San Pietro in Montorio



Roma: il Complesso di S.Pietro in Montorio

pubblicato LUNEDÌ 18 LUGLIO 2016
nel blog ​ ​I Viaggi di Raffaella


Sulla riva destra del Tevere si erge il monte Gianicolo, che prende il nome dal dio Giano, portatore della civiltà tra i popoli, che qui dimorava.

Questa era un'area di sepolture: si dice che il re Numa Pompilio (successore di Romolo) e i poeti  Ennio e Cecilio Stazio fossero stati sepolti qui.

Originariamente territorio etrusco, venne annesso a Roma da Anco Marzio.
Posto di fronte al Ponte Sublicio, il Gianicolo rappresentava il bastione della città verso l'Etruria.

Il Gianicolo fu un'area considerata fuori dalla città sino ad Augusto: l'ultima delle quattordici regioni augustee incluse i quartieri sulla riva destra del Tevere (Trastevere, Gianicolo e Vaticano).
Fu escluso dal Pomerio sino a Vespasiano.

Questa zona rimase comunque poco popolata.
Vi si trovavano ville e giardini, e il Tempio di Isis sulle pendici orientali del monte.
Scavi hanno portato alla luce una villa romana imperiale e latrine.
Un frammento di opus reticulatum e una cisterna romana sono state trovati anche nell'area del complesso monastico di S.Pietro in Mortorio.

In tempi antichi, fino ad Augusto, qui venivano crocifissi gli schiavi e gli uomini non romani che avevano commesso un omicidio.
Era proibito ai familiari il recupero delle salme, che venivano divorate dalle cornacchie considerati animali divini.

L'Apostolo Pietro non era cittadino romano ed era stato condannato anche per omicidio.
Per questo si pensò che fosse stato crocifisso qui, e non come poi divenne più credibile nel Circo di Caligola e Nerone nell'area del Vaticano.
Il Gianicolo divenne così un luogo di pellegrinaggio e sorse l'esigenza di costruire qui un luogo di culto.

Nel Medioevo il Gianicolo prese il nome di "Mons Aureus" per il colore dorato del terreno (marna gialla o mica aurea) e da questo nome derivò la parola "Montorio".
Il nome inizialmente indicava sia il Gianicolo che il Vaticano, poi nel XIII secolo l'appellativo "Mons Aureus" si riferì solo al Gianicolo, mentre il Vaticano, dove venivano uccisi i cristiani, venne chiamato "Mons Aurelius".

La Chiesa di S.Pietro in Montorio fu fondata dai Celestini di Celestino V nel IX secolo sul sito in cui la tradizione aveva riconosciuto il luogo del martirio dell'Apostolo Pietro, crocifisso per suo volere a testa in giù perché non si reputava degno di subire la stessa sorte di Gesù.

Nel XII secolo la chiesa fu incorporata nei monasteri benedettini di S.Pancrazio e di S.Clemente.

Poi in vista del Giubileo del 1475, per volere di Papa Sisto IV, la chiesa passò alla congregazione spagnola francescana di Amedeo Menez De Sylva (confessore del papa).
La chiesa originale venne abbattuta e si costruì un edificio nuovo, prima grazie al denaro del re di Francia Luigi XI, e poi dei reali di Spagna Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia (1488/1498).

La chiesa venne consacrata in occasione del Giubileo del 1500 da Papa Alessandro VI Borgia.

Baccio Pontelli o Meo del Caprino riorganizzarono la pianta interna della chiesa, mentre Andrea Bregno realizzò la facciata rinascimentale.

pianta della chiesa, del monastero e del chiostro antico
I reali spagnoli commissionarono agli inizi del Cinquecento al Bramante il Tempietto (di cui ho parlato in modo più esteso nel post "Le opere del Bramante a Roma"), che si trova nel chiostro vicino alla chiesa, nel punto esatto dove si dice avvenne la crocifissione di S.Pietro.

ingresso esterno al chiostro antico
Tempietto del Bramante nel primo chiostro
Il progetto di Bramante prevedeva un chiostro circolare che non venne mai realizzato.
Il chiostro si presenta oggi formato da arcate murate e da un portico di tre arcate rette da pilastri.

pianta della chiesa e del chiostro con il Tempietto del Bramante
arcate cieche del primo portico
In questo chiostro le 11 lunette che compongono le decorazioni pittoriche sono di Giovan Battista Lombardelli.
Alcune di esse si trovano nel corridoio ricavato chiudendo il portico  del chiostro.

lunetta con ciclo della Vita di S.Francesco del chiostro più antico (G.B.Lombardelli)
lunetta con ciclo della Vita di S.Francesco del chiostro più antico (G.B.Lombardelli)
corridoio adiacente al portico del chiostro antico
Nel 1523, con i denari donati da Carlo V, si costruì il convento sul lato destro della chiesa.

