13 MAGGIO 2016
http://appiohblog.altervista.org/metro-c-emerge-caserma-romana-san-giovanni/
Eccezionale scoperta archeologica nei cantieri della metro C vicino a San Giovanni. E’ spuntata una caserma di 39 stanze con affreschi e mosaici. A darne la notizia è il quotidiano romano “Il Tempo” nell’edizione di oggi.
La caserma risale al II secolo d.C., periodo in cui era imperatore Adriano. E’ emersa ad appena nove metri sotto viale Ipponio, in un’area dove non mancarono le polemiche per la falcidia di alberi. Evidentemente la natura s’è “vendicata” con la “caserma castra” emersa proprio dove dovrebbe sorgere la fermata “Amba Aradam” della Metro C, opera dalle infinite traversie.
Il quotidiano romano, sentiti pareri di esperti, parla senza mezzi termini della “scoperta archeologica più importante dal 2007 a oggi, ovvero da quando si scava per realizzare la tormentata opera pubblica”.
Questo in particolare è scritto in una lettera firmata dal soprintendente Francesco Prosperetti, dove si descrive la “eccezionalità della scoperta”, ma anche di come “il buono stato di conservazione delle strutture nel loro complesso rendono non perseguibile l’ipotesi di uno smontaggio e successivo rimontaggio integrale del contesto”.
Nel dettaglio, secondo quanto riporta Il Tempo, nella lettera c’è scritto che “il complesso occupa l’intera mezzeria meridionale del corpo stazione e si estende oltre i limiti di questo. Anche la mezzeria opposta, settentrionale, è interessata dalla presenza diffusa di evidenze archeologiche di cui non è al momento chiaro l’eventuale nesso strutturale e funzionale”. La caserma castra è composta di 39 ambienti “di cui alcuni con pavimenti musivi e pareti con intonaci affrescati, si dispone ai due lati di un lungo corridoio che prosegue oltre le paratie perimetrali”.
La zona del Celio e di San Giovanni, del resto, è ad alta concentrazione di alloggiamenti militari di età imperiale, basta pensare alle caserme degli Equites imperiali proprio a ridosso della basilica di San Giovanni.
“Prossimi al contesto – conferma Prosperetti – i Castra Nova Equitum Singularium, sottostanti la Basilica Laternanense; i Castra Priora Equitum Singularium, ubicati all’imbocco di via Tasso; i Castra Peregrina, posti a est della chiesa di Santo Stefano Rotondo”.
Ma come mai non ci si è accorti prima di questa città militare sotterranea, si domanda il giornalista del quotidiano?
La giustificazione giunge dallo stesso soprintendente: “L’area della stazione Amba Aradam è stata oggetto di indagini archeologiche preventive tramite carotaggi che avevano individuato la presenza, al di sotto di un poderoso interro risalente a età moderna, di radi sedimi, la cui profondità di giacitura non ha consentito, in assenza di opere di confinamento perimetrale, preliminari indagini archeologiche estensive”.
Insomma, ancora una volta Roma incrementa il proprio inesauribile tesoro archeologico, vera ricchezza di questa città. Con la metropolitana ci mangiano in pochi, con l’arte ne beneficiamo tutti, è il commento degli appassionati di storia e di cultura.
Il giornale aggiunge che la notizia “doveva essere riservata, per dare tempo ai tecnici del Mibact di sondare il ritrovamento e a quelli di Roma Metropolitane di verificare quanto il reperto avrebbe inficiato sul regolare proseguimento dei lavori”.
Ora ci si interroga sulla prosecuzione dei tormentati lavori. Ci sarà una variante? Del resto anche il percorso della metro ha già subito varianti in quella zona per salvaguardare strutture sovrastanti.
Il presidente di Roma Metropolitane, Paolo Omodeo Salè, non si sbilancia e spiega che “è prematuro immaginare se e quali possano essere gli eventuali aumenti di costo o i tempi di realizzazione”.
Alla fine si parla più dei soliti soldi che non dell’eccezionale scoperta archeologica…
La caserma risale al II secolo d.C., periodo in cui era imperatore Adriano. E’ emersa ad appena nove metri sotto viale Ipponio, in un’area dove non mancarono le polemiche per la falcidia di alberi. Evidentemente la natura s’è “vendicata” con la “caserma castra” emersa proprio dove dovrebbe sorgere la fermata “Amba Aradam” della Metro C, opera dalle infinite traversie.
Il quotidiano romano, sentiti pareri di esperti, parla senza mezzi termini della “scoperta archeologica più importante dal 2007 a oggi, ovvero da quando si scava per realizzare la tormentata opera pubblica”.
Questo in particolare è scritto in una lettera firmata dal soprintendente Francesco Prosperetti, dove si descrive la “eccezionalità della scoperta”, ma anche di come “il buono stato di conservazione delle strutture nel loro complesso rendono non perseguibile l’ipotesi di uno smontaggio e successivo rimontaggio integrale del contesto”.
Nel dettaglio, secondo quanto riporta Il Tempo, nella lettera c’è scritto che “il complesso occupa l’intera mezzeria meridionale del corpo stazione e si estende oltre i limiti di questo. Anche la mezzeria opposta, settentrionale, è interessata dalla presenza diffusa di evidenze archeologiche di cui non è al momento chiaro l’eventuale nesso strutturale e funzionale”. La caserma castra è composta di 39 ambienti “di cui alcuni con pavimenti musivi e pareti con intonaci affrescati, si dispone ai due lati di un lungo corridoio che prosegue oltre le paratie perimetrali”.
La zona del Celio e di San Giovanni, del resto, è ad alta concentrazione di alloggiamenti militari di età imperiale, basta pensare alle caserme degli Equites imperiali proprio a ridosso della basilica di San Giovanni.
“Prossimi al contesto – conferma Prosperetti – i Castra Nova Equitum Singularium, sottostanti la Basilica Laternanense; i Castra Priora Equitum Singularium, ubicati all’imbocco di via Tasso; i Castra Peregrina, posti a est della chiesa di Santo Stefano Rotondo”.
Ma come mai non ci si è accorti prima di questa città militare sotterranea, si domanda il giornalista del quotidiano?
La giustificazione giunge dallo stesso soprintendente: “L’area della stazione Amba Aradam è stata oggetto di indagini archeologiche preventive tramite carotaggi che avevano individuato la presenza, al di sotto di un poderoso interro risalente a età moderna, di radi sedimi, la cui profondità di giacitura non ha consentito, in assenza di opere di confinamento perimetrale, preliminari indagini archeologiche estensive”.
Insomma, ancora una volta Roma incrementa il proprio inesauribile tesoro archeologico, vera ricchezza di questa città. Con la metropolitana ci mangiano in pochi, con l’arte ne beneficiamo tutti, è il commento degli appassionati di storia e di cultura.
Il giornale aggiunge che la notizia “doveva essere riservata, per dare tempo ai tecnici del Mibact di sondare il ritrovamento e a quelli di Roma Metropolitane di verificare quanto il reperto avrebbe inficiato sul regolare proseguimento dei lavori”.
Ora ci si interroga sulla prosecuzione dei tormentati lavori. Ci sarà una variante? Del resto anche il percorso della metro ha già subito varianti in quella zona per salvaguardare strutture sovrastanti.
Il presidente di Roma Metropolitane, Paolo Omodeo Salè, non si sbilancia e spiega che “è prematuro immaginare se e quali possano essere gli eventuali aumenti di costo o i tempi di realizzazione”.
Alla fine si parla più dei soliti soldi che non dell’eccezionale scoperta archeologica…