Roma, Villa Farnesina: la Sala delle Prospettive, con vedute di Roma, affreschi di Baldassarre Peruzzi (1518-1519).
È uno dei primi esempi di prospettiva nella pittura e rappresenta la continuazione ideale delle logge del pianterreno; attraverso il finto loggiato si vedono paesi arroccati, scorci di campagna e la città (la Chiesa di Santo Spirito, una basilica romanica, la porta Settimiana).
Carro dell'Aurora, vediamo Eos prima stella del mattino, Titone, la morte? Cefalo, Procri
Procri è sdraiata in terra morente con una lancia conficcata nel petto. A sinistra è raffigurato il carro di Aurora, in qualche modo responsabile della morte di Procri, avendo la dea instillato nella giovane la gelosia verso il suo amato Cefalo, di cui si era invaghita. Aurora è accompagnata da Titone, principe troiano e musico, rapito e sposato dalla dea, la quale chiese per lui a Giove l'immortalità, dimenticando di chiedere anche l'eterna giovinezza (nell’affresco è infatti raffigurato come un vecchio con una lunga barba bianca). Venere (Èspero?) precede in volo il carro, reggendo una stella.
Carro del sole, Particolare con Apollo - Helios che conduce il Carro del Sole.
Sonno d'Orfeo, Particolare con Iride che fa visita la casa del Sonno e chiede a Hypnos di mandare Orfeo da Alcione.
Particolare del Trionfo di Venere. Scena marina con ninfe e tritoni che porgono offerte (coralli, crostacei e altri frutti di mare) alla dea dell'amore, tra delfini e amorini.
Particolare con Il Parnaso, Pegaso e i poeti.
Particolare con il corteo di Bacco. Il dio avanza su un cocchio tirato da pantere abbracciato ad Arianna. Lo segue SIleno, ebbro e a cavallo di un asino. Altri sileni o satiri e musicanti fanno parte del corteo.
Ebbrezza di
Bacco. Il dio avanza su un cocchio tirato da pantere abbracciato ad Arianna. Lo segue SIleno, ebbro e a cavallo di un asino. Altri sileni o satiri e musicanti fanno parte del corteo.
Venere e Adone. Venere, mentre veglia Adone che giace ucciso da un cinghiale, si toglie la spina dal piede. Affreschi di Baldassarre Peruzzi e bottega (1517-18).
Apollo che si protende verso Dafne, convinto ormai di averla raggiunta. Proprio mentre l'afferra si rende conto che questa ha iniziato a trasformarsi in un albero. Dafne vorrebbe proseguire la sua corsa, tanto che la parte superiore del suo corpo è sbilanciata in avanti, ma le sue gambe rimangono fissate al terreno, sono ormai tronco, e la sua metamorfosi sta per compiersi.
Il personaggio disteso davanti a lei, con una folta barba bianca, che si appoggia ad un'urna, dovrebbe impersonare il dio-fiume Peneo, padre di Dafne, che ha ascoltato le preghiere della figlia e ha acconsentito alla sua trasformazione in albero, affinché questa possa tener fede al suo voto di castità. Disposte attorno ai protagonisti principali, figure di ninfe ed altre divinità fluviali.
Il personaggio disteso davanti a lei, con una folta barba bianca, che si appoggia ad un'urna, dovrebbe impersonare il dio-fiume Peneo, padre di Dafne, che ha ascoltato le preghiere della figlia e ha acconsentito alla sua trasformazione in albero, affinché questa possa tener fede al suo voto di castità. Disposte attorno ai protagonisti principali, figure di ninfe ed altre divinità fluviali.
Particolare con Deucalione e Pirra che tirano pietre.
Affreschi di Baldassarre Peruzzi (1517-8).