Un secondo chiostro venne costruito nel 1527.
Ha forma rettangolare con portici su tutti i lati, con 24 arconi a tutto sesto poggianti su colonne di riuso dai capitelli in travertino.

secondo chiostro del monastero di S.Pietro in Montorio
Le gallerie del secondo piano hanno archi a sesto ribassato che poggiano su pilastri.
Nel 1935 gli archi del secondo piano furono chiusi da finestre.

galleria del secondo chiostro del monastero di S.Pietro in Montorio
Il chiostro venne decorato da 32 lunette, affrescate dal Pomarancio, con un ciclo della Vita di S.Francesco (ne rimangono 26).

Storie della vita di S.Francesco (Pomarancio)
Storie della vita di S.Francesco (Pomarancio)
Storie della vita di S.Francesco (Pomarancio)
Storie della vita di S.Francesco (Pomarancio)
Storie della vita di S.Francesco (Pomarancio)
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La chiesa, di tipologia francescana, è preceduta da una doppia rampa di scale e presenta una facciata a due ordini, con timpano e rosone gotico.

facciata della Chiesa di S.Pietro in Montorio
Si entra nella chiesa tramite un portale ligneo sormontato da un fregio con grottesche e da uno stemma dei re cattolici.

fregio e stemma del portale della chiesa

L'interno della chiesa è a navata unica, con abside poligonale.

navata della chiesa di S.Pietro in Montorio
La navata è divisa in tre campate: due con volte a crociera e una con volta a vela.
Il soffitto è opera di Francesco Fontana.

soffitto della chiesa
soffitto della chiesa
Fiancheggiano la navata otto cappelle laterali (quattro per parte), più due grandi nicchioni adibiti a cappelle, poste vicino all'abside a formare una sorta di transetto.

cappelle lato destro della navata
cappelle lato destro della navata
Le cappelle sul lato sinistro sono state aperte nel XVII secolo.
Nelle cappelle si possono ammirare numerose opere d'arte di insigni autori.

cappelle lato sinistro della navata
Lprima cappella destra è la Cappella Borgherini (banchiere fiorentino). 


Cappella Borgherini
Vi si trova la Flagellazione di Cristo (XVI secolo), dipinto ad olio su muro di Sebastiano del Piombo, su disegno di Michelangelo (Cristo alla colonna oggi al British Museum).

Flagellazione  e Trasfigurazione (Sebastiano del Piombo - XVI sec.)
Ai lati della rappresentazione vi sono raffigurati S.Francesco e S.Pietro (uno fondatore dell'ordine francescano e l'altro patrono di questa chiesa, e Santi di cui il committente Pierfrancesco Borgherini portava i nomi).

Nel catino della cappella Sebastiano del Piombo ha raffigurato anche la Trasfigurazione affiancata dal profeta Isaia e dall'evangelista Matteo.

Matteo evangelista (Sebastiano del Piombo)
Isaia (Sebastiano del Piombo)


















Sotto l'altare della cappella Sebastiano del Piombo ha dipinto le lettere JHS (Jesus hominum Salvator) e un bigliettino con scritto APERIATUR IN TEMPORE (“sarà rivelata nel tempo”), riferendosi alla verità di Cristo e forse anche alla sua personale opera.

scritta JHS sotto l'altare della cappella
bigliettino con scritto APERIATUR IN TEMPORE

Nella seconda cappella destra è custodita la Madonna della Lettera, opera attribuita prima al Pomarancio, ma recentemente riferita a Giovan Battista Lombardelli (XVI secolo).

Madonna della Lettera (Pomarancio o G.Battista Lombardelli - XVI sec.)
Originariamente l'immagine sacra si trovava in un'edicola lungo la strada che poi verrà chiamata Via Garibaldi, ma per la sua venerazione popolare dovuta ai miracoli che compiva, su trasferita nella chiesa nel 1714.

Il catino della cappella fu affrescato da Baldassarre Peruzzi con l'Incoronazione della Vergine, d'ispirazione "pinturicchiesca".

