sul lato orientale del complesso termale.

bacino orientale del calidarium
 Corre dietro la parete meridionale del calidarium uno stretto corridoio, raggiungibile dalla facciata orientale delle terme.

ingresso con stipiti in pietra al corridoio dove si trova la noria - sulla destra scale per accedere al piano superiore
Lungo questo corridoio si trova una noria, un impianto di sollevamento delle acque con una grande ruota idraulica che, munita di secchi, sollevava l'acqua alla piccola cisterna superiore.
L'acqua poi per mezzo di tubi di piombo raggiungeva le caldaie e le vasche termali.


corridoio di servizio
noria
Nei sotterranei delle terme si conservano gli ambienti di servizio con forni, caldaie e paratie per convogliare l'acqua solo in zone specifiche.
Nella zona nord-est dei sotterranei si trova anche una fullonica.
ambenti di servizio delle terme
ambienti sotterranei delle terme
ambienti sotterranei delle terme
Nella parte nord dell'edificio termale si accede al mitreo sotterraneo del III secolo d.C. che ha dato nome alle terme.
ingresso al mitreo visto dall'alto
mitreo delle Terme del Mitra
mitreo delle Terme del Mitra con piccolo altare triangolare intonacato e bassi podia
E' stata qui ritrovata la statua del II secolo d.C. in marmo greco di Mitra nell'atto di uccidere il toro, sostituita da una copia in gesso (l'originale si trova nel Museo Ostiense).
La testa e il braccio di Mitra, e la testa del toro, sono stati trovati in un vicino canale di scarico. 
La base in marmo grigio poggia su un basamento in muratura. 
Nel soffitto del mitreo, sopra la statua, si trova un foro dal quale entra un raggio di luce che in modo suggestivo illumina la rappresentazione di Mitra.
Un'iscrizione sul toro porta il nome dell'autore della statua: "Kriton ateniese fece".
  
Sono stati trovati due clipei con le immagini di due uomini, probabilmente coloro che finanziarono la costruzione di queste terme.
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Se si torna nuovamente su Via della Foce il prossimo edificio che s'incontra sono gli Horrea dei Mensores, ovvero dei misuratori del grano.
ingresso degli Horrea dei Mensores
Gli horrea furono costruiti in epoca traianea, e sono costituiti da un cortile fiancheggiato da portici sul quale ad est ed ovest si affacciano degli ambienti.
Il collegio che raggruppava gli addetti al controllo e alla misurazione del grano (Corpus Mensorum Frumentariorum Ostiensium), trovò nella parte sud-est degli horrea la sua sede ufficiale.

Facevano parte di questa sede la cosiddetta Aula dei Mensores e il Tempio dei Mensores.
Tempio dei Mensores e Aula dei Mensores
Il Tempio dei Mensores, il tempio della gilda, era stato costruito sopra ad un podio.
Saliti cinque gradini in travertino si raggiungeva il pronao, le cui colonne sono andate perdute, e la cella del tempio.
L'adiacente Aula dei Mensores s'affaccia su Via della Foce con un ampio ingresso. 
Il mosaico a tessere bianche e nere del pavimento dell'aula raffigura nel pannello centrale dei misuratori del grano intenti a lavorare.
riquadro centrale del mosaico con mensores al lavoro
tre uomini misurano con il rutellum il livello del grano e testano il grado d'umidità e la qualità
trasportatori di sacchi di grano e un ragazzo schiavo che conta con la mano alzata i sacchi
Un cippo, che fungeva da base ad una statua, porta un'iscrizione con il nome del patrono della corporazione dei misuratori del grano.
Dietro al tempio si trova un cortile con un pozzo e due vasche.
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Terme del Palazzo Imperiale 
Erano terme private e imperiali. Sui tubi delle condutture d'acqua sono stati trovati bolli con il nome di Matidia Minore, figlia di Matidia Maggiore una nipote di Traiano. Forse fu lei che donò queste terme ad Ostia, e per questo vengono anche chiamate Balneum Matidiae.
A nord-est vi è il frigidarium.
frigidarium delle Terme Imperiali
Il pavimento a mosaico che lo decorava, oggi decora la Sala dell'Immacolata Concezione ai Musei Vaticani.
pavimento a mosaico del frigidarium delle Terme Imperiali di Ostia Antica (Sala dell'Immacolata Concezione - Musei Vaticani)
Il frigidarium aveva una grande piscina con nicchie rettangolari e semicircolari.

Sul lato nord del frigidarium vi era forse un apodyterium (spogliatoio con panche).
Vi era anche una latrina.

Un altro pavimento a mosaico con rapresentazioni floreali ed uccelli è stato trovato nel complesso termale, ed oggi è ai Musei Vaticani nella Sala della Galleria dei Quadri Moderni.

mosaico delle Terme Imperiali di Ostia Antica (sala della Galleria dei Quadri Moderni - Musei Vaticani)
E' stato posto invece nella Chiesa di S.Paolo alle Tre Fontane il mosaico con i busti che raffigurano le quattro stagioni accompagnati dai loro nomi in latino.

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Superata una collinetta, sulla quale si erge una piccola costruzione in muratura, e un magazzino annonario, non del tutto scavato, si può visitare il Caseggiato di Bacco e Arianna, di epoca adrianea.
Su Via della Foce, dietro ad un portico, si affacciano due negozi appartenuti all'edificio: quello d'angolo era un "bar".
Si può accedere al caseggiato, un tempo a due piani, dal suo ingresso nella facciata orientale, entrando in una vietta (Via del Serapide), ortogonale a Via della Foce.
Si entra in un cortile con un bacino e con portico con pilastri in mattoni sul lato nord.
cortile e portico del Caseggiato di Bacco e Arianna
bacino del cortile del Caseggiato di Bacco e Arianna
statua nel bacino del cortile del Caseggiato di Bacco e Arianna
Dietro al portico si aprono quattro stanze.
La prima camera a nord-est era una sala da pranzo, pavimentata con un mosaico in bianco e nero dove sono raffigurati vigne, uccelli , una testa di Medusa e figure alate.
Dal disegno del mosaico si deduce che qui trovava posto un biclinium.

testa di Medusa e figure alate nel mosaico della sala da pranzo del Caseggiato di Bacco e Arianna
Ad ovest di questa stanza ve ne era una molto più grande, adibita forse a sala riunioni.
grande sala del Caseggiato di Bacco e Arianna
Il pavimento possiede un mosaico in bianco e nero con disegni floreali che circondano un pannello centrale nel quale sono raffigurati i personaggi che hanno dato nome all'edificio: Bacco e Arianna.
pannello centrale del mosaico della grande sala del Caseggiato di Bacco e Arianna
E' anche rappresentata la lotta tra Eros e Pan (il conflitto tra amore sacro e amor profano), alla quale funge da arbitro un vecchio Sileno.
La scena si svolge in una palestra, perché vi sono rappresentati su un tavolo un ramo di palma, un cratere, un'erma e una corona di fiori, i premi per il vincitore della disputa.
particolare del mosaico di Bacco e Arianna
Fino all'inizio del IV secolo d.C. vi era un passaggio tra il Caseggiato di Bacco e Arianna e l'adiacenteSerapeo: forse il caseggiato era il luogo in cui vivevano i sacerdoti del santuario.
Successivamente il passaggio fu chiuso e aggiunta una fontana-nicchia.

nicchia-fontana del Caseggiato di Bacco e Arianna
La parte nord-ovest del caseggiato non è ancora stata scavata.