Deucalione e Pirra, a capo coperto, sono chinati nell’atto di raccogliere e gettare alle loro spalle le pietre. Il tempio sullo sfondo è quello della dea Temi a cui i due coniugi si sono rivolti in preghiera per sapere come poter ripopolare il mondo. Il vaticinio della dea ordinava ai due di coprirsi il capo e raccogliere le “ossa della grande madre” (Ovidio, Met., I, v. 383), cioè le pietre ossa della terra, e di gettarle alle loro spalle. Le pietre si trasformano così in uomini e donne, a seconda che a lanciarle sia Deucalione o Pirra.
Affreschi di Baldassarre Peruzzi (1517-8).
Deucalione e Pirra, a capo coperto, sono chinati nell’atto di raccogliere e gettare alle loro spalle le pietre. Il tempio sullo sfondo è quello della dea Temi a cui i due coniugi si sono rivolti in preghiera per sapere come poter ripopolare il mondo. Il vaticinio della dea ordinava ai due di coprirsi il capo e raccogliere le “ossa della grande madre” (Ovidio, Met., I, v. 383), cioè le pietre ossa della terra, e di gettarle alle loro spalle. Le pietre si trasformano così in uomini e donne, a seconda che a lanciarle sia Deucalione o Pirra.
Scena di diluvio con Alcione e Ceice.
Affreschi di Baldassarre Peruzzi e bottega (1517-18).
Ceice è una figura della mitologia greca, figlio di Espero e discendente di Eracle.
Sposò Alcione e la loro unione fu tanto felice che questa un giorno lo volle apostrofare "Zeus". Il re degli dei si indignò per questo affronto e scatenò una tempesta mentre Ceice era in viaggio per mare, facendolo annegare. La sua ombra apparve ad Alcione che, capita la morte, si gettò nelle acque per raggiungerlo.
Gli dei, commossi, ne ebbero pietà e li trasformarono in alcioni (un tipo di uccello, probabilmente un martin pescatore o una specie di gabbiano). Il loro nido vicino al mare, veniva continuamente distrutto dalle onde. Zeus ebbe nuovamente pietà e placò il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d'inverno, affinché potessero riprodursi.
Gli alcioni (uccelli) vennero consacrati a Teti ed erano il collegamento tra cielo e mare. Divennero anche il simbolo di una celere pace e tranquillità.
Affreschi di Baldassarre Peruzzi e bottega (1517-18).
Ceice è una figura della mitologia greca, figlio di Espero e discendente di Eracle.
Sposò Alcione e la loro unione fu tanto felice che questa un giorno lo volle apostrofare "Zeus". Il re degli dei si indignò per questo affronto e scatenò una tempesta mentre Ceice era in viaggio per mare, facendolo annegare. La sua ombra apparve ad Alcione che, capita la morte, si gettò nelle acque per raggiungerlo.
Gli dei, commossi, ne ebbero pietà e li trasformarono in alcioni (un tipo di uccello, probabilmente un martin pescatore o una specie di gabbiano). Il loro nido vicino al mare, veniva continuamente distrutto dalle onde. Zeus ebbe nuovamente pietà e placò il mare per sette giorni, prima e dopo il solstizio d'inverno, affinché potessero riprodursi.
Gli alcioni (uccelli) vennero consacrati a Teti ed erano il collegamento tra cielo e mare. Divennero anche il simbolo di una celere pace e tranquillità.
Villa Farnesina: la Sala delle Prospettive, con vedute di Roma, affreschi di Baldassarre Peruzzi (1518-1519). Particolare con colonne.
È uno dei primi esempi di prospettiva nella pittura e rappresenta la continuazione ideale delle logge del pianterreno; attraverso il finto loggiato si vedono paesi arroccati, scorci di campagna e la città (la Chiesa di Santo Spirito, una basilica romanica, la porta Settimiana).
È uno dei primi esempi di prospettiva nella pittura e rappresenta la continuazione ideale delle logge del pianterreno; attraverso il finto loggiato si vedono paesi arroccati, scorci di campagna e la città (la Chiesa di Santo Spirito, una basilica romanica, la porta Settimiana).