Incoronazione della Vergine (Baldassarre Peruzzi - XVI sec.)
Sopra l'arcone di questa cappella un allievo della scuola del Pinturicchio ha rappresentato le  Quattro Virtù Cardinali e sopra a quello della cappella successiva le Quattro Sibille.

Al centro delle figure si trovano gli stemmi dei re cattolici che vollero questo decorazione.

Virtù e Sibille (allievo del Pinturicchio)
Virtù (allievo del Pinturicchio)

Virtù (allievo del Pinturicchio)
Nella terza cappella destra si trovano la Presentazione al Tempio, l'Annunciazione e l'Immacolata Concezione di Michelangelo Cerruti.

Presentazione al Tempio (M.Cerruti - XVI sec.)
Annunciazione (M.Cerruti - XVI sec.)
Immacolata Concezione (M.Cerruti - XVI sec.)
Il soffitto della quarta cappella destra è opera di Giorgio Vasari.

quarta cappella destra
particolare dell'affresco del catino della quarta cappella destra (G.Vasari)
particolare dell'affresco della quarta cappella destra (G.Vasari)
particolare della quarta cappella destra (G.Vasari)
La quinta cappella destra è la Cappella Del Monte, una cappella semicircolare con forme classiche progettata da Giorgio Vasari.

Cappella Del Monte
La cappella fu commissionata da papa Giulio III del Monte per i suoi famigliari.
Sono qui sepolti i genitori di Giulio III che sono ritratti nella balaustra della cappella, il fratello Baldovino, Innocenzo Ciocchi del Monte (il favorito del papa adottato dal fratello Baldovino), il Cardinale Antonio Maria (zio paterno del papa) e il nipote Fabiano (figlio naturale del fratello Baldovino).
Vi sono anche le lapidi funebri del Cardinale Fulvio della Corgna (nipote da parte di madre di Giulio III) e del Cardinale Roberto Nobili (pronipote del papa).

ritratto della madre di Giulio III nella balaustra della Cappella Del Monte
ritratto del padre di Giulio III nella balaustra della Cappella Del Monte
lapide funebre del Cardinale Roberto Nobile
Ai lati dell'altare vi sono due monumenti funebri, sormontati da nicchie nelle quali vi sono le allegorie dei due defunti qui sepolti.
I monumenti funebri e la balaustra con putti e ritratti sono opere di Bartolomeo Ammannati (XVI secolo).

La sepoltura a sinistra appartiene al Cardinale Antonio Maria Ciocchi Del Monte, ed è sormontata dall'Allegoria della Religione.

monumento funebre del Cardinale Antonio Maria Ciocchi Del Monte e Allegoria della Religione
Sulla parte destra della cappella si trova invece la sepoltura del giurista Fabiano Del Monte con l'Allegoria della Giustizia.

monumento funebre di Fabiano Del Monte e Allegoria della Giustizia
Tra gli stucchi compaiono gli stemmi della famiglia Del Monte.

Presenta un'edicola centrale con timpano curvilineo e colonne ioniche.
La pala d'altare che rappresenta la Conversione di S.Paolo con in primo piano il battesimo amministrato da Anania, è di Giorgio Vasari.

Conversione di S.Paolo (G.Vasari - XVI sec.)
Vasari ha rappresentato in quest'opera il suo autoritratto: è l'uomo vestito di nero sulla sinistra del dipinto.

autoritratto di Vasari (uomo vestito di nero) nella Conversione di S.Paolo
Nella volta della cappella Vasari ha raffigurato la Predica di S.PaoloS.Paolo in gloria e S.Paolo davanti al Proconsole.

Predica di S.Paolo, S.Paolo in gloria e S.Paolo davanti al Proconsole (G.Vasari)
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Sul lato sinistro della navata, nel catino absidale della prima cappella a sinistra Giovanni De Vecchi ha dipinto i Funerali del Cardinal Dolera (XVI secolo).
Clemente Dolera fu un predicatore e teologo.

Funerali del Cardinal DoleraStimmate di S.FrancescoS.Nicola di Bari e S.Caterina (Giovanni De Vecchi - XVI sec.)
Nell'absidiola lo stesso artista ha dipinto le Stimmate di S.Francesco e sulle pareti laterali S.Nicola di Bari e S.Caterina.

Sull'arco esterno della cappella sono state dipinte,sempre da Giovanni De Vecchi, le Sibille.

Sibille (Giovanni De Vecchi - XVI sec.)
La seconda cappella a sinistra della navata è detta Cappella Raimondi dal Marchese Marcello Raymondi che la commissionò al Bernini (1640).