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Limitrofo (e come già detto un tempo connesso) al Caseggiato di Bacco e Arianna, è il Serapeum, un piccolo tempio dedicato a Jovi Serapidi, divinità egiziano-ellenistica derivante dal sincretismo tra Osiride-Api e Giove.

Il tempio fu costruito tra il 123 e126 d.C.
Fu donato da un privato e inaugurato il 24 gennaio 127, compleanno dell'imperatore Adriano.

ingresso con portico del Serapeum
qui doveva esserci il mosaico con la raffigurazione del toro Apis
Sulla facciata si trovava un portico d'ingresso, di cui rimangono le basi delle due colonne e le nicchie rivestite di marmo.  
 Il pavimento del portico riproduceva un toro Apis (non visibile).

L'iscrizione triangolare con le parole IOVI SERAPI probabilmente si trovava sopra il portico, e venne poi riutilizzata spezzata nel pavimento dello stesso edificio.

iscrizione IOVI SERAPADI sulla cisterna del Serapeo
Oggi l'iscrizione è appesa sulla destra dell'ingresso sopra quella che era una cisterna, la cui acqua era attinta da una fontana posta sulla strada.
Superato il portico d'ingresso si accedeva ad un cortile porticato su due lati  con pilastri in mattoni che vennero rimpiazzati poi da colonne.
  

cortile porticato del Serapeum
Del mosaico in bianco e nero con scene nilotiche del cortile sono rimasti pochi lacerti. 
Sotto il portico del cortile il pavimento era invece in opus sectile
opus sectile del portico del cortile del Serapeum
Sul lato nord del portico, dove prima vi era il passaggio con il Caseggiato di Bacco e Arianna, fu costruita un'esedra con pareti e pavimentazione in marmo, e introdotta da due colonne.
Sopra un podio in mattoni si ergeva il tempio.
Lo si poteva raggiungere tramite una scalinata con gradini in marmo, davanti alla quale vi era un altare in marmo.

podio del Tempio di Serapide e altare
Il pronao aveva due colonne in granito e un pavimento in mosaico e con alabastro e marmo (III secolo d.C.). 

Gli alti podi della cella erano decorati con madreperla e agata.

base per una statua con iscrizione dedicatoria nel cortile del Serapeum
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Il Serapeum era collegato sul lato meridionale con la cosiddetta Domus del Serapeo, costruzione di epoca adrianea.
  

Dal Serapeum attraverso un portale fiancheggiato da finestre s'entrava in un'anticamera, dalla quale, oltrepassando due colonne, si poteva accedeva ad un corridoio.

Dietro il corridoio vi era una grande sala di rappresentanza, alta due volte le altre stanze, e con molte porte e finestre.

Il mosaico (oggi coperto) che ornava il pavimento era costituito da 68 riquadri (se ne conservano 14), ne quali erano raffigurati uccelli, vasi, piante, maschere teatrali.

In questo sito forse s'incontravano e cenavano i membri della gilda religiosa del vicino Serapeum.

Quando venne chiuso il passaggio col Serapeum, lo spazio venne occupato da nicchie e da una vasca semicircolare.

vasca e nicchie della Domus del Serapeo
Furono anche aggiunte delle sale sulla facciata di Via del Serapide, per creare un nuovo ingresso con portico.

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Proseguendo ancora su Via del Serapide, sullo stesso lato dei precedenti edifici si trova ilCaseggiato del Mitreo della Planta Pedis.
Il caseggiato prende il nome dal mitreo che venne istallato all'interno di una sala di epoca adrianea.
ingresso al Mitreo della Planta Pedis
Il mitreo era a tre navate divise da pilastri in mattoni e aveva piccoli banchi lungo la navata centrale, al posto dei podia.
Nella parte verticale dei banchi vi erano nicchie nelle quali sono state trovate ossa di pollo. 

Ad est del mitreo vi era una stanza, con bacini e un pozzo, che fungeva da ingresso al santuario.

Il pavimento della navata centrale era ricoperto da un mosaico in bianco e nero, diviso da bande nere.

Sono rappresentati un'impronta di piede (che ha dato nome "Planta Pedis" al mitreo), e un serpente.

L'impronta del piede era quella del piede di Mitra, e su questa immagine posavano il loro piede gli iniziati al culto.
mosaico con l'impronta del piede di Mitra
Nella parete di fondo della navata centrale vi è una nicchia in tufo, intonacata di giallo, nella quale vi è un altare a gradini.
altare del Mitreo della Panta Pedis
Sul primo gradino dell'altare vi è un mosaico in bianco e nero con disegni geometrici, mentre il secondo gradino è ricoperto in marmo.
Davanti alla nicchia erano posizionate probabilmente le statue di Cautes e di Cautopates sopra le due basi, una di travertino e l'altra di marmo, rimaste in situ.
E' stato ritrovato un altare in marmo con una cavità nella parte posteriore.

altare tra le basi per le statue di Cautes Cautopates
 Sono stati anche trovati due frammenti di un rilievo in marmo di Mitra che uccide il toro.
I frammenti rimasti raffigurano la Luna e il Sole (in situ si trovano le copie, mentre nel Museo Ostiensesi trovano gli originali).

copie dei frammenti del rilievo con Sole e Luna

frammenti originali del rilievo con Sole e Luna (dal Mitreo della Planta Pedis - Museo Ostiense)
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Nella zona sud delle Terme della Trinacria si trovava l'impianto di riscaldamento, mentre ruote idrauliche erano posizionate ad ovest del frigidarium.
ambienti di servizio sotterranei delle Terme della Trinacria

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Alle spalle di un altro caseggiato con negozi che si affaccia su Via della Foce, si trovano le cosiddette Casette Tipo di epoca Traianea
Casette Tipo
Furono costruite in epoca traianea e sono i più antichi esempi di appartamenti di tipo medianum a Ostia.
strada basolata tra due blocchi di Casette Tipo
Due blocchi di case, composte da quattro appartamenti al piano terra ognuna, sono circondati da strade.
Si accedeva agli appartamenti del piano superiore tramite scale in legno.

ingresso ad un appartamento medianum di una Casetta Tipo
Ogni appartamento era composto da due sale di rappresentanza, due camere da letto, una cucina e una latrina.

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A sud delle Casette Tipo, dopo un piccolo caseggiato, si trova il cosiddetto Magazzino dei Doli.

Probabilmente era il laboratorio dell'adiacente Caseggiato di Annio
doli interrati nel magazzino
E' un unico ambiente di costruzione adrianea, con 21 recipienti per il vino e l'olio interrati sollevando il livello del pavimento.
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L'adiacente Caseggiato di Annio, di epoca adrianea, oltre ad essere collegato con il Magazzino dei Doli, era un tempo collegato anche con il cosiddetto Edificio a Tabernae, posto lungo il suo lato orientale.