Cappella Raimondi
Il rilievo scultoreo sull'altare della cappella raffigurante l'Estasi di S.Francesco d'Assisi è opera di Francesco Baratta (XVII secolo) su disegno di Bernini.

Estasi di S.Francesco d'Assisi (Francesco Baratta - XVII sec.)
I busti dei due monumenti funebri di Francesco e di Girolamo Raimondi presenti nella cappella sono di Andrea Bolgi (XVII secolo).
Il rilievo con la raffigurazione dell'Allegoria del Carnevale., della Quaresima e della Morte sul monumento funebre di Francesco Raimondi è opera di Nicolò Sale (XVII secolo).

monumento funebre di Francesco Ramondi (Andrea Bolgi e Nicolò Sale - XVII sec.)
Nicolò Sale ha invece raffigurato il Giudizio Universale sul monumento funebre di Girolamo Raimondi.

monumento funebre di Girolamo Raimondi (Andrea Bolgi e Nicolò Sale - XVII sec.)
Sulla volta a vela e nel catino absidale della cappella Guidobaldo Abatini ha rappresentato le Storie della vita di S.Francesco (XVII secolo).

Storie della vita di S.Francesco (Guidobaldo Abbatini - XVII sec.)
La terza cappella a sinistra è la Cappella di S.Anna

Cappella di S.Anna
Sull'altare Antionozzo Romano ha affrescato S.Anna che sovrasta la Vergine in trono col Bambino, secondo l'iconografia di S.Anna Matterza (XV secolo).

S.Anna Matterza (Antoniozzo Romano - XV se.)
Nella calotta absidale è rappresentato il Redentore benedicente.

Redentore benedicente (Antoniozzo Romano - XV sec.)
Sopra l'arco della cappella son rappresentati i profeti Davide e Salomone in trono con i rotoli con iscrizioni che inneggiano alla Vergine tratti dal Cantico dei Cantici.
Tra i profeti vi è lo stemma della corona spagnola.

Davide e Salomone dipinti sull'arcone della cappella

La quarta cappella a sinistra e la Cappella della Pietà.

Cappella della Pietà
Sull'altare trova posto una Deposizione di Dirk Van Baburen (XVII secolo).

Deposizione (Dirk Van Baburen - XVII sec.)
Sul lato destro della cappella un Cristo portacroce sempre di Dirk Van Baburen (XVII secolo).

Cristo portacroce (Dirk Van Baburen - XVII sec.)
David De Haen ha invece realizzato la lunetta destra con Cristo deriso, la lunetta sinistra con l'Orazione nell'orto e sulla parete sinistra la Disputa dei Dottori (XVII secolo).

Disputa dei Dottori e nella lunetta Orazione nell'orto (David De Haen - XVII sec.)
Anonimo romano del XVII secolo ha realizzato la decorazione con angeli e motivi geometrici e vegetali della cappella.

cupola della Cappella della Pietà
decorazione della Cappella della Pietà
La quinta cappella a sinistra è la Cappella di S.Giovanni Battista o Cappella Ricci, progettata da Daniele Ricciarelli da Volterra.

Cappella del Battista
Nella volta gli affreschi con Scene della vita del Battista e gli stucchi della cappella sono di Giulio Mazzoni (XVI secolo).

Scene della vita del Battista (Giulio Mazzoni - XVI sec.)
Anche la pala d'altare con il Battesimo di Gesù è di Giulio Mazzoni (XVI secolo).

Battesimo di Gesù (Giulio Mazzoni - XVI sec.)
Le statue di S.Pietro e di S.Paolo poste entro le nicchie della cappella sono opera di Leonardo Sormani.

S.Pietro (L.Sormani - XVI sec.)
S.Paolo (L.Sormani - XVI sec.)






















Bartolomeo Ammannati ha realizzato anche la balaustra di questa cappella con putti e stemma.

balaustra con putti e stemma della Cappella Ricci (Bartolomeo Ammannati - XVI sec.)
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Nella controfacciata, a sinistra della prima cappella a sinistra della navata, si trova il monumento funebre di Giuliano da Volterra opera del XV/XVI secolo della scuola del Bregno.
Tra candelabra, stemmi, motivi decorativi e iscrizioni, è scolpita una Madonna col Bambino tra Sant'Antonio da Padova e S.Bernardino da Siena.

monumento funebre di Giuliano da Volterra (scuola del Bregno - XV/XVI sec.)
Sempre in controfacciata, sull'altro lato dell'ingresso, a destra della prima cappella destra della navata, si trova il monumento funebre di Antonio Massa da Gallese (giureconsulto), opera attribuita a Giovanni Antonio Dosio (XVI secolo).

monumento funebre di Antonio Massa da Gallese (Giovanni Antonio Dosi - XVI sec.)
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grandi cappelle laterali e abside poligonale
altare maggiore
Nel presbiterio della chiesa fu posta nel 1523 la Trasfigurazione di Raffaello.