Il caseggiato ha la sua facciata meridionale sul Cardo degli Aurighi, ed una facciata occidentale sullaVia di Annio.
facciata occidentale del Caseggiato di Annio (Via di Annio)
facciata meridionale del Caseggiato di Annio (Cardo degli Aurighi)
Nell'angolo tra la facciata occidentale (Via di Annio) e quella meridionale (Cardo degli Aurighi), vi è una nicchia che avrà contenuto la statua di una divinità.

Sotto le volte della balconata della facciata occidentale vi sono tre tabulae ansatae (tavolette con ornamento a coda di rondine) fittili che compongono la scritta OMNIA FELICIA ANNI (ovvero "il commercio di Annio sta andando bene").

tabula ansata con la scritta FELICIA
tabula ansata con la scritta ANNI
Sulla stessa facciata vi sono due rilievi in terracotta: uno raffigura una nave con giare stoccate, l'altro un uomo tra dolia.
rilievo in terracotta con nave e giare della facciata occidentale del Caseggiato di Annio
A nord della facciata occidentale si trova una scala esterna.
I fori nel muro della facciata indicano che vi era attaccata una struttura in legno.
All'interno del caseggiato pilastri sorreggevano volte a crociera.
 L'ambiente d'angolo tra le due vie era un "bar".
L'originale funzione commerciale dell'edificio cambiò in residenziale nel III secolo d.C. con la creazione di due appartamenti, che vennero decorati con motivi architettonici, un uccello e motivi vegetali, gialli e rossi su fondo bianco.
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Ci troviamo ora sul Cardo degli Aurighi, strada parallela a Via della Foce,  camminando in direzione del Decumano Massimo. L'edificio adiacente (e come già detto un tempo in connessione) con ilCaseggiato di Annio è chiamato Edificio a tabernae.

a sinistra della foto: facciata dell'Edificio a tabernae sul Cardo degli Aurighi
Lungo il suo lato orientale corre la Via Tecta degli Aurighi, una via interna attraversata da archi. 
Via Tecta degli Aurighi (vista dall'ingresso sul Cardo degli Aurighi)
L'edificio nacque come un doppio porticato durante il regno di Antonino Pio, con pilastri in mattoni che sorreggevano volte a crociera.
volte a crociera di un ambiente dell'Edificio a tabernae
ambiente dell'Edificio a tabernae con bacini
forno in un ambiente dell'Edificio a tabernae
Nel 200 d.C. si crearono all'interno del portico alcuni ambienti commerciali, come è testimoniato dalla presenza di tre bacini e da un forno.

Decorazioni pittoriche dell'epoca di Antonino Pio sono ancora presenti in alcuni ambienti.

decorazione pittorica di un ambiente dell'Edificio a tabernae
Nella zona più meridionale si trova una scalinata per accedere al piano superiore. 

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Le Terme dei Sette Sapienti sono poste a nord del Caseggiato degli Aurighi e a sud del Caseggiato del Serapide
Caseggiato del Serapide e Terme dei Sette Sapienti (visti da Via della Foce)
Queste terme non avevano quindi un diretto accesso dalle strade.
Dal Caseggiato di Serapide si poteva accedere al vestibolo delle terme, un ambiente provvisto di panchine.

Le terme prendono il loro nome da una sala con dipinti che ritraggono sette saggi greci vissuti nel VII secolo a.C. (in questo periodo in restauro e non accessibile al pubblico).
sala dei Sette Sapienti in restauro
I nomi dei saggi e il loro luogo di origine sono riportati in greco accanto al loro ritratto: Solone di Atene, Talete di Mileto, Chilone di Sparta, Biante di Priene, Cleobulo di Lindo, Pittaco di Mitilene, Periandro di Corinto (i ritratti degli ultimi tre sapienti non si sono conservati).
I testi ironici scritti in latino si riferiscono a consigli per avere " buon funzionamento del corpo". 
Sotto alle raffigurazioni dei sapienti sono dipinte teste di persone che sedevano ad una latrina comune.
Sulla volta della sala è rappresentata una figura in volo, anfore e il nome di un vino, il Falerno.
Probabilmente in origine questa sala era un "bar", che divenne successivamente un destrictarium, un ambiente dove gli atleti si pulivano il corpo con lo strigile.

sala dei Sette Sapienti vista esternamente da est
Alcune sale delle terme possono aver avuto in origine una funzione commerciale.

La grande sala rotonda forse è stato un macellum, ovvero un mercato, che divenne poi un frigidarium.

Sala rotonda delle Terme dei Sette Sapienti
ingressi degli ambienti che circondavano la sala rotonda delle Terme dei Sette Sapienti
La sala rotonda era coperta con una cupola. 
Nel pavimento a mosaico in bianco e nero che la ricopre (12 m di diametro), di età severiana, sono rappresentate scene di caccia e motivi vegetali.

tigre raffigurata nel mosaico
A sud della sala rotonda si trovano ambienti costruiti nel III secolo d.C.

Nel mosaico in bianco e nero del pavimento di un vestibolo è raffigurato un uomo nudo con la scritta IVLI CARDI H C E = "Qui si vede Iulius Cardo", forse il nome del custode delle terme.

vestibolo delle Terme dei Sette Sapienti con mosaico di Iulius Cardo
La sala accanto era forse un apodyterium (spogliatoio), oggi quasi tutta occupata dalla volta crollata.
un apodyterium delle Terme dei Sette Sapienti
Due erano le sale del tepidarium. 
Nel pavimento a mosaico bianco e nero di una delle due sale sono rappresentati mostri marini, Nereidi ed Amorini.

mosaico del tepidarium delle Terme dei Sette Sapienti
Più a sud vi era il calidarium, mentre ad est di queste stanze un corridoio di servizio.
calidarium delle Terme dei Sette Sapienti
Ad ovest di questa zona delle terme, vi erano un corridoio e un frigidarium con un grande bacino. 


frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
Sulla parete di fondo di questa vasca è rappresentata Venere che esce dalle acque accompagnata da Amorini, pesci e crostacei.
affresco della parete di fondo del bacino del frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
affresco della parete laterale del bacino del frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
rivestimento del bacino del frigidarium
Negli ambienti adiacenti e nell'apodyterium si conservano altri affreschi di epoca severiana. 
ambienti del frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
affresco di un ambiente attiguo al frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
affresco di un ambiente attiguo al frigidarium delle Terme dei Sette Sapienti
affresco con soggetti inerenti le terme nell'apodyterium delle Terme dei Sette Sapienti (nascosto dietro un pannello di metallo)
La parte più antica delle terme, costruita durante il regno di Antonino Pio, si trova a sud-est dell'edificio, adiacente al Caseggiato degli Aurighi.
sala di passaggio delle Terme dei Sette Sapienti con il Caseggiato degli Aurighi adiacente al calidarium
ambienti riscaldati delle Terme dei Sette Sapienti
Il calidarium aveva tre vasche in nicchie coperte da volte a botte.
calidarium delle Terme dei Sette Sapienti
calidarium delle Terme dei Sette Sapienti 
A sud del calidarium vi erano ambienti per il riscaldamento dell'aria.
ambiente per il riscaldamento dell'aria delle Terme dei Sette Sapienti
Dalle Terme dei Sette Sapienti proviene la statua di Igea conservata al Museo Ostiense
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Come già detto a nord le Terme dei Sette Sapienti confinavano con il Caseggiato di Serapide, e il passaggio tra i due edifici avveniva tramite un ingresso riccamente decorato con un timpano e rilievi in stucco con ghirlande e bucrani.

passaggio tra il Caseggiato del Serapide e le Terme dei Sette Sapienti
timpano del passaggio tra il Caseggiato del Serapide e le Terme dei Sette Sapienti

particolare del passaggio con ghirlande e bucrani



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Il grande edificio che s'incontra proseguendo sul Cardo degli Aurighi, ad est della Via Tecta degli Aurighi, è il Caseggiato degli Aurighi.

Il caseggiato, che era adibito ad appartamenti, confinava ad est con il Sacello delle Tre Navate, a nord con le Terme delle Sette Sapienti che a loro volta erano unite al Caseggiato del Serapide, costituendo un unico complesso abitativo autosufficiente, con botteghe, bagni termali e tempio.
E' tra le rovine meglio conservate in altezza di Ostia Antica: i pilastri del cortile, alti oltre dieci metri, testimoniano l'aspetto a tre piani dell'edificio. 
Caseggiato degli Aurighi
L'edificio, che prende il nome da due aurighi affrescati in un corridoio del pianterreno, fu costruito durante il regno di Antonino Pio.
affreschi con gli Aurighi in un corridoio del Caseggiato degli Aurighi
un affresco degli Aurighi del Caseggiato degli Aurighi
Gli ambienti del caseggiato sono disposti intorno ad un cortile centrale, caratterizzato da alte arcate, e nel quale si possono vedere sul suo lato settentrionale bacini aggiunti in un secondo tempo, come anche alcune stanze sul lato meridionale.
stanze aggiunte nel portico del Caseggiato degli Aurighi
All'interno di una di queste stanze si possono ancora vedere le pitture che la decoravano.
pitture in una delle stanze aggiunte nel portico del Caseggiato degli Aurighi
Lungo i lati del cortile (tranne che per quello meridionale), vi sono corridoi porticati.
E' nel corridoio nord che si trovano gli affreschi degli aurighi.

corridoio porticato del Caseggiato degli Aurighi
Nei corridoi vi erano tre scale che portavano ai piani superiori, dove consiglio di salire per poter godere di uno spettacolare panorama sulle rovine.
Nell'appartamento del pianterreno posto a nord-ovest del caseggiato si trovano pitture del periodo di Antonino Pio (non accessibili al pubblico) e graffiti che oltre a citare il nome del proprietario della casa (Licinio), fanno pensare alla trasformazione della residenza in albergo.
pitture dell'appartamento del pianterreno del Caseggiato degli Aurighi (chiuso al pubblico)
Nell'angolo nord-ovest di questo appartamento vi è una grande latrina comune.
tracce d'intonaco sulle pareti e sulle volte della latrina comune del Caseggiato degli Aurighi
Le due grandi sale poste sul lato orientale del caseggiato, erano forse ambienti commerciali che vennero poi ridotti successivamente con pareti aggiunte.
portico del Caseggiato degli Aurighi sul Cardo degli Aurighi
Anche al doppio portico che correva sul lato meridionale del caseggiato (lungo il Cardo degli Aurighi), furono aggiunte pareti divisorie.
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In uno spazio rimasto vuoto tra il Caseggiato degli Aurighi ed un edificio adiacente fu costruito il cosiddetto Sacello delle Tre Navate.

Sacello delle Tre Navate
Anche se questo sacello ha le caratteristiche di un mitreo, sembra che fosse dedicato ad un'altra divinità, forse a Dioniso per i soggetti delle pitture.
Anche la datazione è incerta.

I pilastri in mattoni del portico del Caseggiato degli Aurighi, chiusi da muretti, costituiscono la parete ovest del sacello, mentre la parete orientale è in laterizio.
L'abside di fondo ha un opus reticulatum in rosso e giallo.
Davanti all'abside è stato costruito un bancone sul quale vi è la base in marmo per una statua.
Davanti al bancone c'è un pavimento a mosaico geometrico bianco e nero. 
Le pitture dei muri che allungano l'abside imitano il marmo.

Il sacello venne decorato due volte: la prima volta con fasce verdi, rosse e gialle su sfondo bianco e con piccoli pannelli con soggetti diversi, mentre il secondo strato di affresco, sempre su uno sfondo bianco con fasce verdi, rosse e gialle, aveva motivi floreali.

Lungo le pareti corrono i podi sui quali poggiano colonne in mattoni dipinte di rosso.

podi e colonne del Sacello delle Tre Navate
Il pavimento è a mosaico bianco con un bordo nero, e nello spazio che precede  all'abside vi è la rappresentazione di un altare con un fuoco, un maiale sacrificale, un coltello e un cratere.

Sempre tra i podi fu posta una vasca in muratura rivestita in marmo.

vasca tra i podi del Sacello delle Tre Navate
A sinistra dell'ingresso del sacello vi è una stanza in parte scavata, con funzione di cucina.
cucina attigua al Sacello delle Tre Navate
Nell'ambiente c'è una panca in muratura con due nicchie, e un piccolo forno con apertura rotonda 
forno della cucina
panca con nicchie



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CASE GIARDINO


esempio di pianificazione razionale dell'architettura residenziale del II secolo d.C.  sono le cosiddette Case Giardino.

Il lussuoso complesso residenziale è stato progettato per accogliere appartamenti costosi vicini al mare.

Dai bolli laterizi si è appreso che il complesso fu costruito nel 123/125 d.C. e le pitture e i mosaici più antichi risalgono al 130/140 d.C.

Il piano terra era composto da sedici appartamenti medianum (quindi con sale di rappresenzanza con un'altezza di due piani), una domus e molti negozi.

Sembrerebbero far parte dello stesso piano urbanistico anche le insule dalle pareti gialle e le domus delle pareti dipinte: l'Insula delle Muse, l'Insula delle Pareti Gialle, l'Insula del Graffito, la Domus dei Dioscuri, l'Insula delle Ierodule, ed a nord una fila di negozi che costeggia la Via degli Aurighi.


L'ingresso principale delle Case Giardino era posto tra la Domus dei Dioscuri e l'Insula delle Pareti Gialle, ma vi erano lungo il perimetro altri passaggi ed ingressi.

Ogni appartamento misurava 220m², ma porte tra gli appartamenti permettevano di unirne due, a seconda delle esigenze delle famiglie.

Le scale interne agli appartamenti portavano ad un primo piano, mentre scale esterne permettevano di raggiungere gli altri piani (per un totale molto probabile di quattro piani).

Si stima (dallo spessore dei muri e quindi dal peso che potevano sopportare si può dedurne il numero di piani), che potessero vivere nelle Case Giardino 1200 persone.