Trasfigurazione (Raffaello e Giulio Romano - XVI sec.)
Il cardinale Giulio de' Medici aveva commissionata l'opera per la Cattedrale di Narbonne (Francia), di cui era titolare, ma a causa della morte di Raffaello l'opera non venne ultimata.
Venne poi terminata da Giulio Romano nella parte inferiore mancante, e rimasta a Roma, venne poi donata alla chiesa di S.Pietro in Montorio, dove rimase sino al 1797, anno in cui Napoleone la fece trasferire a Parigi in seguito al Trattato di Tolentino.
Il capolavoro di Raffaello ritornò a Roma nel 1816 nella Pinacoteca Vaticana, dove si può ammirare ancora oggi.

La tela venne qui sostituita da una copia della Crocifissione di S.Pietro di Guido Reni, realizzata da Vincenzo Camuccini (XIX secolo).

copia della Crocifissione di S.Pietro di Guido Reni (Vincenzo Camuccini - XIX sec.)
L'altare maggiore è affiancato da due angeli del XIX secolo.

altare maggiore con statue dei due angeli
angelo al lato destro dell'altare (XIX sec.)
angelo al lato sinistro dell'altare (XIX sec.)
Davanti all'altare trovano posto le tombe dei nobili irlandesi Hugh O'Neill (conte di Tyrone), suo figli Hugh (barone di Dungannon) e Rory O'Donnell (conte di Tyrconnell), che vissero in esilio S. Pietro in Montorio e morirono a Roma nel XVII secolo, dopo che gli Inglesi avevano represso la resistenza irlandese (Guerra dei nove anni).

Sino al 1798 nella chiesa era conservata in una teca la testa di Beatrice Cenci, la giovane nobildonna romana decapitata nel 1599 per essere stata accusata di parricidio. 
Durante l'occupazione francese vennero profanate alcune tombe per recuperare il piombo delle bare.
Anche quella di Beatrice fu aperta e il soldato Jean Maccuse prese a calci il teschio della baronessa che era stato deposto su di un piatto d'argento.

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veduta della chiesa nel XVII secolo (G.B.Falda)
Nel 1605 la piazza davanti alla chiesa passò sotto il patrocinio di Filippo III (lo ricorda un'iscrizione posta sulla scalinata d'accesso alla chiesa).

iscrizione che attesta il patrocinio della piazza di re Filippo III
La piazza venne ampliata abbassando il livello stradale, e per questo si dovette costruire la doppia rampa di scale per accedere alla chiesa.
Fu posta nella piazza una fontana chiamata la "Castigliana", attribuita a Giovanni Fontana, con emblemi del regno di Castiglia.

La fontana venne distrutta nel 1849 dai cannoni dei Francesi di Napoleone III, venuti a soffocare la seconda Repubblica Romana, difesa dai Garibaldini.

palla di cannone francese del 1849 inserita nel muro esterno della chiesa
In quest'occasione venne distrutto anche il campanile quattrocentesco, parte dell'abside e il tetto della chiesa.
La fontana venne sostituita dalla "Fontana del Trullo" proveniente da Piazza del Popolo, spostata poi in Piazza Nicosia.

Fontana del trullo in Piazza Nicosia
particolare del catino della Fontana del trullo
Fu posta poi una croce su una colonna a delimitare l'area sacra del sagrato della chiesa.

Nel 1876 il convento fu ceduto dallo Stato Sabaudo alla Spagna.
Nel 1881 venne inaugurata nel ex convento la Reale Accademia di Spagna, che ha ospitato per i loro studi personaggi della cultura spagnola.

entrata della Reale Accademia di Spagna
edifici della Reale Accademia di Spagna

Nel 1956 fu realizzata la Via Crucis da Carmelo Pastor, che ha sostituito quella più antica rovinata.

Via Crucis
edicole della Via Crucis e chiesa sconsacrata dedicata a Sant'Antonio da Padova
edicola della Via Crucis (C.Pastor)
Le stazioni in terracotta policroma sono poste sulla rampa a gradini tra Via S.Pietro in Montorio e Via Garibaldi.