Le residenze erano separate dal traffico cittadino da file di negozi e spazi aperti.

Nei giardini che circondavano i due blocchi di appartamenti centrali vi erano, nelle aree orientali e occidentali, sei bacini d'acquaforse un tempo coperti e circondati da grondaie sul pavimento, con fori per posizionare i secchi.

Queste cisterne servivano a garantire l'acqua alle residenze perimetrali del complesso, mentre i blocchi centrali erano dotati di tubature idrauliche che portavano l'acqua anche ai piani superiori.

Case Giardino

Case Giardino (viste da est)

ambienti di un appartamento medianum delle Case Giardino


sottoscala di scala esterna di un appartamento delle Case Giardino


ambiente di un appartamento decorato con pitture


una delle sei cisterne del giardino delle Case Giardino


cisterna e resti di mosaico
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino
particolare del mosaico nilotico tra due cisterne del lato orientale delle Case Giardino
botteghe lungo il perimetro del complesso delle Case Giardino
ingresso principale delle Case Giardino
L'ingresso principale delle Case Giardino era posto tra la Domus dei Dioscuri e l'Insula delle Pareti Gialle, ma vi erano lungo il perimetro altri passaggi ed ingressi.

ingresso delle Case Giardino (sul lato settentrionale visto dal giardino)


Fanno sempre parte delle Case Giardino 
le due insule a nord della Domus dei Dioscuri: l'Insula dei Graffiti e l'Insula delle Pareti Gialle.

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Ad ovest della Domus del Ninfeonell'angolo sud-est delle Case Giardinosi erge la Domus dei Dioscuri.

ingresso della Domus dei Dioscuri
Le sue murature sono datate II e V secolo d.C.
L'ingresso alla domus avveniva attraverso una sala con muro e soglia curva.

Superata una camera, si entrava in un'altra dove nella parete di fondo due nicchie rettangolari affiancavano una nicchia centrale semicircolare.

L'ambiente a destra della sala d'ingresso era forse una bottega collegata alla domus attraverso la stanza alle sue spalle.

La domus era schermata in parte da un muro dietro al quale correva un corridoio di servizio, e sul quale affacciavano due stanze di stoccaggio.

muro perimetrale della Domus dei Dioscuri, corridoio e impianto termale
Una sala (nella quale è stata ricavata una nicchia di fondo con un mosaico a menandri), è decorata con un mosaico policromo nel quale sono raffigurati al centro i Dioscuri Castore e Polluce (che hanno dato il nome alla domus), attorniati da ottagoni nei quali sono rappresentati cestini, frutta, kantharoi, vasi e una coppa.

sala con mosaico con i Dioscuri
particolare del mosaico con raffigurazione dei Dioscuri
Nella sala principale della domus vi è un mosaico (oggi coperto come altri di questa domus), dove è raffigurata Venere Anadiomene su di un guscio trainata da due tritoni e Nereidi su mostri marini.

Altre due sale con mosaici sui pavimenti s'affacciano sulla sala principale.

Questa domus aveva, posti sul suo lato ovest, dei piccoli bagni termaliun frigidarium con due vasche e due calidaria (con un bacino rettangolare e uno absidato).

una vasca del frigidarium
interno di una vasca del frigidarium
un'altra vasca del frigidarium
bacino absidato del calidarium
vasca rettangolare del calidarium
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Alle spalle dell'impianto termale privato della Domus dei Dioscuri, in una piazzetta che confina anche con la Domus del Ninfeo, si trova un Ninfeo pubblico, costruito in laterizio in epoca adrianea.

Ninfeo pubblico
Costituisce la facciata monumentale di una riserva d'acqua che alimentava le fontane delle Case Giardino adiacenti.

Il ninfeo ha tre nicchie: una semicircolare in mezzo a due rettangolari.
Sotto alla nicchia sinistra vi era un foro dal quale usciva l'acqua che riempiva il sottostante bacino.

nicchie e bacino del Ninfeo pubblico

Di fronte al bacino corrono lastre di travertino con depressioni per i secchi.
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affacciata sul Decumano Massimo poco prima di giungere a Porta Marina, sul lato destro troviamo Domus del Ninfeo.

sala con trifora della Domus del Ninfeo

Questa domus fu istallata nel IV secolo d.C. in un caseggiato con negozi del II secolo d.C.

alcune botteghe sul Decumano Massimo del caseggiato in cui si è istallata la Domus del Ninfeo
In un cortile pavimentato con bipedali e in parte con lastre di marmo, si trova il ninfeo, da cui prende il nome la domus.

ninfeo della Domus del Ninfeo
Il ninfeo è composto da sette nicchie rettangolari e semicircolari (quella centrale è più grande), poste davanti ad un bacino decorato in marmo.

Le nicchie erano dipinte in rosso e blu, e ne rimane parte della vernice.
Tra le nicchie vi erano colonnine di mattoni.

scalini del podio del ninfeo sui quali scorreva l'acqua
L'acqua dal podio del ninfeo scorreva su piccoli gradini fino dentro al bacino.

In fondo al cortile vi era una sala preceduta da due colonne di marmo.
La pavimentazione era in opus sectile e le pareti ricoperte in marmo.

sala preceduta da colonne della Domus del Ninfeo
Dietro questa sala vi era una camera dalla quale si poteva raggiungere la strada che correva tra laDomus del Ninfeo e la Domus dei Dioscuri.

Davanti al ninfeo vi è una sala che prende luce da un'alta trifora, costituita da due colonne in marmo che sorreggono tre archi in mattoni.

sala con trifora della Domus del Ninfeo
Il pavimento è ricoperto con opus sectile policromo, e la parte bassa delle pareti è rivestita in marmo.

pavimento in opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo
particolare dell'opus sectile della sala con la trifora della Domus del Ninfeo
Lungo il corridoio parallelo al cortile, con pavimento a mosaico, si trovano quattro piccoli ambienti con marmi alle pareti.
Uno di questi ambienti è absidato ed ha un pavimento in opus sectile.

ambiente absidato con pavimento in opus sectile della Domus del Ninfeo
Un vestibolo, che dava accesso al Decumano Massimo, ed una stanza erano decorati con marmi nella parte bassa delle pareti e nella parte più alta con affreschi del IV secolo d.C. che rappresentano scene bucoliche.

La domus aveva anche un piano superiore, raggiungibile con scale ancora presenti in parte.

scale della Domus del Ninfeo
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Sul Decumano Massimo, accanto alla Domus del Ninfeo, si trova una fila di tre botteghe di epoca adrianea, e a seguire il Caseggiato delle Trifore.

facciata su Via delle Trifore del Caseggiato delle Trifore
Il caseggiato affaccia sul Decumano Massimo e su Via degli Aurighi con file di negozi, venne costruito durante il regno di Antonino Pio.

ambienti del Caseggiato delle Trifore
Gli ambienti dietro ai negozi si affacciano invece sulla stretta Via delle Trifore, e presentano sia al piano terra che al primo piano finestre triple.

trifore del primo piano del Caseggiato delle Trifore
Due ambienti del caseggiato, che affacciano lungo Via delle Trifore, conservato resti di pittura del II secolo d.C..

ambiente con resti di pittura del Caseggiato delle Trifore
resti di pittura del Caseggiato delle Trifore
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LE CASE DIPINTE

Alle spalle della Domus del Ninfeo e del Caseggiato delle Trifore si trovano le così dette case dipinte

Tra Via delle Trifore Via delle Volte Dipinte si trovano la Case delle Volte Dipinte e il Caseggiato Trapezoidale.

La Insula delle Volte Dipinte fu costruita in epoca adrianea e successivamente restaurata.

facciata meridionale dell'Insula delle Volte Dipinte
Prende il suo nome dalle volte dipinte che vennero alla luce al momento degli scavi e che non si sono  conservate nello stesso stato in cui furono trovate!

E' una casa su due piani che si trova isolata su una piazzetta a sud-est delle Case Giardino.

L'angolo nord dell'edificio è occupato da un "bar" con bancone ben conservato e resti di pittura alle pareti con figure umane.

"bar" dell'Insula delle Volte Dipinte
L'ingresso sul lato ovest dell'insula è sormontato da un timpano e introduceva in un vestibolo.

Al pian terreno piccole stanze sono disposte lungo un corridoio che la divide nella sua lunghezza.

La parte ovest del primo piano, forse un unico appartamento, conserva dipinti con elementi architettonici, animali e figure umane su fondo giallo di epoca antonina.
La parte inferiore è dipinta a finto marmo.

Nel triclinio, accanto al vestibolo, sono rappresentate figure danzanti femminili e un Priapo.

Nel secondo e attiguo triclinio le pareti sono decorate con un paesaggio e una testa di Zeus-Ammone.

La zona est del pian terreno era probabilmente un albergo dato che le camere sono tutte chiudibili singolarmente e indipendenti.
Le decorazioni pittoriche delle volte risalgono ad età severiana.

In quest'ala dell'insula vi era anche una cucina e un bagno con bacino per l'acqua portata direttamente dalla cisterna esterna all'insula.


cisterna per l'acqua
Al primo piano, accessibile da una scala esterna, si trova una cucina ben conservata con fornelli e bancone, una latrina e stanze con tracce di decorazione.


Dai dipinti e dai graffiti si deduce che l'insula fu trasformata in lupanare.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Volte Dipinte è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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A nord dell'Insula delle Volte Dipinte vi è l'Insula Trapezoidale di età adrianea.

ingresso dell'Insula Trapezoidale e letamaio
A nord dell'insula un largo ingresso introduce in un cortile scoperto pavimentato in basalto.

Fiancheggiano il cortile due sale coperte.
Questa era una stalla con due mangiatoie, per gli ospiti che frequentavano l'albergo dell'Insula delle Volte Dipinte.

Il piano superiore avrà ospitato gli schiavi dei clienti.
Esternamente vi era anche un letamaio e una bottega.

letamaio


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Fanno sempre parte delle Case Giardino le due insule a nord della Domus dei Dioscuri: l'Insula dei Graffiti e l'Insula delle Pareti Gialle.

L'Insula delle Pareti Gialle, posta tra il giardino interno delle Case Giardino e la Casa del Graffito (di cui è gemella), è un appartamento mediano di epoca adrianea.

ingresso all'Insula delle Pareti Gialle
L'ingresso di quest'insula di tipo signorile a due piani (piano terra per il dominus e primo piano per la schiavitù), si trova sul lato sud, accanto all'ingresso tripartito delle Case Giardino.

atrio dell'Insula delle Pareti Gialle
Attraverso il vestibolo si accede al medianum, intorno al quale si aprono due sale di rappresentanza e altre piccole stanze.

medianum dell'Insula delle Pareti Gialle
La sala da pranzo si deduce dal mosaico assimetrico, dovuto alla presenza dei triclini.

sala da pranzo dell'Insula delle Pareti Gialle
La facciata ovest è caratterizzata dalla presenza di numerose finestre.

I resti di pittura che ornavano le sale, in cui predomina il colore giallo, sono del II secolo o di epoca severiana.

decorazione pittorica del triclinium dell'Insula delle Pareti Gialle
Sono rappresentati in piccoli quadri scene paesaggistiche, scene di vita quotidiana, scene mitologiche e personaggi

I mosaici bianchi e neri sono di epoca adrianea.


ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Pareti Gialle è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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L'Insula del Graffito, come ho già detto, è gemella dell'Insula delle Pareti Gialle, anche se più piccola.

sala di rappresentanza dell'Insula del Graffito
Non si conosce la derivazione del nome dell'insula.
Rimangono pochi resti della pittura decorativa e dei mosaici che l'adornavano.
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L'angolo nord-est delle Case Giardino è occupato dall'Insula delle Muse.

Via delle Volte DipinteInsula delle Muse (a sinistra) e Insula delle Volte Dipinte (a destra)
L'edificio, una dimora d'elite, fu realizzato intorno al 128 d.C.
Corre lungo la facciata un marciapiede delimitato da travertino, e sul quale affacciano due botteghe indipendenti.

L'ingresso dell'abitazione si trova su Via delle Volte Dipinte, davanti all'omonima insula.
La porta d'ingresso, che introduceva nel vestibolo, è affiancata da lesene in mattoni che sorreggevano una trabeazione andata perduta.

L'ambiente a nord del vestibolo era una cucina con bacino.

cucina dell'Insula delle Muse
Dall'altro fianco del vestibolo vi era una scala interna per accedere al piano superiore.

Gli ambienti dell'insula, con raffinate decorazioni parietali e pavimentali, gravitano intorno ad un cortile centrale porticato.

cortile porticato dell'Insula delle Muse
Le nove Muse dipinte sulle pareti di una sala della zona nord-est dell'edificio, hanno dato il nome all'insula.

Muse dipinte in una sala dell'Insula delle Muse
Anche le altre sale hanno pareti con raffigurazioni pittoriche di figure mitologiche ed elementi architettonici.

I mosaici dell'insula sono a disegni geometrici bianchi e neri.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Muse è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.


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L'Insula delle Ierodule o Insula di Lucceia Primitiva si trova sul lato ovest delle Case Giardino.

Insula delle Ierodule
Quest'insula conserva pitture notevoli della media età imperiale.
Il nome dell'insula deriva dalle figure femminili con mansioni di prostitute sacre rappresentate sulle sue pareti.

Le ierodule erano infatti giovani donne addette al tempio che partecipavano con musica e danza alle cerimonie, e che esercitavano la prostituzione sacra all'interno del tempio per arricchirne i proventi.

Di recente è stato trovato in un ambiente dell'insula un graffito di uno scioglimento di un voto da parte di Lucceia Primitiva e per questo si è voluto chiamare l'insula con il suo nome.

La pianta dell'insula costruita intorno al 130 d.C. è simile agli altri appartamenti delle Case Giardino, tranne che per due colonne in mattoni poste in entrata alla sala principale di rappresentanza.

sala di rappresentanza con colonne dell'Insula delle Ierodule
Gli ambienti che compongono la dimora sono in comunicazione tra loro e presentano decorazioni pittoriche e mosaici eleganti, illuminati dalle numerose finestre (dalle quali abbiamo potuto scattare anche dall'esterno qualche foto!).

vestibolo dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
ambienti dell'Insula delle Ierodule
Sulle pareti di un ambiente accanto al vestibolo (dove è stato anche trovato il graffito di Lucceia Primitiva), sono rappresentati su uno sfondo marrone, rosso e giallo, animali fantastici, fanciulle in atto di librarsi e decorazioni floreali.

decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
decorazioni parietali della sala accanto al vestibolo dell'Insula delle Ierodule
La parte bassa della decorazione pittorica di tutti gli ambienti consiste in una zoccolatura in giallo e rosso con diversi soggetti: ippocampi, satiri, menadi, centauri, teste di fanciullo, uccelli, delfini, vasi di fiori, soggetti dionisiaci...

zoccolatura delle pareti e mosaico dell'ambiente vicino al vestibolo
Alcuni soffitti si sono in parte conservati.

L'edificio subì una distruzione durante il III secolo d.C. a causa di un terremoto, che causò il crollo dei piani superiori.

ATTENZIONE: l'interno dell'Insula delle Ierodule è visitabile la domenica alle 10.30, solo con visita guidata da prenotare allo 06.56.35.80.44.
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A pochi metri a sud dell'Insula delle Ierodule sorsero nel 130 d.C. le Terme Marittime, il cui nome venne loro dato erroneamente, creando confusione con le Terme di Porta Marina.

Terme Marittime
Queste terme incorporano nelle loro struttura un tratto delle mure sillane.
Gli ingressi e le facciate non sono ancora stati scavati.
Nelle loro rovine, quando caderono in disuso, furono istallate due fornaci e sepolti in anfore cinque bambini.

angolo sud-ovest delle Terme Marittime
lato sud delle Terme Marittime
Nel lato nord-ovest vi sono un ambiente con tre forni e una grande piscina, la natatio, decorata con nicchie rettangolari e semicircolari, e rivestita in marmo.
All'interno della natatio vi è un grande buco, forse una fontana qui istallata.

ambiente delle Terme Marittime dove vi erano tre forni
natatio delle Terme Marittime
Si accedeva alla natatio tramite una camera, che forse era anche un apodyterium (spogliatoio).

ambienti vicini alla natatio (apodyterium e ambienti riscaldati)
Paralleli alla natatio vi erano tre ambienti riscaldati, di cui uno con lato curvo.
Vi erano marmi colorati alle pareti e mosaici in bianco e nero (in parte perduti) con Nereidi su mostri marini, Tritoni e Oceano.

ambienti riscaldati delle Terme Marittime
ambiente riscaldato con resti visibili di mosaico con Oceano e Tritoni
Nell'angolo sud-ovest si vedono i resti di un corridoio di servizio.

corridoio di servizio
Il frigidarium aveva vasche sui lati corti.
Altri ambienti  non sono di facile lettura per il visitatore perché inacessibili o coperti da vegetazione.


ambienti delle Terme Marittime
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Ora bisogna riguadagnare il Decumano Massimo, fino all'intersezione di questa strada con il Cardo degli Aurighi (degli edifici che si trovano lungo questa via ne parlerò nel prossimo post).

Cardo degli Aurighi (Domus di Marte sulla destra)
All'angolo tra queste due strade si trova la Domus di Marte, costruzione ad un solo piano di epoca adrianea.

negozi e ingresso della Domus di Marte
S'affacciano sul Decumano Massimo tre negozi appartenenti all'edificio, mentre l'ingresso principale della domus si apre sul Cardo degli Aurighi, insieme ad altri due negozi.

Davanti ai negozi del Decumano Massimo vennero poi eretti dei pilastri.
Due negozi erano in collegamento con il vestibolo della domus.

nicchie di un negozio della Domus di Marte affacciato su Via degli Aurighi
Il vestibolo conduce ad un cortile sul quale s'affacciano due sale, un tempo rivestite in marmo.

cortile della Domus di Marte
Nel cortile è stato ritrovato un altare dedicato a Marte Augusto, e probabilmente questo edificio è stato la sede di una gilda.

altare dedicato a Marte Augusto nella Domus di Marte
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La costruzione accanto alla Domus di Marte è  chiamata la Domus del Decumano.

Questa domus si è istallata nel IV secolo d.C. in negozi con retrobottega costruiti nel III secolo d.C. e aventi un  portico antistante.
L'ingresso della domus avviene attraverso un'apertura dell'ex portico.

Nel portico vi è un sarcofago con foro, usato come vasca o fontana.

sarcofago/fontana della Domus del Decumano
Un corridoio, che passa attraverso gli ex negozi e le loro retrobotteghe, conduce ad una sala dove vi è un bacino ricoperto in marmo.


TORNANDO INDIETRO VERSO IL MACELLUM, a destra delle botteghe dei pescivendoli c'è l'area dei Templi repubblicani vicino alla sorgente dell'acqua Salvia

Percorrendo Via della Foce ci si trova ora davanti alla Area Sacra dei Templi Repubblicani.

Area Sacra dei Templi Repubblicani
Quest'area di forma trapezoidale racchiude il Tempio di Hercules Invictus, altri due templi più piccoli ed edifici sacri.

Edificati al tempo di Silla in opera tufacea, si trovano al di sotto del livello stradale, emergono infatti sul piano della città repubblicana.

Quel che resta di questi templi sono i podia e parte delle muratura delle celle.
Restaurarono questi templi Traiano (II secolo d.C.), Teodosio e Arcadio (IV e V secolo d.C.).

Fiancheggiano la strada un Edificio Pubblico e il Tempio dell'Ara Rotonda.

L'Edificio Pubblico, di cui s'ignora la funzione, è del V secolo d.C. ed è composto da un recinto, un cortile aperto e tre stanze.

Edificio Pubblico
solaio di una stanza dell'Edificio Pubblico
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Accanto all'Edificio Pubblico, sempre limitrofa alla strada, si trova Il Tempio dell'Ara Rotonda.

Tempio dell'Ara Rotonda
Questo tempio è composto da un podio di grossi blocchi di tufo di epoca repubblicana, sulla quale è stata costruita una cella in laterizio nel I secolo d.C. con un pronao di due colonne tra pilastri.

podio (a sinistra) del Tempio dell'Ara Rotonda
esterno della cella del Tempio dell'Ara Rotonda
interno della cella del Tempio dell'Ara Rotonda
pronao del Tempio dell'Ara Rotonda
pronao del Tempio dell'Ara Rotonda
Restano alcune decorazioni in marmo, ricomposte sul muro di fronte al pronao, mentre l'altare in marmo di forma rotonda con amorini, che ha dato il nome al tempio, è conservato nel Museo Ostiense.

altare del Tempio dell'Ara Rotonda (Museo Ostiense)
resti delle decorazioni del Tempio dell'Ara Rotonda
resti delle decorazioni del Tempio dell'Ara Rotonda
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Domina l'Area Sacra dei Templi Repubblicani il Tempio di Ercole, costruito tra il II e il I secolo a.C.

Tempio di Ercole
Ercole era venerato dai comandanti militari delle flotte che attraccavano al porto di Ostia.

Su una base di due gradini di travertino si erge il podio del tempio, in tufo e con una cornice.

podio del Tempio di Ercole
Una scalinata di otto gradini conduce al pronao, che aveva in facciata sei colonne.

pronao del Tempio di Ercole
Al centro del podio vi è un altare con dedica del tempio al "DEO INVICTO ERCOLI", fatta dal prefetto dell'annona Ostilio Antipatro (III secolo d.C.).

altare con dedica ad Ercole nel pronao del Tempio di Ercole
Sul retro dell'altare vi è un'iscrizione più antica in quanto fu fatto con materiale di riuso.

retro dell'altare del Tempio di Ercole con scritta più antica
L'interno della cella era decorato con piccole colonne in mattoni con capitelli e basi in tufo.

capitelli e basi delle colonne della cella del Tempio di Ercole
Il pavimento in mosaico in bianco e nero della cella e del pronao è del III secolo d.C..

Qui si è trovata la più antica iscrizione su marmo di Ostia: è la dedica del liberto P.Livio ad Ercole, appartenente alla base di una statua.

Nella cella è stata trovata la statua in marmo di C. Cartilius Poblicola (forse rappresentato come Teseo), personaggio importante della città del I secolo a.C. (di cui esiste il Monumento Funerario fuori di Porta Marina, descritto nel VI post dedicato ad Ostia Antica).

copia della statua di C.Cartilius Poblicola
Sulla base della statua è scritto:
                                                    C.CARTILIUS C.F
                                                    DVOVIRV TERTIO
                                                    POBLICOLAE

iscrizione sulla statua di C.Cartilius Poblicola
C.Cartilius Poblicola si era guadagnato l'appellativo di "amico del popolo" ("Poblicola" appunto), durante la sua vita pubblica di duoviro (come dice l'iscrizione, ben tre volte ricoprì questa carica).

colonne del portico ovest del Foro della Statua Eroica

rilievo affisso al muro dell'Edificio Pubblico
copia in gesso del rilievo
Il rilievo votivo in marmo che è stato trovato nei pressi del tempio (oggi è affissa una copia in gesso su un muro del vicino Edificio Pubblico, mentre l'originale si trova nel Museo Ostiense), raffigura tre scene (da leggersi da destra verso sinistra):
- nella prima dei pescatori tirano una rete dove vi sono pesci, una nave vuota e una statua di Ercole con una scatola,
- nella seconda scena Ercole prende dalla scatola una tavoletta piegata (una risposta dell'oracolo) e la consegna ad un attendente,
- nella terza scena un sacerdote con toga passa la tavoletta dell'oracolo ad un'altra persona (scomparsa) e sopra di loro vi è una piccola Vittoria alata con una corona.

rilievo originale (Museo Ostiense)
Un'iscrizione di accompagnamento porta il nome del sacerdote a cui è stata porta la risposta oracolare: C.FVLVIVS SALVIS HAURVSPEXS.

La statua di Ercole fu ritrovata miracolosamente nei pressi di Ostia dopo che, proveniente dalla Grecia, era stata perduta insieme ad una cassa di oracoli.
Forse era stata predetta una vittoria militare (che giustifica la Vittoria alata).

Da questo tempio potrebbe provenire anche una parte dell'altare del Mitreo della Casa di Diana, costruito con materiale di riuso.
Sul fronte dell'altare vi era l'iscrizione: AQVA SALVIA HERCLI SAC, con riferimento ad un pozzo che doveva trovarsi vicino al tempio.

frammento dell'AQVA SALVIA
inscrizione del frammento dell'altare
Al posto del buco fatto nel frammento riutilizzandolo come altare doveva essere stato rappresentata una figura seduta, forse un Ercole.

buco nel frammento d'altare
Questi due busti e questo rilievo votivo, conservati al Museo Ostiense, provengono dall'area presso ilTempio di Ercole.

Ercole ed Ebe Teseo e Arianna (dal Tempio di Ercole - Museo Ostiense)
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Nella zona nord-ovest dell'Area Sacra Repubblicana, a nord del Tempio di Ercole, si trova un altro cosiddetto Edificio Pubblico, di epoca traianea.

Edificio Pubblico
Non si conosce la funzione della struttura. In una delle camere venne istallata una ruota idraulica per le vicine Terme di Buticosus.

pitture dell'Edificio Pubblico sul muro a ridosso del Tempio Tetrastilo
Il muro a ridosso del Tempio Tetrastilo è decorato con pitture di strutture architettoniche, pesci con tridenti, e festoni di epoca severiana.

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Nella zona nord-est dell'Area Sacra Repubblicana si trova il Tempio Tetrastilo, costruito nel II secolo a.C.

Tempio Tetrastilo
Forse questo tempio era dedicato alle divinità della salute: Esculapio ed Igea. 
Infatti sono state trovate in quest'area delle statue che li rappresentavano, ma non è certa la loro appartenenza al tempio.

Igea con e sembianze di Lucilla moglie di Lucio Vero (dal Tempio Tetrastilo - Museo Ostiense)


Asclepio (dall'Area Sacra Repubblicana presso il Tempio di Ercole - Museo Ostiense)
Il podio del tempio e le pareti del tempio sono in opus quasi reticolatum.

scalinata d'accesso al pronao del Tempio Tetrastilo
cella del Tempio Tetrastilo
L'altare ai piedi del tempio, e le colonne e i capitelli del pronao, erano in tufo.

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Davanti al Tempio di Ercole si trova l'Aula delle Are, uno spazio di forma rettangolare parzialmente coperto da un tetto poggiante su pilastri, all'interno del quale si trovano quattro altari in tufo di epoca repubblicana.

Aula delle Are
altari repubblicani dell'Aula delle Are
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Alle spalle del muro dell'Aula delle Are si trova un edificio di epoca tardo antica, la cui funzione è sconosciuta.

edificio tardo antico dell'Ara Sacra Repubblicana
Dietro quest'edificio, attraverso uno stretto varco nelle murature un po' nascosto, si può accedere alla cosiddetta Domus dell'Ara Sacra, che aveva il suo ingresso originale sul piazzale davanti al Tempio di Ercole.

Domus dell'Ara Sacra
S'ipotizza che la domus fosse inizialmente un'abitazione con una parte riservata alle attività commerciali, e che poi fosse divenuta forse la sede della gilda dei Sodales Herculani.


ambienti della Domus dell'Ara Sacra intorno al cortile (visti da nord-ovest)
Le sale che compongono l'edificio sono disposte intorno ad un cortile, nel quale si trova un bacino, con pavimento in mosaico, che raccoglieva acqua piovana e acqua proveniente da una tubo di piombo.

Si notano numerosi interventi con murature di diverse epoche, e con chiusure di alcuni passaggi nei muri.

In una delle sale si possono vedere dei fori di difficile interpretazione in una parete.

fori nel muro